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 Home page > Attualità > Economia > Pensa se Mao fosse vivo!

Pensa se Mao fosse vivo!

Chissà a cosa pensava il "quattro volte grande" presidente Mao Zedong quando nel Novembre del 1956 scrisse queste parole in commemorazione del Dr. Sun Yat-sen :

«le cose si sviluppano incessantemente. Sono passati solo quarantacinque anni dalla Rivoluzione del 1911, ma il volto della Cina è completamente cambiato. In altri quarantacinque anni, che è, per l’anno 2001, o all’inizio del 21° secolo, la Cina avrà subito un cambiamento ancora più grande. Essa dovrà diventare un potente paese socialista industriale. Ed è così che dovrebbe essere. La Cina è una terra con una superficie di 9.600.000 di chilometri quadrati e una popolazione di 600 milioni di persone, e lei dovrebbe aver dato un maggiore contributo per l’umanità. Il suo contributo per un lungo periodo è stato di gran lunga troppo piccolo. Per questo sono pentito.» [tratto dal Cap. 18 - Patriottismo e Internazionalismo - del Libretto Rosso o Citazioni dalle opere del Presidente Mao Zedong]

Una cosa è certa, il "Grande Timoniere" se fosse ancora vivo sarebbe molto soddisfatto del cammino fatto dalla Repubblica Popolare Cinese negli ultimi 20 anni soprattutto in ambito economico.

Risultati talmente ecclatanti che oggi, nel bel mezzo di una recessione di portata globale, gli occhi di tutto il mondo sono ormai puntati sulle decisioni economiche che la Cina sta attuando in questi giorni a sostegno della ripresa interna e, di conseguenza, globale.

La Cina insomma, si è trasformata da "fabbrica del mondo" a "motore economico del mondo".

Questa consapevolezza è forte nella testa del primo ministro Wen Jiabao che ha pertanto deciso di stanziare il 15% del Prodotto Interno Lordo, pari a circa $600 miliardi di dollari, come stimolo per la crescita interna. I fondi saranno utilizzati entro la fine del 2010 per ridare slancio all’economia nella forma di investimenti in infrastrutture, ma non solo.


Una parte infatti andrà a ricostruire la martoriata regione del Sichuan devastata dal terremoto, una parte verrà investita nel progetto di ammodernamento delle ferrovie, altri fondi verranno utilizzati per ridare slancio ai consumi sotto forma di tagli alle tasse.

Il problema che il governo Cinese sta affrontando in questi giorni è legato più alla domanda interna che alle esportazioni, gli ultimi dati infatti dimostrano che mentre le esportazioni sono cresciute del 19.2%, nonostante il rapido aggravarsi della crisi economica nel resto del mondo, il consumo interno langue, specialmente il settore delle costruzioni che ha trainato l’economia Cinese negli ultimi anni.

Anche la pressione sui prezzi, cioè l’inflazione, è scesa dello 0,3% in Ottobre dimostrando chiaramente un rallentamento sul fronte dei consumi.

La Cina inoltre rimane uno dei più grossi sottoscrittori di obbligazioni statali USA, i T-Bond, per un totale di circa 550 miliardi di dollari, e insieme con il Giappone possiede circa il 47% delle obligazioni possiedute da soggetti stranieri; per fare un paragone la Banca d’Italia ne possiede solo lo 0,41% per un totale di 12 miliardi di dollari.

Non c’è che dire, il "Presidente Mao" sarebbe sicuramente fiero dei risultati ottenuti.

 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.154) 12 novembre 2008 13:11
    Damiano Mazzotti

    Per fortuna che la Cina ci è vicina.... Per ora tiene in pieni gli Stati Uniti d’America ed il mondo occidentale....
    Poi bisogna stare a vedere cosa succederà... Di certo il vero economista dovrebbe insegnare che i soldi sono fatti per essere spesi e non per essere accumulati inutilmente, l’importante è non spenderne troppi in armi...

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