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The Old Lady: il crollo della sterlina

La Vecchia Signora di Threadneedle Street, questo è il nome con cui comunemente gli Inglesi chiamano la Bank of England (BOE).

Fondata da Re Guglielmo III nel 1694 per finanziare la guerra contro Luigi XIV di Francia, da allora l’istituto guidato da Mervyn King ha il ruolo di promuovere e mantenere la stabilità monetaria del Regno Unito; ruolo che la Banca di Inghilterra intende continuare ad esercitare anche alla luce delle turbolenze della Sterlina sui mercati monetari che l’hanno portata a toccare quasi la parità sull’Euro.

Oggi, per la prima volta dalla sua fondazione, il governatore ha deciso il taglio del tasso ufficiale di sconto portandolo all’1,50% il valore più basso di sempre.

Giusto per dare un metro di paragone a metà del 2007 era al 5,75%.

Purtroppo i dati relativi all’economia Inglese continuano a peggiorare e la mossa, scontata per molti economisti, tende a ridare liquidità all’intero sistema economico ed in particolare ha l’obiettivo di rianimare il mercato immobiliare che ormai è al tracollo.

Questa mossa fa il paio con l’analoga decisione presa oltreoceano dalla FED e riapre l’interrogativo su quale sarà il futuro dell’economia globale nei prossimi 12 mesi e, soprattutto, pone l’interrogativo sui prossimi passi della Banca Centrale Europea (BCE).

Il differenziale dei tassi tra la zona Euro e rispettivamente gli USA e UK pone degli interrogativi seri e non procrastinabili.

Come si può notare dal grafico il differenziale tra i tassi EURO e USA è al 2,25% mentre il differenziale tra EURO e UK è pari al 1%, cioè il costo del denaro in Europa è più caro di oltre due punti percentuali rispetto agli Stati Uniti e oltre un punto rispetto alla Gran Bretagna, differenziale che, stando agli ultimi dati macro-economici, non è assolutamente giustificato.

Ancora una volta sembra che la BCE preferisca attendere gli "eventi" dei mercati piusttosto che prendere una decisione chiara e, soprattutto, non sembra avere alcuna cognizione di quale sia il "reale" stato di salute dell’economia nella zona Euro.



Purtroppo i dati sono disastrosi.

Oggi è stato pubblicato il dato sugli ordini industriali in Germania del mese di Novembre, gli ordinativi della principale economia della zona Euro sono crollati del -27% rispetto al Novembre del 2007. Purtroppo non sono riuscito a trovare un dato analogo, quello che si avvicina di più è il -15% del 1993.

In Italia invece è allarmante il dato relativo all’utilizzo della Cassa Integrazione che, nel corso del 2008, è aumentato del 525% (cinquecentoventicinque per cento) rispetto all’analogo periodo del 2007.

Anche finanziariamente il 2008 è stato un "annus horribilis", il settore dei fondi cumuni di investimento, in Italia, ha visto riscatti per oltre 140 miliardi portando il patrimonio complessivo investito in fondi aperti a 409 miliardi di euro.

Questi dati segnalano chiaramente uno stato di sofferenza per tutte le economie Mondiali, Italia compresa, rendendo ancora più complesso prevedere quando questa "mattanza" avrà fine.

Alcuni economisti, tra i quali Nouriel Roubini, dichiarano che il peggio deve ancora arrivare, ma la verità è che nessuno ha la palla di cristallo per prevedere cosa succederà.

In Borsa si dice che "il mercato ha sempre ragione" e, se questo è vero, è oltremodo allarmante che l’ultima asta di Bond Tedeschi (BUND), l’obbligazione considerata da sempre la più sicura in assoluto nel panorama Euro, non abbia soddisfatto la quantità offerta dal Governo Tedesco che si troverà costretto, per le prossime emissioni, a rivedere i rendimenti al rialzo per solleticare l’interesse degli investitori.

Se così non fosse che fine farà tutta la liquidità in circolazione ?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Commenti all'articolo

  • Di Bluseagull (---.---.---.184) 10 gennaio 2009 15:33

    Se ha ciò che hai detto, aggiungiamo anche il fatto che secondo le prime stime di Eurostat, l’inflazione a dicembre nei paesi euro ha toccato il minimo storico dal 2006 a questa parte, fissandosi al +1,6%, contro il +2,1% di novembre, questo la dice lunga anche su un possibile effetto deflattivo.
    Alla luce anche di tutti questi dati, la BCE a gennaio non potrà campare scuse di fronte al mondo, se non dovesse tirare giù i tassi. Per altro la cosidetta trappola di liquidità, indicata dagli scettici della manovra monetaria espansiva, non è un problema al momento, poiché pur auspicando un ritocco al ribasso di mezzo punto, in termini reali comunque i tassi avrebbero sempre un margine positivo (di circa mezzo punto) rispetto all’andamento dei prezzi.
    A sto punto, davvero, c’è solo da aspettare... 

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