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Pedaggio sì, pedaggio no sulla Salerno-Reggio Calabria

Tra botta e risposta e scontri tra il Ministro delle Infrastrutture e il Presidente dell’ANAS, non si sciolgono i nodi del caso pedaggi autostradali sull’A3. Tutto starà stabilito dal Consiglio dei Ministri. 

E’ un continuo dietrofront di dichiarazioni ciò che sta interessando il caso delle tariffe autostradali sulla Salerno – Reggio Calabria, per tutto il tratto campano, e sul grande raccordo anulare di Roma. La settimana scorsa il presidente dell’ANAS, Ciucci, ha annunciato tempi ristrettissimi per avviare le nuove disposizioni, ma poi il ministro delle infrastrutture, Matteoli, ha esternato tutt’altro.

A detta di Ciucci, detto pedaggio sulla A3 arriverà a maggio, e interesserà i primi 110 kilometri a tre corsie, che sono stati recentemente ammodernati, insomma il tratto che va da Salerno a Buonabitacolo. Il ticket per l’intera tratta non sarà probabilmente inferiore ai 2 euro. Non tarda a farsi sentire il Ministro delle Infrastrutture Matteoli, che in una nota precisa che per alcune tratte gestite dall’ANAS sarà applicata un’esenzione per i pendolari, e comunque per coloro che utilizzano frequentemente l’autostrada. Matteoli precisa ancora che tra i nuovi pedaggi non sarebbe ricompresa la Salerno-Reggio Calabria, ma tariffe, agevolazioni e quant’altro saranno stabilite dal Governo nelle prossime settimane. Si fa poi risentire Ciucci, il quale spiega che la lista definitiva delle tratte a pagamento sarà resa nota nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, nella quale dovrebbero essere indicati oltre 1200 chilometri da sottoporre a pedaggio su un totale di 1300 gestiti dell’ANAS. La decisone dunque continua ancora Ciucci, spetterà al Consiglio dei Ministri.

E il presidente dell’ANAS accanto alle agevolazioni, ribadisce che le tariffe per il grande raccordo anulare e la Salerno-Reggio Calabria, saranno inferiori alla media nazionale del settore autostradale. Non resta che attendere dunque il decreto per vedere quali forme assumerà la vicenda. Intanto, con le recenti disposizione di legge, tutti i costi di gestione della rete, manutenzione ordinaria compresa, non saranno più a carico dello stato ma direttamente dell’ANAS, che dovrà rispondere con risorse acquisite direttamente dai prossimi pedaggi. Gli importi non sarebbero risorse aggiuntive ma solo dei fondi per riequilibrare il bilancio dello stato. E così, si apre la parentesi di nuove polemiche.

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