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Partito Democratico: nessuno mi può giudicare nemmeno tu...

La canzone di Caterina Caselli degli anni 60, è approdata ai vertici della Sinistra Italiana.

L’impatto del brano fu molto forte, Uno dei tanti elementi che riguardava appunto la donna. Questo faceva un effetto notevole nell’Italia del 1966, che si affacciava timidamente alla rivoluzione dei costumi che sarebbe partita da lì a poco.

La canzone di Caterina Caselli degli anni 60, è approdata ai vertici della Sinistra Italiana. 

Infatti quando si dice ciò che si pensa e “quello che pensano i simpatizzanti di questo partito”, la verità appunto, ai leader del partito viene l’orticaria, i burattinai del partito, infatti, non sopportano che un Avvocato o un Chirurgo interferiscano sugli affari di partito, dalla questione morale agli equilibri di corrente.
 
Gli scossoni nel PD sono iniziati circa un anno fa quando un giovane avvocato prese la parola in un congresso e iniziò a redarguire i vertici del Partito. In quella occasione era presente il simbolo dei vertici, il segretario, che nel male e nel bene, con le mani legate e imbavagliato, si è esposto. L’avvocato, infreddolita e non certo intimorita, fece un’analisi fredda e realistica dei vertici del partito. Questa critica venne messa fra parentesi e venne sdrammatizzata definendo la giovane avvocatessa troppo giovane per capire il funzionamento della politica, sebbene il risultato elettorale delle Europee abbia dato ragione all’avvocatessa, che nel regno della Lega e del Presidente del Consiglio ha ottenuto più voti ed è stata eletta al parlamento Europeo.
 
Certo, con una politica maschilista questo stato di cose interessa ancora molto poco: basta riguardare i giornali e riascoltare le interviste dei politici per capire quanto le donne sono considerate dalla politica.
 
I vertici della sinistra, comunque, erano convinti che questo incidente di percorso fosse stato archiviato dopo l’elezione dell’avvocato al Parlamento Europeo. Si sbagliavano. Le critiche al partito, adesso, vengono dal Senatore del PD, un chirurgo rinomato e stimato sia come politico che come chirurgo. Questi voleva effettuare un intervento molto semplice, far emergere la “verità”, ma l’anestesista ha sbagliato la dose dell’anestetico e quando il chirurgo ha affondato il suo bisturi i nervi scoperti dei dirigenti non erano completamente anestetizzati: siccome la verità fa male la reazione scomposta dei vertici non si è fatta attendere ed è stato definito “offensivo, nemico e confusionale”.
 
Ma a cosa si riferiva questo intervento così offensivo?
Il chirurgo, si riferiva ai fatti di cronaca di questi giorni, accaduti nella Capitale, e precisamente all’arresto del segretario stupratore seriale del circolo del PD del Torrino, quartiere di Roma Eur.
 
Si è posto una domanda ad alta voce sulla questione morale grande come una montagna che vede coinvolti il governo e l’opposizione, una questione non di poco conto secondo i comuni mortali, ma complicato per i vertici moralisti della sinistra che proprio in contemporanea si ponevano il problema morale dei componenti del Governo.
 
Il chirurgo di sinistra ha osato mettere in dubbio la questione morale della sinistra e in più non ammette che un criminale già coinvolto in odiosi reati di violenza possa essere arrivato a coordinare un circolo del PD. Sempre ad alta voce si è chiesto, come si chiedono tutti gli italiani, non solo del PD ma di tutti i partiti, il perchè i dirigenti non vengano scelti liberamente, ma vengono imposti in base agli equilibri di corrente e senza sapere chi siano e se siano in grado, anche dal punto di vista morale, di coordinare un circolo, o essere eletto anche come consigliere comunale.
 
Mi era sfuggito di mente, sempre il Chirurgo si è candidato per la leadership del partito Democratico, ed è stato anche tesserato dai Radicali, il partito campione della laicità, che vede il mondo da un’angolazione diversa rispetto ai politici ingessati, conservatori, falsi laici, cattolici dipendenti, ed è diventato anche disubbidiente, per i vertici, che non ammettono il doppio tesseramento.
 
La speranza dei simpatizzanti e degli elettori di questo schieramento è che di avvocati e di chirurghi ce ne siano sempre di più per cercare di dare una svolta epocale, anche nelle idee, a questo partito appena nato che ha sulla coscienza il segretario fondatore che è stato costretto a rassegnare le dimissioni.
 
In sostanza, il PD è un partito nuovo di simbolo, ma è rimasto vecchio di idee.

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