La Giornata Mondiale del Rifugiato viene celebrata quest’anno in Italia da decine di enti locali, organizzazioni non governative ed associazioni. Stasera 19 giugno il Colosseo verrà illuminato con il logo dell’UNHCR e la scritta Giornata Mondiale del Rifugiato 2010.
Mentre il Colosseo si illumina per ricordare gli essere umani che fuggono da conflitti armati, da persecuzioni etniche e religiose, dalla tortura e dagli arresti arbitrari, il cervello dei politici europei si spegne. Infatti, come sempre, la burocrazia per queste persone è sempre più complicata e purtroppo è sempre più difficile ottenere lo stato giuridico di rifugiato. Queste persone dopo aver affrontato viaggi pericolosi, che a volte durano anni, quando arrivano nei paesi industrializzati vengono respinti o sono costretti a trascorrere tantissimo tempo rinchiusi nelle nuove carceri che i paesi europei si sono affrettati a costruire e lasciati gestire da privati. Il reato che queste persone commettono è il reato di clandestino, un reato inventato da una politica basata sull’interesse, il profitto e l’egoismo.
Questo modo di fare politica sta portando gli abitanti dei paesi evoluti ad essere ciechi ed egoisti non per scelta, ma costretti dalle campagne terroristiche basate sulla sicurezza inculcata dai politici e trasmessa dai TG Nazionali. Insomma, lo straniero è diverso e per questo motivo deve essere respinto o imprigionato.
La povertà, per la classe politica europea e in modo particolare quella italiana, è un business senza precedenti e incutere paura alla casta conviene, perché riesce a nascondere molto bene i problemi reali del paese in via di sviluppo che sono veramente tanti e gravi. Ma lasciamo perdere le polemiche e torniamo a parlare dei rifugiati: esseri umani che non hanno diritti e che sono costretti a nascondersi; sono essere invisibili, vivono di stenti, sono costretti a dormire nei tuguri delle stazioni come accade nella Capitale, adolescenti e ragazzi afgani che sono costretti a vivere negli spazzi angusti della stazione ferroviaria Ostienze, tutte le volte che passo da quelle parti mi domando: ma cosa hanno meno dei nostri figli questi ragazzi?
Hanno avuto la sventura di essere nati con i rumori dei bombardamenti, in luoghi dove i bambini giocano con le mine e le armi, e spesso saltano sopra una mina e se va bene rimangono senza arti; basta seguire Emergency o Medici Senza Frontiere per renderci conto delle nefandezze che una guerra può portare.
Anche se non mi piacciono i numeri, solo per renderci conto quanti sono i meno fortunati di noi, sono andato sul sito dell’
UNHCR e, secondo le stime dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR), sono oltre 67 milioni le persone che sono costretti a fuggire dai loro paesi. Questi dati ci dovrebbero far riflettere e convincere i nostri miopi politici ad accogliere con meno burocrazia questi esseri umani in fuga e in cerca di democrazia.
Quali sono i principali Paesi di provenienza dei richiedenti asilo nei Paesi industrializzati?
Troviamo l’Afghanistan al primo posto con quasi 27.700 domande di asilo nel 2009. Seguono l’Iraq (circa 24mila domande) e la Somalia (22.600 domande di asilo).
Secondo i dati UNHCR, i Paesi del nord Europa hanno avuto ben 51.100 nuove domande di asilo, con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente, nei Paesi dell’Europa meridionale invece, c’è stata una diminuzione del 33% e hanno registrato complessivamente 50.100 richieste. Ciò è dovuto principalmente a un significativo calo di accoglienza in Grecia (-20%), in Turchia (-40%) e principalmente in Italia (-42%).
Nel Paese in via di sviluppo, questo dato può essere attribuito alle politiche dei respingimenti, effettuati nel Canale di Sicilia da Italia e Libia. Gli arrivi via mare sono drasticamente diminuiti e questa non è sicuramente una bella notizia. Le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare hanno predominato sulla tutela dei rifugiati.
Quando il colosseo verrà spento, mi auguro che i cervelli della classe politica Europea ed in modo particolare la casta politica italiana si accendano per accogliere questi esseri umani in cerca di democrazia sicurezza e serenità.
Il diritto di asilo è un diritto umano fondamentale definito
all’art. 14 della
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo come diritto di cercare e di godere in altri paesi protezione dalle persecuzioni, non invocabile, però, da chi sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.