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 Home page > Attualità > Economia > Pare che sia possibile eliminare le tasse. Tutte quante!

Pare che sia possibile eliminare le tasse. Tutte quante!

Molti scritti lasciano perplessi, altri ti lasciano a bocca aperta per la semplicità con cui sembrano sciogliere i nodi sociali, economici o culturali apparentemente più irrisolvibili.

Uno di questi scritti, un articolo sul domenicale del Sole 24ore del 20 maggio, firmato da Roberto Casati, parla in sintesi della proposta economica di Simon Thorpe, Research Director al CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) che si può leggere in modo più approfondito sul suo blog.

Tanto per essere chiari: parliamo de Il Sole 24ore, organo di Confindustria diretto da Roberto Napoletano, il quotidiano economico più diffuso e letto in Italia ed una fra le maggiori testate al mondo; non è in ballo il ciclostilato di un qualsiasi centro sociale alternativo animato da ragazzotti con i capelli rasta (con tutto il rispetto per i ragazzotti con i capelli rasta).

E Casati è un filosofo, autore di un centinaio di articoli e altri lavori su riviste specializzate, che collabora, anche lui, con il CNRS e con l'Ecole Normale Supérieure di Parigi, oltre che con il domenicale del Sole.

Bene, il ragionamento di Thorpe viene riassunto così: “dato che il gettito fiscale mondiale è un millesimo del volume globale delle transazioni finanziarie (fonte: bis.org) perché non sostituire tutte le tasse oggi esistenti, dall’Iva alla tassa sul reddito alle patrimoniali, con una semplicissima tassa sulle transazioni finanziarie? Una tassa flat dell’uno per mille su tutte le transazioni finanziarie abolirebbe tutte le altre tasse”.

Nell'originale si legge: "se una tassa flat dell'uno per mille fosse introdotta sulle transazioni finanziarie essa genererebbe lo stesso importo di tutte le altre tasse messe assieme". 

E una flat all’uno per cento, se proprio volessimo esagerare, "creerebbe un surplus fiscale immenso da cui attingere per progetti infrastrutturali o ambientali o sociali di grandissima portata”

Io mi entusiasmo facilmente (come spesso fanno i dilettanti, ma sappiate che è successo a volte anche a qualche individuo geniale) per le soluzioni apparentemente semplici di problemi estremamente complessi. Naturalmente da dilettante non ho alcuna idea di eventuali ricadute negative di questa proposta (mica posso fare tutto io), ma non posso fare a meno di fantasticare su quello che ho letto.

Una tassa sulle transazioni finanziarie dell’uno per mille mi sembra così contenuta da non poter davvero provocare danni alla finanza internazionale (casomai qualcuno se ne preoccupasse) né bruschi crolli dell’attività speculativa (che a dirlo fa senso - in molti vorrebbero vedere gli speculatori in galera - ma che in realtà contribuisce in larga misura a muovere l’economia del mondo).

Nello stesso tempo l’idea che possa davvero sostituire tutte le tasse esistenti mi sembra così eccitante da cominciare a fare mentalmente quattro conti: togliere l’iva significa risparmiare subito in partenza il 20% circa sulla maggior parte delle derrate, ma calcolando che il prezzo dei carburanti, senza iva e accise, crollerebbe, anche tutte le derrate subirebbero ulteriori, vistose diminuzioni. E se ci aggiungiamo che su tutta la filiera materie prime-produttore-distributore-grossista-dettagliante si sarebbero azzerate le imposte, la diminuzione dei prezzi sarebbe eclatante. Ognuno di noi si troverebbe sul conto corrente più soldi, molti di più, per l'aumento reale del proprio stipendio mensile o dei propri introiti o della propria pensione. Mentre il costo della vita crollerebbe. Che favola! Quando si dice circuito virtuoso...

Inoltre si dissolverebbe il problema dell’evasione fiscale e decine di migliaia di persone, attualmente impiegate all’Agenzia delle Entrate, alla famigerata Equitalia ecc., potrebbero essere riciclati in altre attività pubbliche a fini sociali. Nelle scuole, nelle biblioteche, nella sicurezza, nella sanità...

Problemi annosi che si trascinano stancamente da sempre potrebbero essere risolti davvero: asili per tutte le famiglie con abbondanza di maestre. Un rapporto insegnante-allievi fantastico, badanti per tutti gli anziani e per gli invalidi e per gli ammalati. Ricercatori entusiasti e ben pagati che si possono gettare a capofitto nel cercare nuove strade per migliorare le sorti dell'umanità, abbondanza di medici e di infermieri. Drastica diminuzione delle ore lavorative e più tempo libero per tutti.

Saremmo tutti molto, molto più ricchi di soldi e di umanità. Più fiduciosi, più ottimisti. Le questioni d’amore potrebbero tornare ad essere centrali nella vita delle persone, al posto delle preoccupazioni economiche o di questo persistente incubo per un futuro cupo e senza speranze. Le esigenze umane più profonde potrebbero tornare al centro di tutto, al posto che spetta loro, al posto dei bisogni più primitivi legati alla sopravvivenza che, diciamocelo, è affare da animali selvaggi. E, potremmo finalmente smentire Hobbes e quella sua stupidaggine ideologica dell'homo homini lupus.

Con una tassazione appena un poco più alta, gli Stati si troverebbero con risorse enormi da investire in attività sociali, ambientali, artistiche, di ricerca scientifica, medica o culturale. Mi sembra un sogno. Poi mi ricordo della Tobin Tax, proposta dall’economista James Tobin, premio Nobel; una tassa che aveva le stesse finalità di quella avanzata da Thorpe, ma con una percentuale indicata tra lo 0,5 e l’1 per cento.

Sono decenni ormai che se ne parla, con vistose (e fastidiose) interpretazioni ideologiche a favore o contro, ma mi pare che nessuno abbia mai osato davvero pensare di applicarla.

I risultati - per un complesso di accadimenti, non solo per la mancata applicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie - sono sotto gli occhi di tutti: impoverimento diffuso e mancanza di prospettive; stati senza fondi e welfare agli sgoccioli; ricerca e cultura quasi azzerate; e tanto, pericoloso malumore.

Adesso “tutte queste sofferenze sopportate individualmente mostrano una somiglianza sorprendente fra loro. Si riducono a una cosa sola: la pura e semplice incertezza esistenziale, una spaventosa miscela di ignoranza e di impotenza che è fonte inesauribile di umiliazione”. Sono parole di Zygmunt Bauman, parte dell’intervento che terrà ai prossimi "Dialoghi sull'uomo" di Pistoia, anticipate da Repubblica.

Anche se uno spiraglio interessante si apre, è notizia di oggi mercoledì: pare che il Parlamento Europeo abbia votato a favore della proposta per l'introduzione di una imposta sulle transazioni finanziarie nella Ue. Se ne prevede un gettito di appena 55 miliardi di euro. Qualcosa non quadra, o i calcoli di Thorpe sono sbagliati o le transazioni europee sono poca cosa o, ancora, la tassazione applicata è veramente troppo bassa. Comunque ora tocca al Consiglio Europeo esprimersi e, soprattutto, fare pressioni perché venga introdotta anche nelle altre aree del mondo.

Da parte mia consiglierei ai grandi della Terra (lo so, comincio a delirare, ma si tratta solo di un po’ di senilità) di studiare a fondo la proposta di Simon Thorpe. Magari è più intelligente lui di tutti quei grandi manager della finanza, delle banche e della politica economica che hanno mandato in malora mezzo mondo

Anzi lancerei proprio lo slogan UnoPerMille-TuttiPerUno. Un nuovo movimento d'opinione, una nuova corrente politica, sociale e culturale. Lo fanno tutti, lo faccio anch'io: venghino signori, venghino. E se pensate che sia una proposta demenziale, guardatevi un po’ intorno e ditemi se quel che vedete non vi sembra molto, molto peggio.

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.28) 24 maggio 2012 17:40

    Ti sei dimenticato di dire che sparirebbero i commercialisti ,gli avvocati tributaristi con centinaia di migliaia (forse milioni) di contenziosi col Fisco , le aziende che producono software fiscale ,le pubblicazioni che riguardano tutto il ginepraio di normative ,le vidimazioni dei libri contabili e via dicendo .... Ma soprattutto si salverebbero le coronarie di tutti i disgraziati alle prese con la macchina fiscale e con normative che "vanno interpretate" con la probabilità che se la prima commissione tributaria le interpreta in maniera diversa sono c.... amari .

    Come dire una rivoluzione dei massimi sistemi .

    Non ci credo proprio perché ,anche ammesso e non concesso siano veri i presupposti tecnici ( manco io sono un esperto in materia) ,ci sarebbe un tale eccesso di semplificazione da mandare tutto a catafascio dal momento che il potere della burocrazia si basa sulla complessità e relativa interpretazione e non sulla semplicità .
    Sono giusto speculazioni filosofiche .

  • Di (---.---.---.107) 24 maggio 2012 17:46

    beh, l’idea mi piaceva molto... e poi chi l’ha detto che le idee non sono in grado di cambiare il mondo? Intanto prendo nota che i ’mi piace’ ci sono...

    FDP

  • Di Geri Steve (---.---.---.66) 24 maggio 2012 23:26

    i "mi piace" hanno significato, ma non risolvono i problemi veri.

    a parte i fondatissimi dubbi di Paolo e quelli sui contegggi, e a parte il fatto che una tassazione internazionale sulle transazioni finanziarie sarebbe proprio l’ora di introdurla, c’e’ un fatto banale che rivela l’ingenuità delle attese sulla proposta: attualmente il ritmo delle transazioni finanziarie speculative è vertiginoso e legato a massicciamente diffusa microspeculazione.

    L’introduzione -peraltro auspicabile, ripeto- di una Tobin tax, o analoga, causerebbe una fortissima riduzione di queste transazioni e vanificherebbe tutti questi super-ingenui conteggi.

  • Di (---.---.---.107) 25 maggio 2012 00:00

    I ’mi piace’ sono solo un apprezzabile segno di approvazione che dà la voglia di insistere. Quindi colgo l’occasione per ringraziare tutti i ’mipiacisti’ e i votanti.

    E’ evidente che la tassazione delle transazioni finanziarie è applicabile ed è sul tavolo delle discussioni internazionali, tant’è che proprio ieri l’Europarlamento l’ha approvata prevedendo un misero introito di 55 miliardi di euro l’anno - non so che livello di tassazione hanno previsto - (ma è solo un voto simbolico perché la competenza sulla fiscalità resta ai parlamenti nazionali dove ci sono le vere opposizioni). Rimane il fatto che quella di Thorpe è una provocazione molto articolata che dovrebbe essere presa sul serio.

    Il problema delle microspeculazioni è vero, e potrebbe in effetti portare poi a dei risultati meno clamorosi di quelli ventilati nella - ripeto - provocazione di Thorpe.Ma avrebbe anche l’effetto di regolamentare e calmierare un settore ampiamente impazzito (e pericolosamente).
    In ogni caso le microspeculazioni potrebbero diventare non più convenienti e questo potrebbe portare non già alla ’sparizione’ di queste transizioni, ma a forme aggregative capaci di uscire dal micro (non tassabile) ad un mini (già tassabile).

    Naturalmente sarebbe opportuno che parlassero degli economisti doc, ma nel frattempo continuo a lavorarci perché vorrei provare a fare un altro pezzo. La cosa mi intriga.

    FDP

  • Di (---.---.---.57) 25 maggio 2012 10:00

    ...ma questi principi non li dibatteva gia’ Marx + di 150 anni orsono??

    bella riscoperta..

    anche il sole 24 ore dopo anni di intossicazione neoliberista riscopre MARX...

    cosri e ricorsi storici..

  • Di bb (---.---.---.45) 8 giugno 2016 13:28

    Spariranno comunque.

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