• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Paolo Fresu e Uri Caine: notti d’incanto sull’isola

Paolo Fresu e Uri Caine: notti d’incanto sull’isola

Due astri illuminano la notte di Oristano. Paolo Fresu & Uri Caine: Rapsody for ever.

Notte aurea di emozioni forti, per i mille e forse più, che riempiono in un colpo d’occhio impressionante la Piazza Eleonora di Oristano, nella prima di luglio. Adunata inconsueta, in questi tempi magri, anche per lo spettacolo, non quando sul palco salgono loro. Puntuali e amati, rigorosi e complementari, Paolo Fresu e Uri Caine producono cento minuti di musica nuova.
 
L’incontro di Oristano, primo delle due serate in Sardegna, (la replica a Sarrroch  nella bella Villa Siotto), organizzate dall’associazione Dromos, conferma il sodalizio artistico tra i due musicisti, nato sin dal 2002. Affiatatosi in un intenso percorso concertistico in duo e “racchiuso” (un eufemismo) in due progetti musicali realizzati a quattro mani, l’ultimo dei quali (Think), condiviso insieme al Quartetto d’Archi Alborada, altra formazione in orbita nella costellazione del trombettista di Berchidda.

Di questo recente lavoro (edizioni 2009 per Blue Note) Fresu ne presenta un poetico Medley (decima traccia nel nuovo cd) che ricorda la presenza nel brano “Non ti scordar di me / Centochiodi”, del regista Ermanno Olmi. Non è improvvisata la “scaletta” delle esecuzioni, in quanto non esiste. Lo stesso Fresu ricorda la trama dello spettacolo, riepilogando i titoli dei pezzi suonati ad intervalli casuali. Aree e standard esaltano i virtuosismi dei musicisti in un intesa perfetta.

Il pianista di Filadelfia tramuta in un felino sulla tastiera elettrica mentre Fresu nella consueta postura fetale (l’alloggio sulla sedia mi ricorda puntualmente l’antico carosello del rabarbaro dalla Z nera), blandisce il filicorno come un’ode vichinga. E non mancano gli influssi scandinavi nello stesso repertorio, con “Dear old Stockholm”, brano d’apertura dell’altro disco scritto con Caine (“Things” edito 2006). “Si dolce è il tormento” e “Cheek to Cheek”, che rivisitano i grandi classici del Novecento, sono ancora tratti dal primo disco del duo “Things”.

E’ sempre alto e rigoroso il fraseggio dei due, assume un corpo unico, osmosi di linguaggio che il pubblico assorbe in devota compostezza. Non esiste ricerca della perfezione nella musica dei Maestri sul palco: i toni sono delicati e rigorosi, sempre impeccabili e puntuali all’appuntamento volante fra i soli strumentali che s’incrociano. Una precisione che esige concentrazione come due acrobati sospesi a volteggiare, sino a “saltare” senza la rete. Appare così un graffio sulla tela, il “Voce” richiesto dalle ultime file di spettatori, che sovrappone una didascalia di Fresu. Pronto a rintuzzare con garbato e deciso aplomb lo sgradito fuori onda. Non mancano le improvvise esplorazioni: prolungati soffi (sibili e swiift) al filicorno, usato anche come percussione accoppiata allo schienale della sedia. Non da meno Caine, solo al piano Scalzo durante l’intera esibizione, quando i fiati pompano le mascelle, estese come i soffietti di un bandoneon, lo standard di Fresu è un’iperbole protesa al superiore con i piedi in terra. E questo contatto sincero con la realtà circostante, rende la sua musica e la sua persona un sentimento popolare. Un ponte naturale fra la lirica complessa e l’ascolto semplice. Un impasto di suoni e gesti che trasmette empatia familiare. E i valori arcaici e forti dell’Uomo emergono puntuali anche nel congedo, prima dei bis: una dedica personale alla famiglia, al suo piccolo erede Andrea, immancabile riferimento anche sul palco. Umanità e passione fondono nella musica le note più alte dell’artista. La standing ovation non è improvvisata e non può mancare. Riprenderà ancora più forte fra poco più di un mese: il 10 agosto a Berchidda (in coppia con Gavino Ledda) il via al ventiduesimo Time in Jazz.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares