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Pakistan, non finisce l’orrore dei “delitti d’onore”

Pochi giorni fa in Pakistan c’è stato l’ennesimo “delitto d’onore”: una “jirga”, il consiglio degli anziani della tribù del Kohistan, ha ordinato l’uccisione di una ragazza di 18 anni, immediatamente compiuta dal padre e dallo zio.

Di “delitti d’onore” in Pakistan ce n’è più di uno al giorno: nel 2022 sono stati 384. Le folli motivazioni sono sempre le stesse: circolano immagini “compromettenti” per la reputazione della famiglia e della comunità di appartenenza e bisogna ripristinare l’onore. Come? Eliminando la fonte del disonore.

Nonostante la Corte suprema abbia decretato che i consigli tribali sono contrari agli impegni internazionali del Pakistan sul rispetto dei diritti delle donne, questa forma di giustizia parallela intrisa di patriarcato continua a essere prevalente in molte parti del paese. Non sono sufficienti l’oltraggio dell’opinione pubblica e qualche arresto (a malapena nel 2,5 per cento dei casi).

La prima cosa da fare dovrebbe essere abolire per legge i consigli tribali e di villaggio.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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