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Omicidio in Darsena di Fiorenza Giorgi e Irene Schiavetta

La forza di Fratelli Frilli Editori, lo dico da tempo, è quella di aver dato alla loro collana noir una caratteristica precisa: quella di localizzare le storie in precisi contesti. Le città sono sempre più di uno sfondo, sono spesso un protagonista vero. In realtà c’è anche molto di più.

E’ il caso di Omicidio in Darsena, il thriller di Fiorenza Giorgi e Irene Schiavetta. Qui abbiamo Savona protagonista, con le sue strade, la sua darsena, i suoi spazi, i suoi profumi. Ma abbiamo anche almeno un paio di caratteristiche che ne fanno un romanzo speciale, diverso da tutti gli altri.

Intanto la presenza di tre donne a tirare le fila. Il magistrato Ludovica Sperinelli e le responsabili dell’inchiesta per polizia e carabinieri. Tre donne a capo di un’indagine per un doppio omicidio. Cose che non si vedono (leggono) tutti i giorni.


Poi la scelta, come nei precedenti tre romanzi, di usare un(a) sostituo procuratore come protagonista. Non un poliziotto, non un investigatore, non un avvocato, ma un procuratore. Cosa rara anche questa, che permette inoltre ai profani di scoprire il ruolo di un sostituto in un inchiesta.

Dette le cose serie veniamo alla vicenda.

Un corpo restituito dal mare, un secondo trovato nel baule di una macchina incidentata al porto. Due delitti evidentemente collegati. Due morti che arrivano da molto lontano ed una coppia di delinquenti locali in fuga. Ben presto scopriremo che è questione di droga e seguiremo le nostre donne alla ricerca dei colpevoli.

Non un giallo, perchè in fondo quello che è succcesso lo scopriamo ben presto. Nemmeno un noir, perchè il clima non è cupo, spesso è invece gioioso, addirittura abbiamo un matrimonio in preparazione. Piuttosto direi un thriller vero, con inchiesta, ricerca dei fuggitivi, morti e personaggi a serio rischio di vita.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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