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Oltre il paradigma: il concetto "Queer"

Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso una decisione che, con un voto di 6-3, ha ribaltato le sentenze del tribunale Roe v. Wade, una decisione del 1973 che sanciva il diritto alla privacy nell'ambito del quattordicesimo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti includendo il diritto di una donna di interrompere la gravidanza. Questo cambiamento ideologico della Corte Suprema, durante l' amministrazione Trump, è culminato con la nomina del giudice Amy Coney Barrett nel 2020.

 
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Mentre il movimento femminista si è riorganizzato sulla scia della decisione della Corte Suprema, uno dei dibattiti più sorprendenti che è emerso è stato quello sulla semantica. Alcune femministe sostengono che l'uso di frasi come "persona incinta" nella difesa dei diritti riproduttivi minimizza le esperienze delle donne cisgender ma, soprattutto, dove si inseriscono le persone trans e “non binarie”? 

Nella rubrica “The Argument” del New York Times la giornalista Jane Coaston intervista due femministe e scrittrici trans, la dottoressa Jennifer Finney Boylan e Thomas Page McBee. L’intervista può essere ascoltata su Amazon music.
Riporto solamente una brevissima trascrizione del confronto che può essere anche visualizzato sul sito del New York Times.

“Cos'è una donna? Puoi dirmelo?”
“Le donne progressiste mi dicono che trovano difficile conciliare il loro femminismo con i diritti dei transgender.”
“Se la parola donna non significa più donna e indica chiunque si identifichi come donna, allora sei in un territorio davvero pericoloso.”
“… il femminismo riguarda la scelta e l'abbraccio della diversità della femminilità e c'è più di un modo per essere donna.”
“… Che tu sia trans, di genere non conforme, cis, abbiamo tutti queste aspettative e questi limiti e vincoli a causa dell'ossessione delle persone per il binario e di come tutti dovremmo vivere le nostre vite.”
“Hai fatto riferimento a persone con una capacità di gravidanza. Sarebbero donne?”
“Molte donne, donne cis, hanno la capacità di gravidanza. Molte donne cis non hanno la capacità di gravidanza. Ci sono anche uomini trans che sono in grado di gravidanza e persone non binarie che sono in grado di gravidanza.”
“Quindi questa non è davvero una questione di diritti delle donne, è un... è un cosa?”

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fonte: Canva

Insomma, a quanto pare, anche nella “tenda” femminista le cose non sono più così tanto chiare.
Proviamo a delineare qualche concetto chiave in questo intricatissimo argomento.

Fenomeni come la pederastia nell'antica Grecia non suggeriscono che l'omosessualità sia storicamente e culturalmente universale, ma piuttosto che le categorie di identità sessuale sono storicamente e culturalmente specifiche. In altre parole, questo esempio della pederastia nell'antica Grecia suggerisce che le categorie di identità sessuale sono socialmente costruite.
Un ulteriore sostegno alla costruzione sociale è fornito da esempi in cui diverse culture applicano la nomenclatura dell'orientamento sessuale in modo diverso.

Nella cultura tradizionale degli Stati Uniti, ad esempio, gli uomini che fanno sesso orale o anale con altri uomini sono generalmente etichettati come gay - o forse bisessuali, a seconda che si impegnino sessualmente anche con le donne.
Tuttavia, questo non è il caso dell'America Latina, dove gli uomini che assumono il ruolo penetrativo nel sesso orale o anale con altri uomini, non sempre si identificano come gay.
Perché, mentre il partner ricettivo è stigmatizzato come passivo, femminile e quindi omosessuale, non esiste una categoria speciale per descrivere il partner penetrativo il quale, tra l’altro, non è affatto stigmatizzato, nonostante la severità culturale contro l’omosessualità.
Una discontinuità simile tra comportamento sessuale e identità sessuale è stata documentata anche in alcune culture latine e nere statunitensi.

Consideriamo un altro punto, cioè una circostanza che, nella società attuale, si verifica più di quanto possiamo aspettarci e cioè che, spesso, tali incoerenze tra attività sessuale e identità sessuale sono nient’altro che un “inganno” da parte della persona stessa. Perché, dato lo stigma sociale contro l'identità omosessuale, non sorprende che alcune persone nascondano i loro desideri omosessuali agli altri e persino, in alcuni casi, anche a sé stesse.

Infatti spesso avviene che alcune persone che in società hanno raggiunto o mantengono posizioni di potere, denuncino pubblicamente l'omosessualità, nonostante nella propria esistenza privata essi stessi siano omosessuali.

Nonostante questi casi di palese doppiezza, ci sono anche persone la cui sessualità non è adeguatamente o accuratamente rappresentata da una delle categorie di identità disponibili e l'introduzione della terza categoria, intermedia, di bisessualità non sempre risolve questa discrepanza.

  • Consideriamo, ad esempio, le donne apparentemente eterosessuali, la cui eccitazione però è legata anche alle fantasie su altre donne, o uomini apparentemente eterosessuali la cui eccitazione è legata all'uso personale di langerì femminile.
     
  • Consideriamo le donne apparentemente eterosessuali che ottengono poco piacere dalle relazioni sessuali con gli uomini, ma si sottomettono a loro per motivi finanziari, oppure sociali, o donne “apparentemente omosessuali” che guadagnerebbero molto piacere dalle relazioni sessuali con gli uomini, ma resistono loro per motivi personali o politici.
     
  • Consideriamo, anche presumibilmente, uomini eterosessuali che otterrebbero lo stesso piacere penetrando donne, uomini, bambini, animali o addirittura oggetti inanimati, ma per ragioni morali o legali si impegnano in relazioni sessuali solo con le donne.
     
  • Allo stesso modo consideriamo le presunte donne bisessuali, le cui relazioni con altre donne danno loro solo il piacere indiretto di servire i desideri voyeuristici dei loro partner maschi.
     
  • Consideriamo coloro che ammettono di aver avuto esperienze sessuali reciprocamente soddisfacenti con partner del sesso opposto, prima di fare “came out” come lesbiche o gay.
     
  • Consideriamo quelle persone con una distinta preferenza sessuale per le donne dal temperamento maschile o gli uomini dal temperamento femminile, oppure per le donne o gli uomini transgender, o per i partner intersessuali.
     
  • Infine, consideriamo coloro per i quali il dominio, o la sottomissione nel contesto di una “relazione di schiavitù” (ossia quella pratica sessuale che comporta il legare o trattenere un partner) è una circostanza più significativa, addirittura, del semplice sesso con un potenziale partner.

Quindi, le categorie di identità bisessuali, omosessuali ed eterosessuali che conosciamo, trascurano qualcosa di significativo sulla sessualità delle persone rappresentate in questi esempi.
Pertanto, una categorizzazione schematica, come quasi sempre avviene in maniera semplicistica, soprattutto da parte dei media, è assolutamente inadeguata e non serve ad altro che a creare confusione.
Per ogni caso di inganno volontario, c’è, forse, molto di più per ciò in cui le persone si identificano a sé stesse come omosessuali, bisessuali o eterosessuali, semplicemente perché non sono disponibili categorie più adatte.

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"l’amore vince ancora"
fonte: Canva

Ora, questa discrepanza percepita tra attività sessuale e identità sessuale a causa di inganno volontario da parte di una persona, apparentemente riflette e rafforza la tesi essenzialista, la quale dà per scontato che l'attuale catalogo delle categorie di identità fornisca un inventario esaustivo ed esclusivo delle possibilità sessuali.
Ma questo è assolutamente semplicistico!

Un approccio alternativo è quello di considerare tali disallineamenti come lacune nel paradigma stabilito, e di usare tali lacune come punti di accesso, in un esame della costruzione sociale di quel paradigma.
La discussione di Kuhn sul ruolo dei paradigmi all'interno della scienza, include il cambiamento di paradigma, oppure la transizione da un quadro concettuale a un altro.

Ora, riconoscendo che la sessualità, come la scienza, è una pratica umana, si può tracciare un'analogia utile tra il cambiamento di paradigma nel contesto della scienza, e il cambiamento di paradigma nel contesto della sessualità.

Nella pratica scientifica, (come nella pratica politica), la crisi, insieme a un corrispondente potenziale di rivoluzione, si verifica quando il paradigma stabilito cessa di adattarsi al mondo che ha contribuito a creare.
Allo stesso modo, il paradigma stabilito della sessualità, che inizialmente ha fornito una ordinata distinzione tra l'omosessualità come deviante, e l'eterosessualità come normale, ha cessato di accogliere i vari modi in cui la sessualità si discosta dalla norma eterosessuale.
Questo è particolarmente chiaro per l'identità transgender.

La fusione delle due identità (transgender e omosessuale) è coerente con il valore dell’inversione sessuale (quante volte in maniera generica, ma inesatta, bolliamo una persona come “invertita”!), ma questa fusione è incoerente con l'esistenza di donne lesbiche e uomini gay che sono, invece, tipici, in termini di espressione di genere.

È da tener presente che anche se i concetti di genere, sesso e sessualità sono interconnessi, è utile differenziarli tra di loro.
Mentre si ritiene che il genere sia socialmente acquisito, si ritiene che il sesso sia biologicamente innato.

Ma, i riferimenti all'identità gay e lesbica non riflettono l'intera gamma di alternative all'eterosessualità.

Data l'idea popolare (sbagliata) che la bisessualità sia un'identità temporanea che le persone alla fine superano, impegnandosi pienamente nell'omosessualità o impegnandosi pienamente nell'eterosessualità, è particolarmente importante considerare la bisessualità come un'identità sessuale distinta sia dall'eterosessualità che dall'omosessualità.

Al fine di comprendere una gamma più ampia di identità, i riferimenti alle sessualità alternative sono stati ampliati per includere anche l'identità bisessuale. Quindi, l'abbreviazione GLB era stata introdotta per riferirsi alle identità Gay, Lesbiche e Bisessuali.
Riconoscendo, però, che le donne sembrano sempre arrivare per seconde, alcune persone hanno preferito riorganizzare l'ordine delle lettere in LGB, mettendo simbolicamente le donne davanti agli uomini.
La recente aggiunta dell'identità transgender completa l’elenco, ormai familiare: LGBT.

A differenza di lesbiche, gay e bisessuali, la categoria dei transgender non affronta la scelta del partner sessuale.
Affronta, invece, la discrepanza che alcune persone sperimentano, tra la categoria di sesso biologico a cui sono state assegnate, e la loro identificazione come donne o uomini.

Tuttavia, l'inclusione delle persone transgender, quando si considerano le sessualità alternative, non è del tutto arbitraria. Perché molti che si identificano come lesbiche, gay o bisessuali sperimentano discriminazioni e violenze per aver deviato dalla norma eterosessuale, e questo è anche il caso di coloro che si identificano come transgender.

Il paradigma (il paradigma di Khun) che inizialmente ha stabilito una distinzione semplice tra omosessualità ed eterosessualità è stato ampliato per comprendere una gamma più ampia di persone che si discostano dalla norma eterosessuale.
Se questo ampliamento è sufficiente a salvare il paradigma stabilito, servirà da esempio l'affermazione di Kuhn secondo cui alcune crisi possono essere risolte apportando aggiustamenti al paradigma.

Ora, Riconoscendo che le identità lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ossia le identità LGBT, non costituiscono un elenco esaustivo o esclusivo di alternative alla norma eterosessuale, alcuni modificano l'inventario aggiungendo una categoria aggiuntiva, come quella "Queer".

Il termine inglese significa “strano, bizzarro”, ma è invalso oramai l’uso offensivo che, nella lingua italiana, sta per finocchio, frocio… o lesbica, quando riferito a donne.

L'aggiunta del significato, diciamo così, interrogativo del termine “Queer” che significa strano, bizzarro, suggerisce che le identità sessuali si sviluppino nel tempo, forse come risultato della sperimentazione o dell'esplorazione. L'aggiunta di quest'altra categoria funge, così, da ultimo tentativo per coprire eventuali identità sessuali rimaste “inavvertitamente” omesse dall'elenco dettagliato.
La crisi (riferendosi sempre al paradigma di Khun) sembra risolversi rapidamente, man mano che si possono apportare modifiche al paradigma stesso.

Tuttavia, si rivela un'altra discrepanza tra il paradigma e il mondo umano, questa volta sotto forma di identità intersessuale.
L'intersessuato, come il transgender, non affronta la scelta del partner sessuale, e non è un orientamento sessuale in senso stretto.
Comunque, le persone intersessuali e le persone transgender, come quelle che si identificano come lesbiche, gay e bisessuali, violano la norma eterosessuale.

La continua necessità di tali aggiunte e aggiustamenti, alla fine può essere un'indicazione che il paradigma stabilito non può più essere salvato.

Nonostante l'espansione della gamma di alternative all'eterosessualità normativa, i recenti tentativi di salvare il paradigma, alla fine, rafforzerebbero il modello binario di sessualità umana.

Il modello, quindi, sarebbe binario in almeno altri due modi interconnessi:

1.In primo luogo, sarebbe binario perché postulerebbe un'opposizione sociale e sessuale tra femmina e maschio, femminile e maschile.
 

2.In secondo luogo, sarebbe binario in quanto postulerebbe un'opposizione sociale e sessuale, questa volta, tra:

  • forme di espressione sessuale (quelle consuete), rafforzando così la presunta opposizione tra femmina e maschio, femminile e maschile, e
  • tra queste, appena dette, e le forme di espressione sessuale che interrompono questa opposizione (cioè la categoria Queer).

Quindi, la teoria Queer in generale preferisce evitare il ragionamento binario e gerarchico, e in particolare evita la relazione al genere, al sesso e alla sessualità.
Questo è il motivo per cui la teoria Queer è notoriamente difficile da definire!

La teoria Queer, che sostituisce l'essenzialismo con il costruzionismo sociale (ma anche semantico), riconosce che il significato è trasmesso non dalle definizioni dei singoli termini, ma dalle relazioni contestuali tra i vari termini.

Preso alla lettera, Queer descrive qualcosa come insolito o inaspettato, ma ha anche una storia come insulto peggiorativo contro coloro che violano la norma eterosessuale.
Di fatto, la teoria Queer interrompe gli studi su lesbiche e gay, evitando contrasti binari tra femmina e maschio, femminile e maschile, omosessuale ed eterosessuale… e così via.

Tuttavia, la teoria Queer è compatibile con l'esistenza di identità femminili e maschili, identità omosessuali ed eterosessuali, identità transgender e varie altre identità che esistono all'interno del sistema binario.

Molto semplicemente, la teoria Queer non detta l'eradicazione delle categorie esistenti di genere, sesso e sessualità.
All'interno della teoria Queer, ciò che a volte viene descritto come un “rifiuto dei contrasti binari” può, forse, essere meglio descritto come costruzionismo sociale, rispetto a quei contrasti.

Ricordo qui, per rinfrescare il concetto, che l'essenzialismo è la convinzione che varie categorie di identità, come femmina e maschio, femminile e maschile, omosessuale ed eterosessuale, riflettano caratteristiche innate, le quali comprendono la natura fondamentale dei membri di tali categorie, mentre il costruzionismo sociale è la convinzione che tali categorie di identità siano sviluppi storici e culturali.

Questo non significa, necessariamente, che le caratteristiche innate non abbiano una base empirica, ma significa che le categorie sono empiricamente sottodeterminate.
Cosa significa che sono sottodeterminate?
La “sotto-determinazione” si verifica quando le prove empiriche, da sole, forniscono una base insufficiente per scegliere un paradigma, rispetto a un altro.

Quindi, riconoscendo, in base all’essenzialismo, che la sessualità sia unica per ogni singola persona, è difficile escludere, (per la faccenda della sottodeterminazione delle categorie), che ci sia qualcuno la cui sessualità sia insolita, inaspettata o in qualche modo Queer.
Ha senso, perciò, considerare come Queer anche alcune persone che, altrimenti, ci si potrebbe aspettare si identifichino unicamente come eterosessuali.

Ma la teoria Queer non riguarda solo una maggiore inclusione. Serve soprattutto a riconoscere che, mentre le categorie, in generale, potrebbero essere utili non sono, comunque, indispensabili per comprendere sé stessi e relazionarsi con gli altri; e anche le categorie più profondamente radicate sono soggette a revisione.

Il 17 maggio, solitamente, si celebra la “Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia” - indetta con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26/04/07.
Nella Circolare del Ministero dell’Istruzione si legge: “…i docenti e le scuole di ogni grado, nell'ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, sono invitati a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Per l'alto valore dell'iniziativa, si prega di assicurare un'ampia e tempestiva diffusione della presente nota presso tutte le istituzioni scolastiche”.

Sarà così anche quest’anno? Con un capo di Governo che i primi giorni del suo insediamento ha dichiarato pubblicamente: “la pace non si fa sventolando le bandiere tricolore”?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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