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Una voce fuori dal coro | La regina Rania di Giordania

Mentre a Gaza continuano le atrocità di questa guerra che Israele ha deciso di portare avanti sino all’annullamento non solo dell’identità palestinese, ma anche di una popolazione inerme composta di adulti e bambini, con il beneplacito dichiarato (“un cessate il fuoco sarebbe inopportuno”) dei suoi alleati Usa e Inghilterra e con il beneplacito coperto da un velo non troppo spesso per la verità, di ipocrisia dell’Unione Europea, una voce si è levata fuori dal coro: la regina Rania di Giordania.

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Manifestazione filo-palestinese ad Harvard University Campus con cartelli che accusano Israele di genocidio a Gaza.

Li ha accusati, finalmente, di “evidente doppio standard” per non aver condannato la morte di civili sotto i bombardamenti israeliani a Gaza. Parlando con Christiane Amanpour della CNN in un'intervista esclusiva, Rania ha detto: “Le persone in tutto il Medio Oriente, inclusa la Giordania, sono semplicemente scioccate e deluse dalla reazione del mondo a questa catastrofe che si sta verificando. Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a un evidente doppio standard nel mondo”.

"Quando è avvenuto il 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto di difendersi e ha condannato l'attacco avvenuto... ma quello che stiamo vedendo nelle ultime due settimane, stiamo vedendo il silenzio nel mondo"

"Questa è la prima volta nella storia moderna che si verifica una tale sofferenza umana e il mondo non chiede nemmeno un cessate il fuoco, quindi il silenzio è assordante – e per molti nella nostra regione rende complice il mondo occidentale”.

“Ci viene detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un'intera famiglia, sotto la minaccia delle armi, ma va bene bombardarli a morte? Voglio dire, qui c’è un evidente doppio standard. È semplicemente scioccante per il mondo arabo”.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres aveva lanciato un appello: “Chiedo un immediato cessate il fuoco umanitario per alleviare l’epica sofferenza umana a cui stiamo assistendo; troppe vite e il destino dell’intera regione sono in bilico”, ma il rappresentante di Israele, Gilad Erdan, con la tipica arroganza che li caratterizza, ha addirittura chiesto le sue dimissioni.

Anche il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, presente al vertice ha risposto senza freni alle parole di Guterres respingendo la sollecitazione a un cessate il fuoco. “Ditemi, qual è una risposta proporzionata all’uccisione di bambini, allo stupro di donne e al loro incendio, alla decapitazione di un bambino?” Ha chiesto Cohen. “Come puoi accettare un cessate il fuoco con qualcuno che ha giurato di uccidere e distruggere la tua stessa esistenza?”

E ha concluso che Israele ha non fornirà visti ai funzionari delle Nazioni Unite.

Ora, anche una mente infantile capirebbe che non si può giustificare la punizione di un innocente, semplicemente mettendogli all’occhiello un distintivo; eppure gli ebrei lo vissero di persona, quando furono massacrati dal regime nazista che li etichettò con la “Stella di Davide” cucita sui loro pigiami a righe. Ma, evidentemente, gli ebrei di allora non erano la stessa “nazione” dello Stato di Israele di oggi… Questi qui hanno deciso di sterminare, così come fece Hitler con i loro nonni.

E gli occhi del mondo o meglio degli attori internazionali, sono troppo foderati di strategie politiche ed elettorali, tattiche, alleanze e quanto di peggio si possa tirar fuori.

Gli Stati Uniti, con in testa il loro presidente Joe Biden, il quale sta tirando fuori il “peggio” del suo mandato, hanno perso definitivamente il ruolo di ago della bilancia dell’equilibrio mondiale che vantavano (o forse, alla luce dei fatti, si arrogavano) nel Sistema Bipolare.

La sua veneranda età avrebbe dovuto, come normalmente ci si aspetta, dimostrare una saggezza super partes, ma si è fatto superare persino dal 98enne ex Segretario di Stato Henry Kissinger il quale, recentemente, ha ricevuto le lodi del leader cinese Xi Jinping con le parole “Gli Stati Uniti hanno bisogno della sua saggezza”.
Ma no, in un mondo privo di una visione morale e strategica, “zio Joe” soffre di Basorexia per “Bibi” e questo, evidentemente, gli offusca la ragione.

In realtà sono in molti, negli Stati Uniti, a soffrire di questo impulso. Anche l’appena eletto Presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, un cristiano evangelico, ha legami con l’estrema destra israeliana. Descrisse la sua visita del 2020 al Monte del Tempio di Gerusalemme come “l’adempimento di una profezia biblica”.

È la vittoria più significativa finora ottenuta dal movimento filo-israeliano dei cristiani evangelici americani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu e i suoi alleati – incluso l’ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Ron Dermer – hanno sottolineato pubblicamente e privatamente l’importanza del sostegno evangelico.

“Israele dovrebbe spendere più energie per rivolgersi agli evangelici americani che agli ebrei, che sono “sproporzionatamente tra i nostri critici” ha detto, a maggio, l’ex ambasciatore israeliano a Washington, definendo gli evangelici “la spina dorsale del sostegno di Israele negli Stati Uniti”.
Per la maggior parte degli evangelici negli Stati Uniti, certamente per molti di loro, Israele è una delle questioni più importanti. Per alcuni è il numero uno. Per altri, forse è il numero due o il numero tre. È molto raro sentire gli evangelici criticare Israele.”

L’allora rappresentante della Louisiana Mike Johnson si recò in Israele nel febbraio 2020. La prima tappa, durante la visita organizzata, fu al Kohelet Policy Forum, il think tank conservatore che è stato un importante partner negli sforzi del Governo Netanyahu per indebolire il sistema giudiziario.

Novanta leader evangelici – poi raggiunti da quasi altri 2.000 – hanno firmato una dichiarazione affermando: “In linea con la tradizione cristiana della Guerra Giusta, affermiamo anche la legittimità del diritto di Israele di rispondere contro coloro che hanno avviato questi attacchi poiché “Romani 13” garantisce ai governi il potere di portare la spada contro coloro che commettono atti così malvagi contro la vita innocente”.

Insomma, gira che ti rigira, i compari si ritrovano sempre, anche quando la posta in gioco è la devastazione della civiltà. Ma a che serve la storia?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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