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Nulla cambia se non si vota

Il PdL di Berlusconi avrebbe dovuto perdere le elezioni in percentuale drammatica. Questo sarebbe accaduto in qualsiasi altro paese con un’informazione libera, dove il pubblico sarebbe stato informato della sfilza di scandali che hanno coinvolto lui e il suo partito nell’ultimo anno. Ma in Italia il 70% almeno della popolazione ha saputo poco o niente, perché il monopolio dell’informazione e il conflitto di interessi servono appunto a questo.

Nulla cambia se non si vota

La partita elettorale in Italia è sempre truccata da questo semplice fatto, e pochi si rendono conto di quanto lo sia. Anche l’alto astensionismo è legato a questo. Molta gente non va a votare perché pensa che la destra e la sinistra siano uguali e che non valga la pena scegliere l’una o l’altra. Ma questo ragionamento è profondamente sbagliato. Intanto perché non è affatto vero che la destra e la sinistra sono uguali. La prima è corrotta a molteplici livelli, locali e nazionali, ipocrita e ha come capo assoluto un uomo che controlla l’informazione e aspira a una gestione autoritaria, personale e populista del governo che mina le basi stesse della Costituzione e vuole distruggere la divisione dei poteri, fondamento della democrazia. La sinistra è solo leggermente meno corrotta e ipocrita ma perlomeno non ha né potrebbe mai avere un simile controllo sull’informazione.
 
Soltanto questo sarebbe un ottimo motivo per votare la sinistra invece della destra: i politici che non controllano l’informazione sono costretti a rispondere al popolo dei loro errori, non li possono nascondere con la propaganda. Ma questo è appunto il motivo per cui molta gente vota la destra invece della sinistra. 

Un’altra ragione per cui l’astensionismo è profondamente sbagliato è che la scelta negli ultimi 15 anni in Italia è sempre stata tra chi farebbe una mediocre gestione dei beni pubblici e chi vuole impadronirsi della nazione e farne quello che vuole per fini privati. Per quanto la prima scelta sia poco allettante, la seconda è un grave pericolo contro cui ogni persona dotata di coscienza civile dovrebbe lottare.
Infine l’astensionismo è profondamente sbagliato perché non è vero che le cose possono davvero cambiare soltanto con una rivolta o una rivoluzione: l’Italia è il paese in cui nella storia ci sono state infinite piccole rivolte, ma nessuna di esse è mai divenuta una rivoluzione. Non ci sarà mai nessuna rivoluzione in Italia, e comunque non ha senso cercare la rivoluzione quando le cose potrebbero facilmente essere cambiate con un voto. 

I tanti che si vantano di non aver votato dicono che sarebbe stato inutile farlo per scegliere tra il male e il peggio, credono di essere cittadini liberi e non si accorgono di essere stati profondamente manipolati dal cinismo della politica a loro insaputa. Ormai convinti che il loro singolo voto non conti nulla, pensano che la democrazia sia ormai priva di senso. Eppure se il 40% di astenuti di queste elezioni avesse votato in gran parte, anche solo come protesta, per qualche piccolo partito, sarebbe riuscita a scardinare gli attuali equilibri politici dell’Italia. E questo sarebbe stato di per sé un grande cambiamento democratico. 

Si illude chi pensa che la politica sia qualcosa che si può evitare e ignorare perché separata dalla vita di tutti i giorni. Non è affatto così, perché i politici che accedono al potere decidono della nostra vita, del nostro lavoro, della nostra democrazia, del nostro ambiente, dei nostri figli così come vogliono, senza aver incontrato nemmeno una simbolica, dignitosa resistenza civile. 

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