Nulla cambia se non si vota
Il PdL di Berlusconi avrebbe dovuto perdere le elezioni in percentuale drammatica. Questo sarebbe accaduto in qualsiasi altro paese con un’informazione libera, dove il pubblico sarebbe stato informato della sfilza di scandali che hanno coinvolto lui e il suo partito nell’ultimo anno. Ma in Italia il 70% almeno della popolazione ha saputo poco o niente, perché il monopolio dell’informazione e il conflitto di interessi servono appunto a questo.
Un’altra ragione per cui l’astensionismo è profondamente sbagliato è che la scelta negli ultimi 15 anni in Italia è sempre stata tra chi farebbe una mediocre gestione dei beni pubblici e chi vuole impadronirsi della nazione e farne quello che vuole per fini privati. Per quanto la prima scelta sia poco allettante, la seconda è un grave pericolo contro cui ogni persona dotata di coscienza civile dovrebbe lottare.
Infine l’astensionismo è profondamente sbagliato perché non è vero che le cose possono davvero cambiare soltanto con una rivolta o una rivoluzione: l’Italia è il paese in cui nella storia ci sono state infinite piccole rivolte, ma nessuna di esse è mai divenuta una rivoluzione. Non ci sarà mai nessuna rivoluzione in Italia, e comunque non ha senso cercare la rivoluzione quando le cose potrebbero facilmente essere cambiate con un voto.
I tanti che si vantano di non aver votato dicono che sarebbe stato inutile farlo per scegliere tra il male e il peggio, credono di essere cittadini liberi e non si accorgono di essere stati profondamente manipolati dal cinismo della politica a loro insaputa. Ormai convinti che il loro singolo voto non conti nulla, pensano che la democrazia sia ormai priva di senso. Eppure se il 40% di astenuti di queste elezioni avesse votato in gran parte, anche solo come protesta, per qualche piccolo partito, sarebbe riuscita a scardinare gli attuali equilibri politici dell’Italia. E questo sarebbe stato di per sé un grande cambiamento democratico.
Si illude chi pensa che la politica sia qualcosa che si può evitare e ignorare perché separata dalla vita di tutti i giorni. Non è affatto così, perché i politici che accedono al potere decidono della nostra vita, del nostro lavoro, della nostra democrazia, del nostro ambiente, dei nostri figli così come vogliono, senza aver incontrato nemmeno una simbolica, dignitosa resistenza civile.
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