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Non solo Detroit. Marchionne e la delocalizzazione Fiat in Serbia

Kragujevac è la città serba che più di ogni altra ha foraggiato la guerra nei Balcani. Nelle industrie cittadine infatti, fino agli ‘90 si producevano armi di vario tipo, munizioni per pistole e i migliori fucili da cecchino, ma anche veicoli ad uso militare e commerciale che venivano venduti in tutti i Balcani. Zastava è il nome della fabbrica cittadina, che si può dire abbia contribuito al successo di tutti i regimi serbi dalla seconda metà del XIX secolo, periodo in cui è stata fondata.

Prima della guerra del 1999 gli stabilimenti della Zastava contavano circa 40.000 dipendenti.
Dopo anni di cassa integrazione e dopo gli accordi presi con il governo serbo nel 2008, oggi Kragujevac è sinonimo di Fiat (anche se il primo accordo risale addirittura al 1953), tanto da poter essere definita la Mirafiori, o forse sarebbe meglio dire la Detroit, dei Balcani: sono circa 1.000 i dipendenti che lavorano sulla linea di produzione della Fiat Punto Classic.

Il governo serbo e la Fiat hanno creato la Fas (Fiat Automobili Serbia) e la Serbia ha concesso alla Fiat incentivi di ogni tipo, che difficilmente si sarebbe vista riconoscere altrove. Tutti gli impianti della fabbrica Zastava, con annessi 67 ettari di terreno (e altri 70 promessi) sono stati regalati alla Fiat. Inoltre ulteriori sovvenzioni sono state date per gli operai assunti e per la vendita delle automobili.

A Kragujevac attualmente ha luogo la produzione in serie del nuovo modello Fiat destinato all'esportazione, la "500 L".

Questo mentre Marchionne non manca di paventare lo snellimento o addirittura la chiusura di questo o di quello stabilimento italiano, come già accaduto a Termini Imerese.

Le ragioni di questo apparente controsenso sono diverse. Da un lato influisce, certamente, il minor costo del lavoro degli operai serbi (il salario medio di un operaio della Fiat serba, a tempo pieno, è di 270 euro). Ma dall’altro la Fiat non cessa di ricevere sovvenzioni e contributi dal governo serbo.

La stampa locale racconta che, in base ai precedenti accordi, lo Stato avrebbe dovuto versare entro quest'anno 90 milioni di euro alla Fas. Dopo alcuni problemi e frizioni legati al cambio di governo, è stato raggiunto un nuovo accordo: entro la fine di quest’anno il governo di Belgrado sborserà 50 milioni di euro, mentre gli altri 40 seguiranno l'anno prossimo. A questi si aggiunga il prestito di 500 milioni di euro che la Banca europea per gli investimenti ha garantito per lo stabilimento serbo.

Prima del 2013 Marchionne conta di produrre 30mila esemplari della nuova "500 L", un’auto composta per il settanta per cento in Serbia.

L’A.D. Fiat sarà a Kragujevac martedì per incontrare il presidente serbo Nikolic. L’accordo prevedrebbe che per Fiat l’impegno di arrivare almeno a 2500 lavoratori con l'idea di tornare più o meno al numero che impiegava Zastava. A Kragujevac dovrebbero poi aprire altre 14 fabbriche legate a Fiat fra cui Magneti-Marelli e Iveco. Totale: 30 mila posti di lavoro. Fuori dall’Italia.

Chissà cosa ne pensano a Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Melfi.

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.232) 3 settembre 2012 12:03

    Prima di andare all’estero il minchionne restituista tutti i soldi che a preso dallo stato utagliano compresi quelli stanziati dalla ue all’epoca di monti.
    Dopo di che può anche sparire lui e la stirpe ( non dimentiamo gli interessi di chi cura) configli debosciati che ci cela alle sue spalle.
    Per il resto è sempliocemente ridicolo come uomo ma ancor più come manager. Basta solo ricordare che predica il libero mercato ma nella realtà installa i propri stabilimenti ove le agevolazioni e i sussidi sono lauti.
    Praticamente un volgare predica bene ma razzola male e poi si stupisce se in itaglia ed in generale in europa nessuno compra più i suoi bidoni pagati con i soldi di tutti noi.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.25) 3 settembre 2012 11:31

    Il prestito della BCE é stato garantito da Monti quando é andato a BELGRADO in primavera. Kragujevac é una fabbrica costruita già a suo tempo con i soldi dei contribuenti italiani a riparazione dei danni di guerra, dove la FIAT continuò la produzione dei modelli superati dalla 600 alla 1300 alla 128ed altri. Strano ma sia ai tempi della guerra con la Croazia che in quelle successive gli interessi FIAT e VW sono rimasti non toccabili da cannoni o missili. Al contrario di altri settori ( tessile e legno) dove le industrie italiane sono presenti in Serbia, alla FIAT di colà esistono delle condizioni di lavoro a livello embrionale come quelle che si vorrebbero portare qui da noi. Per spiegarmi meglio negli altri settori citati é normale lavorare 6 giorni alla settimana, chi va in ferie significa che é ricco quindi quando torna non trova più il posto di lavoro, dal medico si va o di notte o alla domenica possibilmente senza essere visti, per le donne giovani lo ius primae noctis é un sacrosanto dovere, gli unici ad essere meglio pagati sono i vigilantes, i contributi previdenziali si pagano quando l’ azienda si ricorda, ecc.

  • Di (---.---.---.232) 3 settembre 2012 12:03

    Prima di andare all’estero il minchionne restituista tutti i soldi che a preso dallo stato utagliano compresi quelli stanziati dalla ue all’epoca di monti.
    Dopo di che può anche sparire lui e la stirpe ( non dimentiamo gli interessi di chi cura) configli debosciati che ci cela alle sue spalle.
    Per il resto è sempliocemente ridicolo come uomo ma ancor più come manager. Basta solo ricordare che predica il libero mercato ma nella realtà installa i propri stabilimenti ove le agevolazioni e i sussidi sono lauti.
    Praticamente un volgare predica bene ma razzola male e poi si stupisce se in itaglia ed in generale in europa nessuno compra più i suoi bidoni pagati con i soldi di tutti noi.

  • Di (---.---.---.254) 3 settembre 2012 17:46

    Probabilmente l’utente medio italiano si è reso conto che per anni, la fiat non ha fatto altro che prendere per i fondelli gli italiani con prodotti scadenti e finti sconti. E’ quindi naturale che io, così come moltissimi altri, ci rivolgiamo verso produttori stranieri seri e competenti che, magari facendoci spendere poco di più, non rifilano catorci inaffidabili ma prodotti avanzati e qualitativamente affidabili.

  • Di alfadixit (---.---.---.25) 3 settembre 2012 21:33
    alfadixit

    Bravo xxx.254 un’ideona intelligente così quel poco di lavoro che ancora c’è andrà all’estero. Per colpa di quei minchioni che la pensano come te i tedeschi si arricchiscono e se la ridono alle nostre spalle e Marchionne ride pure perchè a casa lui non ci va. Forse però tuo figlio sì, perchè impoverire il paese non fa bene a nessuno. Quelli come te dovrebbero andare a vivere in Germania perchè almeno non fanno danno

    • Di (---.---.---.228) 4 settembre 2012 00:06

      Quello che tu chiami lavoro è "lavoro a ricatto" un ricatto come all’ilva "salute oppure lavoro".
      I perddaballe invece come te tengono ancora in piedi questo minchionne. Lo vuoi capire che è proprio il ricatto che vogliono? I veri imprenditori vanno via per colpa dello stato esoso e sprecone, della corruzzione, delle tasse etc..Se cessasse questa condizione ovvero se non ci fosse più questa classe politica probabilmente ritornerebbero. Questo invece, sto minchionne non fa altro che girare il mondo per prendere sussidi sotto qualsiasi forma visto che in itaglia gli hanno chiuso i ribinetti e da quel momento sono iniziati i problemi.
      La fiat deve diventare conme l’alfa romeo prima che la svendesse l’altro sveglione di prodi.
      Poi vedrai che allora tutto cambierebbe

  • Di (---.---.---.213) 4 settembre 2012 09:22

    anche lo stato italiano dovrebbe convertire da fiat a ford o altre case automobilistiche facendo la stessa cosa come in serbia. e se dovesse reclamare la paternità dei suoi impianti gli presenteremo il conto da parte del popolo italiano....vediamo se minchionne parla ancora ?? ma non succederà mai, perche con il governo di spaventapasseri che ci ritroviamo cederemo sempre al ricatto di quel pavone svizzero


  • Di (---.---.---.180) 4 settembre 2012 09:51

    I so solo che, ricatto o non ricatto, loro lavorano, noi siamo in cassa, sul groppone dello stato finchè dura, poi passeremo da poveri a pezzenti. Il resto è qualunquismo da Landini che però non si mangia. Del resto Marchionne va dove gli conviene, come fanno tutti. Credo che cambiare il mondo sarà piuttosto difficile e sta di fatto che Toyota ha rilevato le partecipazioni Fiat in Francia ma non in Italia. Cioè loro lavorano noi no. Queste solo le cosa da capire e sanare senza continuamente prendersela coi politici, l’euro, le banche, Babbo Natale. E se la soluzione è comprare macchiene tedesche allora credo che ci serva uno psichiatra e non un primo ministro.

  • Di (---.---.---.26) 5 settembre 2012 01:46

    @180
    Io invece so soltanto che con gente come te non andremo da nessuna parte.
    Ma cosa pensi, se in europa bene o male tutti no sono conbinati come noi ci sarà eppur un motivo? Lavorano gli operai forse nemo di noi? No Guadagnano meno soldi di noi? No Hanno meno diritti di noi? No Allora ci sarà forse un motivo che va ricercato in chi prima ed ora non sta facendo nulla per il popolo itagliano ma sta pensando come prenderci quella poca ricchezza e industria che ci è rimasta per sanare un debito che è stato fatto da chi prima c’era.
    Forse è meglio che vai a farti vedere tu perchè hai dei seri problemi di comprendonio. Non hai ancora compreso che tutti i nostri politici, compreso i tecnici, non hanno mai risolto nulla, scritto nulla ed inventato nulla.
    Svegliati!

  • Di (---.---.---.38) 16 settembre 2012 12:32

    Cari concittadini come si fà a restare in italia con questa classe dirigente ? (Tasse , energia ecc. ..... più alte d’europa).

    La Fiat in Italia quanto vende ? La Renault in Francia quanto vende? E la WolskWagen in Germania Quanto vende? 
    Cari concittadini con questi numeri non andiamo da nessuna parte.

    Speriamo che Dio salvi l’Italia.

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