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#SALVIAMOCAPOCOLONNA, a Crotone si veglia sull’archeologia

Questa è una storia di mala politica, di cattiva amministrazione e di spreco di risorse, ambientata in Calabria. Niente di nuovo, si direbbe. Ma stavolta il finale potrebbe essere diverso.

Capo Colonna è un promontorio poco distante dal centro di Crotone, in Calabria. Qui si era fermato Eracle di ritorno dalla Spagna con i buoi sottratti a Gerione che, nel subire un tentativo di furto delle mandrie da parte di Lakinios, lo uccise, ed assieme a questi, per errore, ferì a morte anche il figlio Kroton, eponimo della città che lì sarebbe stata fondata. 

Qui soprattutto sorgeva uno dei santuari più importanti della Magna Grecia, dedicato a Hera Lacinia, la più importante tra le dee, moglie di Zeus e madre di numerosi dei ed eroi. Oggi del santuario resta solo una colonna, che dà il nome all’intero promontorio.

Da qualche tempo a Capo Colonna sono iniziati i lavori relativi all'intervento in atto nel Parco Archeologico, da parte della Soprintendenza, unitamente al Comune. 2,5 MILIONI DI EURO il costo dell’operazione, direttamente da Bruxelles. SPA 2.4 "Capocolonna (KR) Ampliamento delle conoscenze della realtà archeologica e messa in sicurezza delle strutture archeologiche riportate in luce", il nome del progetto.

Tutto bello. Succede però l’imprevisto. L'intervento in questione, riporta alla luce i resti dell'antico Foro di età romana. Che fare? Niente paura, la soluzione è dietro l’angolo. Si decide infatti la ricopertura e la pavimentazione dell'area medesima, e la sua destinazione (implicita) a parcheggio. UN PARCHEGGIO SUI RESTI DEL FORO ROMANO: sembra incredibile ma è così. E pensare che l'intervento è finanziato con fondi per la valorizzazione dei beni culturali ed archeologici del Parco di Capo Colonna, ma (come è chiaro a chiunque si rechi sul posto) rischia di danneggiare irrimediabilmente i manufatti emersi dagli scavi.

La vicenda non passa inosservata. In Parlamento risultano depositate tre interrogazioni rivolte al Ministro Franceschini, due alla camera (Paolo Parentela del M5S ed Enza Bruno Bossio del PD, i primi firmatari) e una al Senato, presentata da Nicola Morra. 

Quest'ultimo è anche intervenuto in Aula, al Senato, a margine della discussione sulla legge elettorale, denunciando quanto accaduto a Crotone, e lo stesso ha fatto durante “La Notte dell’Onestà”, davanti a 150 mila persone giunte a Piazza del popolo, a Roma.

A seguito di ciò il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomia, Maria Carmela Lanzetta, con apposita lettera datata 15 gennaio, ha scritto al Ministro chiedendo conto della situazione.

Ma la cosa più bella di tutta questa storia è che sl uposto si è creato un presidio permanente di cittadini, che sono rimasti lì giorno e notte a difesa del Parco archeologico, cosa di per sé straordinaria, ma ancor di più quando avviene in una terra come la Calabria, dove spesso regnano omertà e indifferenza. Il presidio è rimasto fino a quando il Sindaco non ha annunciato la sospensione dei lavori in attesa che si pronunci il MIBACT.

Lunedì 2 febbraio a Capo Colonna sono giunti gli ispettori. E chi hanno trovato ad aspettarli? I cittadini e le associazioni di Crotone, che hanno spiegato quanto scellerato sia il progetto in atto, e mostrato un’alternativa meno invasiva e più economica.

Tutte queste energie confluiranno in un grande evento aperto alla cittadinanza, chiamato “Progetti e idee per Capo Colonna”, che si terrà il prossimo 20 febbraio, e che potrebbe rivelarsi il primo grande esperimento di condivisione attiva applicato all’archeologia e al turismo.

Tutto questo accade a Crotone, in Calabria. Prima però, bisogna rimuovere il cemento che copre i resti del foro romano.

Lei che ne dice, Ministro Franceschini?

Qui il servizio-inchiesta della trasmissione Rai "Alle falde del Kilimangiaro". 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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