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Niente manette per gli evasori

La Corte dei Conti lancia l'allarme; il carcere per gli evasori - previsto in alcuni casi dalla legge - rimane inapplicato.

In un paese come il nostro, malato di un garantismo ormai patologico, soprattutto ai vertici (emblematico il caso del blitz a Cortina cui son seguite grida e strali dei soliti politici e vip di varia natura), già un'affermazione come quella della magistratura contabile è destinata a scatenare un putiferio.

Nell'ambito del programma dei controlli sulla spesa pubblica per il 2012, il governo e l'amministrazione finanziaria pretendono una lotta senza esclusione di colpi all'evasione fiscale; e così finalmente qualcuno dice quello che - apparentemente - i media "ufficiali" e la nostra classe dirigente in toto o quasi sembrano ignorare, e cioè che per combattere l'evasione non serve diminuire le tasse (pagare meno per pagare tutti è una colossale presa per i fondelli in quanto risulta palese come un'evasore preferisca di gran lunga il pagare nulla rispetto al pagare meno), o avviare fantasmagorici studi di assurdamente inutili commissioni parlamentari, bensì è necessario sbattere in galera gli evasori come si fa, ad esempio, in America (non proprio un modello di virtù in campo giudiziario, ma in quest'ambito certamente all'avanguardia come dimostra il famoso caso di Al Capone - potentissimo boss dei tempi del proibizionismo - incastrato per un'evasione fiscale).

Finalmente la Corte ha annunciato che "sarà analizzato quanto negativamente incida la normativa sulle prescrizioni dei reati e quanto pesino i tempi di emersione della notitia criminis, tenendo conto dell'esperienza maturata con riguardo alle fattispecie di reato abrogate con la riforma del 2000" e, al di là dell'astruso linguaggio giuridico, questo è un segnale estremamente positivo per il nostro paese.

Se poi a queste esternazioni il governo rispondesse con leggi ad hoc (magari inasprendo le pene) e soprattutto abrogando certe leggi-vergogna degli ultimi vent'anni, allora sì che potremmo vedere tutti quanti una luce in fondo al nero tunnel in cui siamo da tempo costretti.

Da non sottovalutare anche il problema delle riscossioni effettive: che si aggirano, ad oggi, intorno al 10-12% del totale dell'imponibile accertato (dati Cgia) un dato che va per forza di cose migliorato.

La situazione insomma non è certo rosea - per usare un eufemismo - ma forse si comincia a intravvedere un barlume di speranza. Come un raggio di sole a squarciare le coltri d'una tempesta.

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