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Nessuna presenza femminile nel nuovo parlamento in Kuwait

Un'assemblea nazionale di soli uomini quella eletta lo scorso 5 dicembre in Kuwait. Il parlamento ha un ruolo consultivo. Gli affari di stato vengono gestiti dall'emiro. Da anni gli emiri regnanti garantiscono ai cittadini kuwaitiani una redistribuzione della ricchezza che deriva dal petrolio

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Sabato 5 dicembre si è votato per le elezioni legislative 2020 in Kuwait. Le prime dopo la salita al potere del nuovo emiro Nawaf al Ahmad al Jaber al Sabah. L'affluenza è stata intorno al 60%, al di sopra delle aspettative. E molti occupanti di un seggio non sono stati confermati, lasciando intravedere un possibile cambio di rotta politico in un paese che cerca di diversificare la propria economia dall'export di petrolio. 

Come riporta Agenzia Nova, le urne hanno prodotto un'Assemblea nazionale di soli uomini, nonostante ai nastri di partenza ci fossero 31 donne, il numero più alto di sempre. Solo 19 dei 44 membri della scorsa legislatura sono stati rieletti, sottolinea Agenzia Nova, che mette in luce anche il ritorno di Hasan Johar, che era stato già parlamentare circa venti anni fa e che ha totalizzato un numero record di preferenze.

Nelle prossime settimane è prevista la scelta da parte dell'emiro di un nuovo gabinetto di governo che verrà poi sottoposto alla fiducia dell'Assemblea. Per il momento l'emiro ha riconfermato lo sceicco Sabah al-Kahlid Sabah come primo ministro del Kuwait. La sua funzione è quella di mediare fra governo e parlamento mentre gli affari di stato sono condotti dall'emiro.

In altre parole una forma di stato di tipo monarchico, dove tuttavia i poteri dell'emiro sono temperati dalla presenza del Parlamento.

Il potere degli emiri si regge su una capacità di rendere ricchi tutti i cittadini kuwaitiani, grazie alla redistribuzione dei proventi del petrolio. I cittadini kuwaitiani sono meno di un milione e tutti i lavori manuali o più umili vengono svolti da una emigrazioni pakistana e indiana.

 

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