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Nel Far West della provincia di L’Aquila

Anche quella mattina di inizio ottobre dell'anno 2020, come di consueto, uscii di casa per fare una passeggiata in compagnia della mia cagnolina. Insieme, ci incamminammo lungo la strada che, dalla piazzetta adiacente la mia abitazione, a Cerchio, un piccolo agglomerato antropico ubicato sulla proda orientale dell'ex lago Fucino, nella provincia di L'Aquila, conduce verso quello che, fino a qualche anno fa, era conosciuto come “Sentiero della SS Trinità”: vale a dire, verso una chiesetta eretta a custodia della effigie della medesima e riciclata recentemente, in chiave consumistica, attraverso una stridente metamorfosi orwelliana, in “Area Montana Attrezzata SS.Trinità”. 

Si è così surrettiziamente riconvertito un percorso religioso in ambito rigorosamente turistico, come confermato del resto dalla relativa segnaletica stradale apposta dal Comune di Cerchio con il patrocinio del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Percorrendo quella strada, si incontrano gli altarini in muratura delle stazioni della “via Crucis”; parimenti, ci si imbatte nei terreni adibiti a orti e all'allevamento di animali domestici da parte degli abitanti del luogo; così come si incontra una fabbrica di fuochi pirotecnici. Un'altra di queste costruzioni, si scorge a breve distanza dalla strada. Ci si imbatte altresì in una stalla destinata al ricovero di centinaia di ovini.

Si desume agevolmente che stiamo riferendo di una zona piuttosto frequentata dalle persone più disparate: da coloro che vi si rechino per fare una salutare passeggiata all'aria aperta, a coloro che lo facciano per la pratica di attività sportive o religiose.

Ebbene, quella mattina, proprio a ridosso delle abitazioni periferiche del paese, mi giunse l'eco di alcuni colpi di arma da fuoco. Sentii sibilarmi accanto le pallottole provenienti dalle micidiali carabine usate dagli uccisori di cinghiali (1). Sul momento, tanto io quanto la cagnolina, restammo disorientati. Non ci rendevamo conto di quello che stava succedendo. Subito dopo, però, intuii la gravità del pericolo che correvamo. Allora, istintivamente, mi accovacciai per terra. Cercai così di proteggere la bestiola con il mio corpo. Ma gli spari non cessavano; anzi, si facevano sempre più prossimi, unitamente con le sconclusionate grida di quegli scellerati. A quel punto, stringendo sul mio petto la cagnolina ormai terrorizzata, di corsa cercai di ripararmi meglio sotto il muro di cinta della più vicina abitazione. Purtroppo, però, neppure così mi sentivo al sicuro. Per cui, decisi di rischiare: stringendomi sempre addosso la piccolina, cercai miglior riparo dietro uno spazio delimitato dal muro di recinzione della stessa abitazione. Intanto, quegli sciagurati seguitavano a sbraitare e a sparare.

Non è marginale rilevare che, il giorno successivo, tornando in quel luogo, scorsi, seminascosto dietro un cespuglio, il corpo senza vita di un cinghiale che quegli irresponsabili non si erano preoccupati di recuperare. Questo a conferma del fatto che cotali aitanti “ominicchi”, come li definisce il giornalista e scrittore Gianni Lannes (2), vadano a zonzo sparacchiando per mero diletto.

Cessati gli spari, mi incamminai verso casa. Dopo essermi ripreso dallo spavento, telefonai al comando della locale stazione dei carabinieri per far presente l'accaduto. Purtroppo, la stessa risultava essere fuori servizio. Così mi rivolsi al comando di compagnia dei carabinieri di Avezzano, da dove rispose un militare, il quale, dopo aver precisato che il comandante era fuori per servizio, aggiunse che, al suo rientro, lo avrebbe messo al corrente dell'accaduto. Questo succedeva il 5 ottobre del 2020.

Nel pomeriggio del giorno seguente, ricevetti la telefonata del colonnello comandante i carabinieri forestali di L'Aquila, al quale il capitano di Avezzano aveva riferito della mia chiamata.

Dopo aver ascoltato la versione dei fatti, l'ufficiale, con una inattesa cortesia, mi rassicurò sottolineando che si sarebbe subito attivato per scongiurare il ripetersi di un simile episodio. Aggiunse inoltre che avrei potuto contattarlo nei giorni seguenti per tenerlo meglio al corrente della situazione.

In effetti, già il giorno dopo, vennero alcune pattuglie dei carabinieri forestali per procedere ai rilievi del caso. Ebbene, da allora, l'intera area fu bonificata dalla presenza degli uccisori di cinghiali. Il che rendeva conto dell'encomiabile iniziativa adottata dal colonnello, al punto che, dopo qualche giorno, lo chiamai per ringraziarlo dell'iniziativa adottata.

Purtroppo, ai primi di ottobre del 2022, ad appena qualche metro di distanza dal luogo in cui fui vittima di quella barbarie, ho scorto, con non poca sorpresa, la presenza di un cartello di pericolo. Per essere precisi, si tratta di un solo cartello. Proprio così: un solo cartello, valido per l'intera area! Lo stesso è stato apposto per segnalare una battuta in corso di caccia al cinghiale! Alla vista di quella tabella mi ha pervaso un profondo senso di angoscia. Ormai, mi son detto, non posso di nuovo uscire fuori casa senza correre il rischio di esser preso a fucilate.

Immediatamente, ho segnalato la circostanza ai carabinieri locali e al comando aquilano dei carabinieri forestali. Purtroppo, questa volta non ho trovato il precedente colonnello. Al suo posto mi sono imbattuto in un altro comandante. Il quale, fornendo l'impressione di voler assicurare un intervento rapido ed efficace, si è di fatto completamente disinteressato al problema. Con questo spirito infatti è venuto a fare un sopralluogo, domenica 16-10-2022 alle ore 15,30. Insieme, abbiamo fatto una apposita ricognizione, nel corso della quale ha potuto rendersi personalmente conto della gravità della situazione, oltre che per rilevare direttamente la presenza della tabella in questione. Dopo aver preso atto della situazione, è quindi ripartito per L'Aquila, promettendo di ovviare rapidamente a quel macroscopico e anacronistico paradosso.

Successivamente, alcune pattuglie dei carabinieri forestali sono venute a confermare la pericolosità della situazione. Quel che non convince di quelle ricognizioni è perché le stesse, pur assistendo alla flagrante reiterazione dei reati, e pur di fronte a quel solitario cartello di pericolo, apposto peraltro a ridosso di una abitazione e di una chiesa (sic!), non siano intervenute per far rispettare la legalità. Bisogna precisare inoltre che, sicuramente dietro le mie insistenze, qualcuno abbia convinto quegli “ominicchi” a mettere almeno parzialmente a norma la loro unica segnalazione presente, aggiungendo i nomi del capo squadra e del suo vice.

Da allora ho ripetutamente contattato il colonnello aquilano dei carabinieri forestali. Ma invano. Tanto lui, quanto i suoi subalterni, hanno sempre fornito risposte evasive, riferendo di “trattative” in corso, non si sa con chi e a quale titolo, visto che alle forze dell'ordine competa l'imperativo dovere di assicurare la esclusiva ottemperanza alla vigente normativa.

Del problema ho investito altresì il comando provinciale dei carabinieri, sempre di L'Aquila. Il quale, al pari dei suoi colleghi forestali, si è impegnato a contattarmi. Cosa che, però, finora, non ha fatto. Perché? Non è dato saperlo. Evidentemente, per la specifica formazione professionale, è normale che il passante venga preso a fucilate da un coacervo di “ominicchi” abbacinati dalla omicida compulsione di macellare povere bestie indifese introdotte per di più ottusamente in un habitat per loro a dir poco inidoneo (3).

A preoccupare ulteriormente, si aggiunge il fatto che il fenomeno risulti piuttosto diffuso nella zona (4). Questo si riconduce sicuramente alla obiettivazione secondo la quale, nell'odierno contesto socioantropologico, quella che dovrebbe esprimersi come “coscienza civile”, risulti mortificata come vuota affermazione. Perciò nessuno fa' sentire la propria voce di dissenso. E qualcuno che si sia azzardato a farlo, come nel caso degli abitanti di Massa d'Albe (4), sempre nella provincia di L'Aquila, si sia impantanato in un contesto di deprimente latitanza istituzionale. La stessa situazione si ripropone nel caso dei fuochi pirotecnici, che, nel più preoccupante oblio di un minimo senso civico, vengano accesi davanti alle porte e sotto le finestre di persone oggettivamente impossibilitate a far valere i propri fondamentali diritti inerenti la sicurezza personale (5, 6, 10). Come pure per i requisiti dell'accesso al pascolo (7), oppure per la vaccinazione dei neonati (8), o per la strage di cani, e non soltanto!, tramite bocconi avvelenati (9, 11, 12, 13, 14, 15), o per il pusillanime vilipendio dei defunti (16). Questo, tanto per rimanere a qualche esempio relativamente ai virtuosismi della provincia aquilana.

Bisogna ancor più precisare che questo non succeda nel cosiddetto terzo mondo. No. Succede in Italia: in una sempre più desolata landa ormai dilaniata da spregiudicati speculatori. Questo lo anticipava anche un grande giornalista come Indro Montanelli, attraverso queste parole scritte nel “Corriere della Sera” del 7 gennaio 2001: “A me l'Italia attuale non piace affatto. Non ha una coscienza morale. Non ha una coscienza civile. E' un Paese di mafie”. Come molte altre persone, ritenevo Montanelli troppo severo. Di fronte a certe situazioni, mi sono però ricreduto, e debbo ammettere che il grande giornalista aveva ragione.

In un così deprimente contesto sociale e culturale, caratterizzato da un Parlamento ormai avvilito a luogo di bivacco per cucurbitacei manipoli, purtroppo votati dalla gente!, non meravigli l'adozione di normative finalizzate alla autorizzazione, persino dentro gli agglomerati urbani e le aree protette, all'uso delle armi contro povere bestie sempre più strumentalizzate dall'umano edonismo. E pensare che una simile barbarie venga spacciata per...civiltà! Ecco perché il letargo nel quale sono piombati tanto i cerchiesi, quanto i carabinieri e gran parte degli italiani(2), scaduti ormai al ruolo di gregge neppure più belante, abbia alienato la loro dignità di “cittadini” sprofondando nell'onta del più deplorevole vassallaggio!

Immagine, da qui

Riferimenti:

1) http://www.youanimal.it/caccia-e-re...

  1. http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/(04-11-2022)

3)https://marsicalive.it/emergenza-cinghiali-wwf-problema-creato-dal-mondo-venatorio-paghino-gli-atc/

4) Cacciatori vicino abitazioni-Massa d'Albe:

https://www.terremarsicane.it/cacciatori-troppo-vicini-alle-abitazioni-paura-a-massa-dalbe-spari-a-pochi-metri-dalle-nostre-case/

5)https://www.agoravox.it/Fuochi-d-artificio-e-ora-di.html

(6)https://www.agoravox.it/La-Commissione-tecnica.html

(7)https://www.agoravox.it/C-e-chi-puo-e-chi-non-puo.html

(8)https://www.agoravox.it/L-Aquila-la-provincia-dei.html

(9)https://www.reportonline.it/2019042630373/cronaca/quando-le-istituzioni-sono-quelle-di-un-povero-paese.html

  1. https://www.agoravox.it/Fuochi-d-artificio-e-ora-di.html

(11) https://ilfaro24.it/orrore-a-cerchio-aq-gesto-ignobile-dieci-cani-morti-per-avvelenamento/

(12)https://marsicalive.it/bocconi-avvelenati-durante-le-passeggiate-come-proteggere-gli-animali/

(13)https://marsicalive.it/continua-la-strage-di-cani-a-cerchio-trovato-altro-esemplare-morto-per-avvelenamento-sale-a-11-il-bilancio/

14) https://www.terremarsicane.it/rinvenuti-2-lupi-e-4-grifoni-senza-vita-rewilding-apennines-forse-avvelenati-ma-il-numero-potrebbe-essere-piu-alto/

(15)https://marsicalive.it/volpe-uccisa-con-potente-veleno-a-pochi-passi-dal-centro-abitato-rischio-animali-domestici-e-popolazione/

(16)https://www.reportonline.it/2010020414728/societa/le-istituzioni-e-il-vilipendio-dei-defunti.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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