Fuochi d’artificio: è ora di smettere
Un appello alla ragione
Botti e pericoli: inquinamento e violenza.
Si avvicinano giorni in cui sprechi, rifiuti e petardi abitualmente subiscono una impennata.
Non possiamo pensare di proporre e ancor meno di imporre sobrietà e frugalità assolute. Certo in alcune aree del mondo si festeggia col silenzio e la meditazione ma si tratta di esempi a cui non tutti pare intendono ispirarsi.
Dunque e comunque vogliamo proporre-riproporre una realistica azione di contrasto a cominciare dalle “usanze” e dalle merci più pericolose. E’ doveroso, anche alla luce dell’ultima strage operaia (5 morti) di Barcellona Pozzo di Gotto in un contesto del quale pochi conoscono i veri e ingravescenti rischi; concretamente le materie prime sono cambiate e oggi hanno maggiore peso e incidenza le nanoparticelle che incrementano, rispetto alle materie prime più tradizionali, il rischio di esplosività.
Senza dimenticare la strage di Modugno del 2015 e lo stillicidio continuo di morti in tante fabbrichette del sud d’Italia e dei diversi sud del mondo…
La prima azione deve essere dunque quella di contrasto alla produzione e all’uso dei fuochi artificiali.
La seconda, più generale, deve essere tesa a ridurre sprechi, imballaggi, rifiuti e ogni forma di consumismo.
Ancora: ridurre i rumori molesti in tutta la giornata e particolarmente nelle ore dedicate al riposo.
Come procedere:
- Chiediamo ai sindaci – nelle more di un provvedime. nto nazionale che l’attuale ceto politico in carica non ha mai posto all’ordine del giorno – di EMANARE ORDINANZE DI DIVIETO D’USO E COMERCIALIZZAZIONE DI BOTTI E FUOCHI ARTIFICIALI; l’anno scorso abbiamo assistito, ancora una volta, al disomogeneo procedere dei Comuni; divieti pochissimi, calendari di divieto (quando emanati) disomogenei, anche per Comuni confinanti! Caos totale e assurde disomogeneità anche nella stessa città metropolitana (per esempio di Bologna). Fatto sta che se un Comune sponsorizza o paga penose manifestazioni pirotecniche non ha alcuna credibilità nel proporre timide ordinanze tese a ridurre l’uso più violento e teppistico dei botti; vedi la penosa “Notte rosa” estiva in Romagna o il patetico assalto al castello di Ferrara previsto per il prossimo capodanno. Se fosse stata fatto, nelle passate esperienze, un adeguato monitoraggio delle variazioni di morbilità (asma, allergie, riacutizzazioni di bronchiti croniche ostruttive, reazioni di disagio e panico negli animali) riproporre come se niente fosse queste manifestazioni assurde sarebbe più difficile. Persino nella richiesta di rendicontazione dei costi delle occasioni pubbliche di uso ci si trova di fronte a un tabù; gli organizzatori delle varie manifestazioni hanno difficoltà notificare “quanto spendono e sprecano per…inqueìinare”… di questi tempi in cui quasi tutti si dichiarano tifosi di Greta…
- Divieto di tutte le manifestazioni che prevedono roghi e incendi. Si tratta di manifestazioni sponsorizzate o gestite o tollerate da Comuni i cui sindaci magari, come si diceva, ammiccano a Greta Thunberg o perché hanno capito poco del movimento giovanile contro i cambiamenti climatici o peggio per pura ipocrisia;
- Oltre il target “botti e fuochi” l’azione di contrasto dovrebbe diventare culturale, territoriale, capillare: è certamente difficile perché non ha un singolo obiettivo fisico e specifico ma deve mirare a un cambiamento complessivo dei costumi e dei comportamenti. Comunque, sia pure controcorrente, dobbiamo pur andare avanti.
Per concludere chiediamo:
ai cittadini (a noi tutti e a noi stessi) di interrogarci/si sul livello di inquinamento e spreco che ogni singola merce produce;
ai sindaci (in assenza di una decisione politica e in assenza di una pure auspicabile linea-guida dell’ANCI) di emanare ordinanze, se possibile non per singoli Comuni ma per aree sovracomunali omogenee: cioè ORDINANZE DI DIVIETO DI COMMERCIALIZZAZIONE E D’USO DI BOTTI E FUOCHI ARTIFICIALI.
Per evitare, il 1 gennaio, di dover fare la solita conta di feriti e mutilati che con una energica azione di prevenzione e contrasto potrebbe ridursi fino ad azzerarsi.
Boicottiamo le manifestazioni, le feste, le parrocchie che fanno fuochi fatui, cominciando a censire quelle che sprecano-inquinano e quelle invece virtuose.
ASPETTIAMO NOTIZIE E ADESIONI ALLA CAMPAGNA DA CITTADINI, ASSOCIAZIONI, COMITATI, SINDACI, PARROCI…
L’appello è riproposto, anche quest’anno da:
circolo Chico Mendes E-R , Centro Francesco Lorusso di Bologna, AEA nazionale, Lega animalista di Copparo, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni, la redazione di “la bottega del barbieri”
PRIME ADESIONI
Cosetta Alberghini, ambientalista
Oriano Berto (Como)
Anca Bursuc Roccabianca
Antonio Carrabba (Trani)
Silvia Calzoni (Bologna)
Stefania Colombi (Loiano)
Vanes Naldi (Loiano)
Giuliana Porcelli (Mirandola)
Maurizio Portaluri (Brindisi)
Sergio Sabbatani (Bologna)
Corrado Seletti (Borgo Val di Taro)
Carla Verilli (Loiano)
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