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Natale orfano ma con le palle musicali

Già, arriva Natale. Da adolescente, facevo il ginnasio in uno stabile del quartiere Parioli a Roma, perché nella periferia dove abitavo non c'erano le superiori e mio padre lavorava nei pressi di quel quartiere di ricchi, scoprii malgrado le "apparenze", l'esistenza e la possibilità di fare visita ad un orfanotrofio, per Natale, con un gruppo di miei compagni di classe. L'edificio si trovava a una rampa di accesso tra Piazzale del Popolo e Villa Borghese, proprio dove recentemente sono avvenute le risse con botte dei ragazzini romani .

Andammo tre volte e poi mai più: malgrado avevamo solo 15-16 anni ci chiamarono da subito mamma e papà, avevamo portato dei giocattoli dolcetti e libricini, loro desideravano tanto anche le carezze, uno sguardo amorevole, giochi prendendoli in braccio...molti col mocciolo al naso e noi perfortuna avevamo i fazzoletti, all'epoca ancora di stoffa. Uno strazio indicibile, li lasciammo, molto da vigliacchetti.
 
Poi la mia famiglia, composta dai miei genitori e due sorelle gemelle più piccole di me di 8 anni, fece una cosa per alcuni Natali, ovvero ospitare un bambino di un istituto per minori senza famiglia o con famiglie molto difficili, condotto da tre bravissime e infaticabili suore sulla Pineta Sacchetti: qualcuno di loro piccoli, nessuno lo veniva a reclamare nemmeno per le Feste.
 
Dopo i primi momenti di silenzio imbarazzato e le nostre voci troppo forti, io ormai ragazza vedevo che lui giocava con le mie sorelle che erano molto abituate a frequentare maschi e femmine della loro età, e lui mangiò con gusto, tutto, malgrado mia madre non fosse una grande cuoca ma sapeva suonare musiche belle al pianoforte... nessuno all'epoca pensava agli affidi e alle adozioni ma a fare una azione affettuosa. Riusciva in ogni caso, a me parve tremendo, molto triste farlo rientrare in un luogo dove l'unica consolazione erano i bambini come lui, anche loro rientrati da giornate in famiglia.
 
Oggi siamo e sono bombardata tutti i giorni, in prossimità poi del Natale non ne parliamo, per fare beneficenza per le Feste natalizie. E' una corsa al "dai l'otto per mille a me, almeno il cinque, dona e dai salvezza, diventa ricco con la beneficenza, soldi, soldi..."e azioni reali sul posto, poche: c'è pure il reuccio Covid che ce la mette tutta a farci prendere le distanze.
 
Cercando foto di bambini in internet, nei nostri orfanatrofi ne trovo dalla Russia, dall'Asia, da tutto il mondo e tante di bambini dell' Africa... Eppure c'è anche da noi, l' infanzia abbandonata. L'etimologia dice questo: "Un orfanotrofio è una struttura di accoglienza, pubblica o privata, dove sono accolti ed educati i bambini orfani ed i minori senza famiglia. L'etimologia del termine deriva dal greco antico orphanotrophêion, composto di orphanós (orfano) e tréphein (allevare).Si distingue dal brefotrofio, che è invece l'istituto che accoglie e alleva i neonati illegittimi abbandonati o in pericolo di abbandono".
 
Qual'è la situazione oggi in Italia? "I minori, orfani o allontanati dai genitori, parcheggiati nelle case famiglia e nelle comunità di tutta Italia sono circa 30-35mila (anche se dati certi non ne esistono)..." da leggere tutta l'inchiesta qui.Quelli che una volta si chiamavano orfanotrofi sono stati chiusi a fine 2006, in base alla legge n.149 del 2001. Ora esistono le case famiglia, o delle comunità, educative o terapeutiche, gestite dagli addetti ai lavori.
 
E' uno dei tanti motivi per cui ricordo il mio Natale da bambina, con tanta tenerezza che mi era profusa, quei 2 magnifici giochi per l'amata Befana, e poi il ripetersi di quei gesti con i miei figli piccoli; spero di arrivare al prossimo Natale 2021, quando dovrebbe essere già arrivato da mesi un piccolo che nasce a primavera, a Marsiglia in Francia, dove sono entrambi i miei figli. Figli non amati dall'Italia e che non li ha minimamente aiutati nel trovare un lavoro malgrado i meriti di studio, che li ha completamente scordati: oggi ne riporta solo la loro fretta di tornare in Italia, per le Feste, con qualsiasi mezzo, come fosse una colpa.
 
Chissà se il loro amore per la famiglia è contagioso, non credo quello per chi governa il nostro Paese da decenni, a mia memoria, senza riconoscere in alcun modo la dignità del lavoro pagato, la continuità di una vita possibile per una famiglia, il diritto alla casa, alla pace.
Tempo addietro Fedez lanciò la sua Palle di Natale ma poi si seppe che l'avevano già lanciata i giovani dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano: Palle di Natale (Smile! It's Christmas Day)
Era invece già nel dicembre 2013 che Fedez cantava "Babbo Natale mi ha detto che i tuoi genitori non esistono!"

Riascolto le sue Palle di Natale in un remix 2020: "Ma che Natale è se tu non sei con me?" Noto che, spiace per Fedez, ma tale Wham! con Last Christmas, conta 579.371.749 visualizzazioni... sarà un video vecchio, perchè tutti si baciano e si incontrano sotto l'albero, senza mascherina, vicini vicini.
 
Serene Feste per quanto è possibile, mettendocela tutta. Appendo qui, non le palle di Natale, ma il mio post, con affetto sincero. Al prossimo anno, Coronavirus permettendo con tutte le sue variabili varianti del Caso.
Doriana Goracci

Foto di StockSnap da Pixabay 

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