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Napoli: la Provincia distrugge la sua azienda sana

Per anni l’ASUB SpA (società di proprietà della Provincia di Napoli) è stata fiore all’occhiello dell'amministrazione provinciale nei servizi che riguardano tre principali aree di intervento: l'Ambiente, il Patrimonio e le Persone, al fianco delle quali si pone un'altra area, quella dei servizi ausiliari all'Ambiente e al Patrimonio.

Le segreterie di Fim, Fiom, Uilm, Ugl, Failms e le rappresentanze sindacali ASUB, da tempo chiedono alla Provincia di Napoli, nelle riunioni tenutesi con il Presidente On. L. Cesaro:

  1. un piano industriale;
  2.  un’improrogabile ricambio generazionale;
  3. adeguate commesse, almeno triennali, con un adeguamento economico con i costi attuali di esercizio.

Alle richieste sindacali hanno sempre corrisposto assicurazioni e consapevolezza, solo verbale, circa l’effettiva utilità di salvaguardare e rilanciare le attività di Asub.

Ad oggi, verifichiamo che:

1. i mancati interventi hanno aggravato ulteriormente le condizioni generali della società;

2. la Provincia, in “tutt’altre faccende affaccendata”, disattende irresponsabilmente tutte le nostre richieste d’incontro;

3. l’Assessore al Lavoro della Provincia di Napoli, dott.ssa Galdieri, condiviso dall’amministratore delegato dell’Asub, predispone verbalmente un piano industriale che accoglie, in parte, le nostre richieste: gli uffici tecnici dell’edilizia scolastica della Provincia di Napoli, lo stravolgono nei suoi punti qualificanti, ossia, sottraendo commesse e risorse essenziali per la “messa in sicurezza” dell’Asub, appaltando a privati lavorazioni un tempo destinate esclusivamente all’Asub. Taluni “malpensanti” sostengono che dietro le scelte operate dai dirigenti provinciali ci sia la regia del Presidente Cesaro vista anche la nomina di “inviato speciale in Asub” che attribuirà ad uno di loro.

4. la Provincia spende € 2.000.000 per gli impianti di videosorveglianza, che chiude per non spenderne altri € 200.000 necessari al funzionamento attivo degli stessi;

5. si spendono € 500.000 per incentivo all’esodo dei lavoratori ma non si provvede al reintegro di figure professionali, fondamentali per le attività produttive;

6. intanto l’Asub ha una forte crisi di liquidità tale da rendere incerto il pagamento degli stipendi ai lavoratori per il prossimo mese di maggio.

È allora evidente che se non si recupera una sostanziale “inversione di tendenza”, questa importante esperienza lavorativa è destinata alla chiusura.

Facciamo appello a tutte “le forze sane” di questa città, a battersi con noi, per scongiurare questo sciagurato disegno che umilia e offende gli sforzi e i sacrifici di centinaia di lavoratori che, in condizioni di evidente precarietà, da sempre possono vantare, invece, lusinghieri apprezzamenti per l’impegno e la professionalità con cui svolgono il loro lavoro.

 

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