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Napoli: il teatro della "canzone napoletana" messo all’asta

Dopo il pignoramento, parte da 4 milioni e 500mila euro l'asta del Teatro Trianon Viviani. 
Il Teatro Trianon Viviani ha aperto il sipario nel 1911, precisamente l'8 novembre e, da allora, è divenuto un centro culturale tra i più importanti della città. Sul suo palco si sono susseguiti numerosi artisti.
 
Nella ricca storia più che centenaria del Trianon, aperta alla programmazione più ampia (dall'opera all'operetta, dal dramma al varietà), si segnala anche lo sviluppo della sceneggiata negli anni Trenta, con la compagnia residente di Salvatore Cafiero e di Eugenio Fumo, con una ripresa revivalistica negli anni Settanta (e proprio in questo teatro debutta, tra gli altri, il giovane Mario Merola).
 
Nel 1940, Gustavo Cuccurullo acquista il Trianon e, nel 1947, lo trasforma in sala cinematografica: il cinema Splendore. Un altro cambio del nome c'era stato nel ventennio fascista, col teatro ribattezzato Trionfale, in ossequio all'autarchia linguistica.
 
Cinquanta anni dopo, un pronipote, omonimo del precedente, riporta la sala, divenuta un cinema a luci rosse, all'antica funzione con la ristrutturazione è firmata dall'architetto Massimo Esposito. Il nuovo Trianon, che ha la missione di "teatro della canzone napoletana", è inaugurato il 7 dicembre 2002 con Eden teatro di Raffaele Viviani, nella "riscrittura melodrammatica" e regia di Roberto De Simone.
 
Viene scissa la proprietà del teatro dalla gestione delle attività, rispettivamente con le società Trianon e Trianon scena. Nella prima di queste entra la Provincia di Napoli (con la quota del 40,43%). Sul piano artistico, dopo De Simone, il teatro si avvale della consulenza artistica di Peppe Vessicchio.
 
Nell'aprile del 2006 la Regione Campania rileva il pacchetto di maggioranza della proprietà del teatro (59,57%) e inizia così la nuova storia del Trianon come struttura pubblica.
 
La nuova società cambia il nome, come il teatro, in "Trianon Viviani" e assume anche la gestione delle attività. La direzione artistica è affidata a Nino D'Angelo, che rimane in carica fino al 2010.
 
Nel 2012, un piano di riconversione, che fa sèguito a un difficile periodo di crisi finanziaria, stabilisce la nuova mission di "teatro della musica a Napoli", con la presidenza di Maurizio D'Angelo e la direzione artistica di Giorgio Verdelli.
 
Ed ora nel 2013 il “Teatro del popolo” rischia di non essere più del popolo.

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