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Napoli: emergenza crolli per pioggia: l’abusivismo tollerato

Un’ansa, letta ieri. Poche righe: 

(ANSA) - NAPOLI, 2 GIU - I vigili del fuoco hanno compiuto 54 interventi di soccorso in seguito alla pioggia intensa caduta nel pomeriggio. 118 le richieste di soccorso ricevute nel pomeriggio ed in serata per allagamenti, auto rimaste in panne, e strade invase dall' acqua. Gli interventi si sono concentrati nel pomeriggio a Nola e Brusciano oltre che ad Afragola, Casavatore e Marigliano.
(ANSA).

Ogni qual volta c’è qualche pioggia torrenziale in quei comuni-dormitori della provincia nord di Napoli mi ritorna in mente un’immagine. Certo, si sa che quando viene a piovere spesso succedono i soliti disastri: crollo delle strade, allagamenti, auto impantanate o talvolta lampioni danneggiati. Qualche manuale di urbanistica, o discorso di qualche “tecnico” potrebbe spiegare la situazione di pericolosità meglio di me. Ma quell’immagine ritorna nella mia memoria .

L’immagine fissa di Imma. In televisione lo definirono il “miracolo di Imma”. Vi ricordate? Fa un uno strano effetto vedere all’improvviso piombare in tv quelle strade che hai attraversate centinaia di volte. In pochissimo l’attenzione mediatica nazionale si soffermava su Afragola, in via Calvanese, la strada che aveva visto il crollo della palazzina, avvenuta proprio in seguito ad una pioggia torrenziale. Guardandolo dallo schermo, pare quasi assistere ad uno di quei telefilm, una sorta di reality show: “Il miracolo di Imma Mauriello , la bambina di 10 anni che fortunatamente uscì dalle macerie salva” . Una storia che per un osservatore esterno può apparire quasi a lieto fine. Proprio come nei film americani, dove a causa di una tragica fatalità assisti in diretta alla salvezza della vittima. Tutto sommato, in quel crollo, sono morte solo tre persone; “cause strutturali” hanno puntualizzato i tecnici, (cioè sono morti la nonna di Imma, e una giovane coppia di sposi di 33 e 29 anni). Quando chiesero spiegazione al comune, risposero che non sapevano nulla. In tv non dissero che quella palazzina fa parte di una di quelle 200 case fantasma site nel centro storico (nessuno sa né come né quando sono costruite, sono appunto “invisibili”). Il sindaco di Afragola, rispose che al comune non risultavano lavori eseguiti nella palazzina, “al massimo sarà stata fatta una ritinteggiatura delle pareti interne”. Avresti voluto intervenire e rispondere: “ma come? se la casa dista - in linea d’area - circa a 2 km dal comune, come è possibile che nessuno sappia nulla? Era una palazzina degli anni ’40 ristrutturata negli anni ’60-’70. Come (e perché) si tollerato tutto ciò per decenni?”

Fa davvero un certo effetto, constatare il tono rassicurante e deciso del primo cittadino afragolese, anche quando rispose ai giornalisti. In tv si soffermarono sulla vittima, ma non sulle cause strutturali che hanno causato ciò. Non dissero che, ad Afragola, c’è un notevole numero di abitazioni (quasi la metà) abusive, con interi quartieri, come il rione Saggese, costruiti quasi interamente senza licenza, e quindi nessun rispetto delle norme di sicurezza. In tv non dissero che nei sei mesi precedenti del crollo a via Calvanese ci furono altri due crolli solo ad Afragola; non hanno detto che in quella zona abitano 4000 extracomunitari che vivono in modo precario in zone fatiscenti; e quando l’hanno intervistato, non hanno neppure specificato che il sindaco di Afragola, Vincenzo Nespoli, aveva appena ricevuto una richiesta d’arresto perché accusato di alcuni reati: bancarotta fraudolenta (di un’istituto di vigilanza) e di riciclaggio degli stessi soldi proprio in una speculazione edilizia -in un complesso residenziale nella zona di San Marco. Reati collegati, secondo l’accusa, al voto di scambio. Da allora sono passati alcuni mesi, i giudici del riesame hanno confermato la richiesta d’arresto per il sindaco Nespoli, delineando un quadro inquietante “Le modalità con cui ha portato a termine il proprio intento criminoso sono certamente sintomatiche di una pericolosità in quanto denotano una scaltrezza e una spregiudicatezza, rivelatrici di professionalità nel delinquere, che lo dipingono come un soggetto di notevole spessore criminale”. Ma il sindaco Nespoli è anche senatore: per questo, le Camere hanno negato l’arresto già dallo scorso maggio (più di un anno fa) . E quindi, tutto scorre normale.

Nel periodo pasquale mi trovavo proprio nei paraggi del centro storico, in via Alfieri, subito dopo il crollo di un solaio (notizia, chiaramente, ignorata dai media). E ricordo i vigili urbani accorrevano, dopo il crollo, spiegando e denunciando la pericolosità ad una signora ed altri che abitavano in uno di quei bassi dove era accaduto crollo. Per poco ho avuto l’impressione che quelle storie sembravano appartenere ad un’altra epoca, o ad un’altra zona geografica .Ma era tutto vero: la signora accettava fatalisticamente il disastro e il pericolo con quella tranquillità di chi sa di convivere quotidianamente con la morte, anche nella propria dimensione domestica. Non sembrava affatto soddisfatta all’idea di trasferirsi nel rione Salicelle di Afragola, uno di quartieri rioni degradati (considerato secondo una vecchia inchiesta di Panorama anche peggiore di Scampia), dove c’è uno dei tassi di evasione scolastica tra i più altri d’Italia. La signora, sapeva e sa di rischiare la vita, ogni volta che viene a piovere; come lo sapeva la nonna di Imma. Ma con il tempo si inizia a convivere con l’idea del pericolo.
 
Eppure tutto questo in tv non viene raccontato, si soffermano sull’immagine, sulle cause secondarie., Sui racconti personali. Forse - pensi - bisognerebbe partire dalle cause strutturali, perché sai che in fondo non è frutto del caso o del destino.

Allora leggendo quell’ansa, mentre pensi al significato della parola emergenza, ti verrebbe voglia di andare a fondo, di porti quelle domande che non verranno mai chieste ad un politico, non passeranno mai sugli schermi televisivi.

- Perché c’è un piano regolatore del ‘77?

- Perché si è tollerato questa zona grigia di illegalità, di abusivismo e di speculazione edilizia per tutti questi anni?

- Perché, non si è cercato in passato di regolamentare tutto ciò, ma soprattutto a chi conviene questo?

- Come è possibile che a pochissimi km da questi crolli partirà, proprio da Afragola, la Tav più importante del mezzogiorno? Non bisogna forse partire dal segmento criminale per spiegare questa contraddizione?

- Perché è stato molto più facile, per taluni appalti, ottenere la licenzia mentre altri hanno molto più difficoltà? Perché ci sono tutte queste aziende edili improvvisate? 

Come viene “normalizzato” l’abusivismo edilizio e da chi?

Domande che restano sospese. C’è, tuttavia, una frase che ascoltai in una vecchia puntata dei Reprot trasmessa nel 2009.

Riferendosi ad Afragola, Il giornalista Iovene chiede “Quando i vigili individuano un cantiere abusivo, lo sequestrano e mettono i sigilli ma l'abusivo continua costruire violando i sigilli". “Segno evidente che ci sono dei complici” risponde Aldo Aldo De Chiara; procuratore aggiunto settore ambiente.

Se c’è una risposta bisognerebbe trovarla in quei complici. Allora capisci che forse non è tragica fatalità.

Una politica inefficiente e inadeguata (piano regolatore vecchio e non normalizzato ) risponde all'esigenza affaristica di un sodalizio politico criminale. Tollerare l'illegalità, in modo che la legge perde quella funzione universale e funzioni ad "intermittenza", cioè solo quando conviene alle organizzazioni criminali. La legge non diventa l'espressione universale di principi democratici , ma lo strumento della criminalità. Se non paghi ti abbatteranno la casa. Se pagherai, ti verrà condonato. Bisognerebbe capire, quindi, chi permette il passaggio da una zona extra-legale (abusivismo edilizio) ad una paralegale. 

Queste questioni dovrebbero generare uno scandalo nazionale, dibattiti pubblici tra politici ed esperti: immaginiamo la catastrofe che può esserci nella malaugurata eventualità di un terremoto?

In realtà il governo, annunciando nelle scorse elezioni amministrative altri spot pro-condono, mostra la totale miopia del problema e anzi finisce con l’appoggiare azioni che favoriscono quella speculazione edilizia che ha determinato la distruzione paesaggistica delle nostre città, cementificate e trasformate in sterili dormitori.

Questo è il motivo per cui sono morte persone innocenti: non per tragica fatalità, ma per colpa di una gestione politica criminosa, di rapina, collusa e corrotta perpetuata da decenni ai danni del territorio. In tv non diranno mai questo ma si soffermeranno sui singoli. Non andranno in fondo. Non pongono certe domande perché sanno che porsi domande radicali, porta ad una politica radicale. Ciò non conviene al potere. Allora spiegheranno tutto partendo da cause secondarie, dall'evento. Bisogna fermarsi davanti alle tragedie e fare un passo indietro. Porsi domande radicali. Partire dalle cause reali, primarie.

Ci aggiorniamo, in attesa del prossimo crollo, ed eventualmente del prossimo “miracolo”.

Commenti all'articolo

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.109) 10 luglio 2011 18:07

    E questi putribondi figuri si credono pure dei benefattori! Proprio ieri in una cittadina della Sardegna, Nuoro, un cittadino che ha costruito una casa abusiva è finito in galera perchè ha ignorato i sigilli ed ha continuato a costruire la casa abusiva.
    Per troppi anni si è tollerato un andazzo non degno di un paese civile.
    Anche quando le case sono costruite bene si creano notevoli problemi per la colletività. A fronte di qualche soldo pagato per rendere l’abuso legale, la famosa Buccalossi, gli abusivi pretendono lo scuolabus e i collegamenti con i trasporti pubblici pagati con la fiscalità generale.
    Qui, a Sassari, l’abusivismo ha riguardato le vaste campagne intorno alla città in una misura veramente notevole.
    Ciò è dovuto anche al fatto che il centro storico è stato molto trascurato e i muratori non hanno visto altra possibilità. D’altra parte costruire una casa non è poi così difficile, come dimostrano alcune encomiabili iniziative dei comuni del nord.
    In città c’è un gran numero di case sfitte ma il comune non fa niente per rimetterle sul mercato.
    Con questo non voglio dire che chi costruisce una casa abusiva ha ragione ma ha qualche attenuante nele carenze di un’amministrazione comunale che non vuole affrontare il problema.











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