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 Home page > Tribuna Libera > Musacchio: sulle scorie radioattive incombe il rischio mafie

Musacchio: sulle scorie radioattive incombe il rischio mafie

In questi giorni è emersa nuovamente la questione, rinviata da tempo, sul dove depositare tonnellate di scorie radioattive prodotte nel nostro Paese. L’Unione europea ha sancito che ogni singolo Stato membro debba smaltire i materiali radioattivi che produce sul proprio territorio in apposite strutture, prevedendo la costruzione di un deposito unico. 

In Italia, la mappa di questo deposito per le scorie è stata definita e resa pubblica nei giorni scorsi. I rifiuti radioattivi trovano la loro origine in tutte le attività connesse alla produzione di energia elettronucleare. Ci sono rifiuti radioattivi prodotti dalle centrali nucleari italiane dismesse e ci sono quelli prodotti dalle attività sanitarie, industriali e da materiali spesso di uso comune sia di organismi pubblici sia privati. Ricordiamo ai meno esperti della materia che nel nostro ordinamento giuridico, a differenza di quello europeo, non esiste una norma che imponga un inventario dei rifiuti radioattivi medici. Esiste inoltre un buco riguardo alla mancanza di tracciabilità su una parte di queste scorie, perché nel momento in cui questi rifiuti escono dal regime dei rifiuti radioattivi per entrare in quello dei rifiuti speciali s’innesca automaticamente il sistema di tracciabilità. C’è dunque la necessità di un collegamento di tracciabilità tra i due regimi perché, in sua assenza, i rifiuti radioattivi medici si possono smarrire o comunque non essere idoneamente controllati. In questa falla potrebbero introdursi le mafie poiché i sistemi di controllo e di smaltimento di questi rifiuti non sono così stringenti come dovrebbero essere. Il controllo è ovviamente più facile negli ospedali pubblici mentre più difficile in quelli privati e negli ambulatori o studi medici privati. I costi di smaltimento di questi rifiuti sono piuttosto elevati. Ragione per cui i privati ricorrono a “circuiti paralleli” (es. criminalità organizzata), mentre le strutture pubbliche pagano lautamente i processi di deposito e smaltimento. Ci sono poi le scorie derivate dalle centrali nucleari dismesse che rischiano di poter finire come materiali nocivi in paesi poveri disposti a guadagnare soldi per qualsiasi veleno com’è già avvenuto in passato (es. molte nazioni dell’Africa). Sappiamo con certezza giudiziaria che le mafie hanno già provveduto ad affondare navi con barili di scorie nocive nei nostri mari. Dobbiamo ammetterlo con onestà e dirlo ai cittadini: sul dove sistemare le nostre scorie radioattive, dovremo fare i conti con un pericolo concreto che riguarda proprio l’infiltrazione mafiosa in assenza di specifici controlli. Per questo motivo credo si dovrebbe aprire un serio dibattito per realizzare un percorso partecipato al fine di individuare le aree più idonee e più sicure e ciò proprio per evitare soluzioni illegali e criminali. È assolutamente necessario implementare un'efficiente rete di sistemi di controllo e adottare strumenti legislativi adeguati per la gestione, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia. Senza questi minimi accorgimenti le mafie avranno gioco facile nei loro loschi affari.

Vincenzo Musacchio, giurista, più volte professore di diritto penale e criminologia in varie Università italiane ed estere. Associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell'Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Discepolo di Giuliano Vassalli, allievo e amico di Antonino Caponnetto.

Foto di Dirk Rabe da Pixabay 

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