Multe revocate agli over50 non vaccinati. La scienza non c’entra nulla
E’ di qualche giorno la notizia della revoca da parte del Governo delle multe comminate agli over 50 per non essersi sottoposti alla vaccinazione anti Covid 19.
E, seppure anticipato da mesi da vari esponenti politici della maggioranza, quindi non esattamente un fulmine a ciel sereno, la decisione ha prodotto un mare di dichiarazioni polemiche sia da parte dell’opposizione, che sosteneva strenuamente la bontà di quei provvedimenti, sia da parte di virologi noti al pubblico per la loro presenza assidua in tv, come Roberto Burioni. Ma a confortare l’opposizione al provvedimento del governo ha pensato anche il presidente della potente Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, Filippo Anelli, per il quale “la decisione del governo di condonare le sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale contro il Covid è l’ennesimo, gravissimo assist al mondo antiscientifico”.
Se dunque il ragionamento riguarda la “scientificità” del provvedimento che sanzionava i cittadini over 50 non vaccinati entro i termini imposti è piuttosto semplice spiegare che nessuno ha mai portato a sostegno argomentazioni razionali e scientifiche, atteso che la medicina sia una scienza esatta. Perché solo da quell’età bisognava vaccinarsi mentre, ad esempio, a 48 o 49 anni nulla?
Si continua a parlare di scienza ma quel vaccino non sembra essere corroborato da una sperimentazione adeguata e oggi è oggetto sia di un’attenzione generale sugli effetti prodotti su quanti si sono sottoposti, loro malgrado, a quella vaccinazione che di una Commissione parlamentare che sta indagando sull’intera vicenda. Appare inoltre smentita dai fatti l’affermazione superficiale di Mario Draghi secondo cui “l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente: non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, ti ammali, contagi, lui, lei muore”.
Già, perché la realtà riscontrabile da qualsiasi normale cittadino che abbia vissuto questo periodo induce a conclusioni ben diverse come verificabile da quanto esposto nel lontano 2021 dalla Fondazione Veronesi “La protezione cresce già dopo la prima dose. Ma il rischio di contagiarsi rimane anche dopo aver completato la vaccinazione”.
A parte la dubbia sicurezza dei vaccini anti Covid 19 di quel tempo, non è sostenibile, sotto il profilo razionale, un obbligo vaccinale per una sola classe di età oltre la violazione della libertà personale di scelta se vaccinarsi o meno. A cosa serve fare il gioco del governo da parte di tanti politici dell’opposizione, compresi alcuni che oggi passano per progressisti ma che obbligavano a lockdown vessatori e imponevano ai poliziotti di acciuffare corridori solitari su spiagge deserte?
Gli strani difensori di una qualche giustizia che solo a loro pare tale dimenticano infatti che i ricorsi al giudice di pace sarebbero stati dell’ordine di qualche milione. Con quali costi per lo Stato, con quali tempi? Magari qualche anno.
La Fondazione Gimbe affermava nel 2023 che “sono oltre 8 milioni gli italiani che non hanno mai ricevuto una dose di vaccino” e secondo il Corriere della Sera “sono almeno 1,6 milioni gli ultracinquantenni in questa situazione”.
Per non parlare poi dei lockdown e greenpass firmati a raffica da personaggi come Giuseppe Conte, oggi infuriato per una decisione iniqua perché del governo in carica ma che vuole passare per...progressista dimenticando che faceva rincorrere dalla polizia persone che correvano solitarie in spiaggia.
Quindi in definitiva come scriveva Rodari “Nel paese della bugia, la verità è una malattia. Non ha vaccino, non ha cura e neanche a metri si misura”. Servirebbe un’informazione vera più che una asservita a interessi che con gli interessi e la salute delle persone ha ben poco da condividere.
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