• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Sport > Mondiali 2010: "Honda & Benji"

Mondiali 2010: "Honda & Benji"

Il funambolo del CSKA Mosca ricorda proprio "Capitan Tsubasa": riuscirà il sorprendente Giappone a stupire come nei cartoni?

Mondiali 2010: "Honda & Benji"

Vi ricordate l’anime giapponese “Holly e Benji” che ha appassionato migliaia di bambini negli anni 80 e 90? Era la storia di due calciatori, il trequartista Holly e il portiere Benji, che a poco più di 15 anni portavano la nazionale nipponica a vincere il Mondiale. Il cartone era molto poco realistico: i campi sembravano infiniti, i giocatori erano capaci a compiere prodezze oltre ogni legge della fisica, le partite finivano sempre in modo rocambolesco con due o tre gol nei minuti di recupero e il pallone si trasformava in un ovale da rugby ad ogni cannonata capace di bucare la rete.

 

Ma soprattutto la nazionale giapponese non è mai stata (e non è) storicamente così forte da arrivare sul podio ad una coppa del mondo: nel 1998 è stata eliminata ai gironi dopo tre sconfitte, nel 2002 il fattore campo ha spinto i giocatori di casa fino agli ottavi dove sono stati eliminati dalla sorprendente Turchia, ancora fuori con un pari e due sconfitte nel 2006. Il Giappone è stata la prima nazionale a staccare matematicamente il biglietto per Sudafrica 2010, pur finendo seconda nel raggruppamento asiatico a 5 punti dall’Australia. Le amichevoli precampionato avevano spaventato i tifosi, due brutte sconfitte per 3 a 0 e 3 a 1 rispettivamente contro Serbia e Corea del Sud e uno 0 a 0 con la Cina (che visto il medagliere delle Olimpiadi è oramai la più grande potenza sportiva al mondo ma non nel calcio, dove è molto molto debole) non sono di buon auspicio per una squadra che deve sfidare Camerun, Olanda e Danimarca in un girone che la da per spacciata. Invece i nipponici hanno sorpreso tutti mostrando un calcio tecnico, solido ed efficace, ottenendo due belle vittorie contro africani (1 a 0) e scandinavi (3 a 1) e una sconfitta derivata più da una mezza papera del portiere Kawashima che per manifesta inferiorità contro gli olandesi.

La qualificazione è stata ottenuta soprattutto grazie alla nuova stella del calcio asiatico, colui che sostituirà l’ex “italiano” Hidetoshi Nakata nel cuore dei tifosi del sol levante: no, non è l’ex Reggina e Celtic Nakamura come ci si aspettava, per lui solo 26 minuti in campo in tutta la rassegna iridata finora, bensì il biondo tuttofare offensivo del CSKA Mosca Keisuke Honda, uno dei pochi “europei” nella rosa di Okada (gli altri sono i centrocampisti Matsui del Grenoble, Hasebe del Wolfsburg e il talentino classe ’88 Morimoto, attaccante del Catania nel mirino del Manchester United. Il resto dei convocati milita nel campionato nipponico).

Il giovane giapponese (è nato nel 1986) fino ad un anno fa giocava nel VVV Venlo, serie B olandese, dove ha incantato i tifosi e si era guadagnato il soprannome di “Keizer Keisuke” ("imperatore Keisuke" in olandese) grazie alle sue elevate doti tecniche e ai 24 gol in 68 partite disputate con la maglia giallo-nera. Durante l’unica stagione disputata interamente in Olanda ha vinto la Eerste Divisie, è stato nominato miglior giocatore del campionato ed eletto capitano grazie al grande affetto dei tifosi e dei media. A gennaio 2010 Honda, seguito dai più grandi club d’Europa, si è trasferito al CSKA Mosca per 6 milioni di Euro. Ha esordito con la maglia del club dell’esercito russo agli ottavi di Champion’s League contro il Siviglia, e al ritorno in Spagna è stato autore dell’assist e del gol su punizione che hanno regalato la vittoria al CSKA e la prima qualificazione ai quarti di Champion’s League di una squadra russa nella storia. Sono proprio i calci piazzati la sua specialità: Keisuke è dotato di un piede in grado di telecomandare il pallone e tirare punizioni come quelle di Holly, segnando con traiettorie stranissime da posizioni lontane ed angolate (chiedere al portiere della Danimarca Sorensen, trafitto con un bolide da circa 30 metri, per maggiori informazioni). Sebbene sia più un trequartista che una punta, l’allenatore Okada (di ritorno alla guida della nazionale dopo Francia 1998) lo utilizza come vertice nel tridente offensivo composto da Matsui e Okubo. Il modulo sembra funzionare ed esaltare le qualità del nuovo “Holly”, infatti Honda è stato autore del gol vittoria contro i "leoni" e ha vinto il premio come “Man of the match”, che la FIFA consegna alla fine di ogni partita del mondiale ad un giocatore, in entrambi gli incontri con Camerun e Danimarca.

Il grande scetticismo attorno a questa nazionale si è diradato dopo l’inaspettata qualificazione agli ottavi di finale, dove in virtù del secondo posto nel girone sfiderà il Paraguay, vincitore del gruppo dell’Italia. I sudamericani sicuramente non li sottovaluteranno come magari poteva esser fatto all’inizio perciò oggi a Pretoria sarà una sfida difficile, ma non proibitiva: non sono più forti degli avversari già incontrati e battuti. Molto probabilmente il Giappone non arriverà in semifinale come promesso dall’allenatore Takeshi Okada in patria, ma potrà comunque raggiungere il miglior risultato di sempre ai mondiali se riuscirà nell’impresa di sconfiggere anche il Paraguay. Con un giocatore come Honda, capace di fare gol un po’ da dovunque (oppure c’è anche Endo, pure per lui chiedere sempre a Sorensen) e un’attenta difesa, mirare a giocare ancora un’altra partita è lecito. Perchè con Holly e Benji il Giappone vince i mondiali, con Honda magari ai quarti ci arriva lo stesso.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares