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Vettel vince la gara degli orrori

A Valencia i commissari della FIA hanno condizionato pesantemente la gara di ieri, caratterizzata dallo spettacolare incidente di Webber

Vettel vince la gara degli orrori

Chi continua a dire che i circuiti cittadini non regalano emozioni dovrà ricredersi. Nel soleggiato pomeriggio del porto di Valencia lo spettatore medio che ha guardato la gara sul divano ne ha provati due tipi ben diversi: terrore e sbigottimento. Il primo a causa del terribile incidente di Webber: chi di noi non ha fatto un balzo verso la tv o almeno gridato un “Oh mio Dio!” alla vista della Red Bull che decollava sopra la Lotus di Kovalainen, si ribaltava e andava sbattere a grande velocità contro le barriere di pneumatici? Il secondo a causa dei ripetuti errori di una federazione che ieri pomeriggio, nella gara dominata da Vettel su Red Bull-Renault, ne ha fatte vedere di cotte e di crude! Ma partiamo con ordine…

La griglia di partenza del circuito di Valencia è situata in una posizione un po’ strana, poiché c’è subito una curva. Questo fa sì che i piloti che partono dal lato destro della pista, ovvero quelli classificati in posizione pari (secondo, quarto, sesto ecc) abbiano da percorrere più strada rispetto ai piloti che partono dal lato sinistro, tra cui il poleman di giornata, poiché devono passare quasi per forza all’esterno della curva. Per questo motivo Hamilton, che partiva terzo, non ha problemi a sbarazzarsi di Webber il quale, partito male, scivola in fondo al gruppo assestandosi in nona posizione. Hamilton prova anche a superare Vettel ma nel tentativo danneggia la sua ala anteriore. I ferraristi mantengono le posizioni avvantaggiandosi della brutta partenza di Webber, mentre Kubica effettua un bel sorpasso deciso su Button che l’aveva superato al via, guadagnando la quinta piazza. Vettel prova a scappare ma Hamilton, Alonso e Massa mantengono un ritmo vicino al suo e non lo lasciano allontanare troppo.

Al nono giro Webber, poiché a causa della fisionomia del tracciato cittadino non riusciva a migliorare la propria posizione rimanendo bloccato nel traffico, decide di tornare ai box e montare le gomme dure, in modo da rimanere fuori per tutto il resto della gara e avere pista libera per fare bei tempi che potrebbero regalargli qualche vantaggio nel valzer dei pit stop. Poco dopo però incontra davanti a lui Kovalainen con la Lotus, più lento di quasi 3 secondi a giro. Nel tentativo di sorpassare il finlandese, l’australiano mantiene il gas aperto e non si accorge che il suo collega ha già frenato: il risultato è il tamponamento e il conseguente contatto tra le gomme posteriori della vettura malese e le anteriori di quella austriaca, che fa impennare la Red Bull e le fa fare un giro completo prima di scontrarsi violentemente contro le barriere, in una fotocopia dell’incidente del ceco Kras durante la gara 2 di qualche ora prima della GP2. Per Kovalainen retrotreno distrutto e gara finita. Grazie al cielo le immagini tv mostrano Webber uscire con le proprie forze dall’auto e incamminarsi verso la zona di sicurezza. Dato il notevole numero di detriti in pista, la direzione di gara manda subito fuori la Safety Car.

E qui il primo pasticcio: forse per lo shock causato dall’incidente e la fretta nel togliere i pericolosi pezzi di carbonio rimasti sul tracciato, la Safety Car esce subito senza curarsi della posizione degli altri piloti. Per questo motivo non entra davanti o dietro a tutti come dovrebbe, ma dietro al capogruppo Vettel e davanti a Hamilton, Alonso e Massa che stavano sopraggiungendo. L’anglo-caraibico della McLaren, commettendo una manovra al di fuori del regolamento, supera la Safety Car mentre i ferraristi si accodano. Intanto tutti gli altri piloti si fermano a cambiare gomme e ne esce qualche cambio di posizione: Button e Barrichello superano Kubica. Si ritrovano vicino ai primi Kobayashi, che non aveva ancora cambiato pneumatici essendo partito con le dure e Schumacher che aveva fatto il pit stop nello stesso giro di Webber. Successivamente si fermano Vettel e Hamilton (che cambia anche l’ala anteriore senza quindi subire il ritardo che normalmente quest’azione comporta) e circa 40 secondi dopo Alonso e Massa, rallentati notevolmente dalla Safety Car. Per questo motivo perdono le loro posizioni, e si ritrovano lo spagnolo decimo e il brasiliano diciassettesimo, compromettendo un gran premio assai felice fino a quel momento.

Nemmeno i telecronisti RAI si accorgono della manovra scorretta di Hamilton: ci vuole un team radio tra Alonso e il suo ingegnere Stella per scoprirla. I commissari di gara, anche se non l’avessero notata sul momento, ne sono venuti a conoscenza quasi subito essendo la regia della gara internazionale, quindi la stessa per tutti. Il tardivo rientro delle Ferrari non viene perciò giudicato come un errore del box della rossa, ma come l’unica mossa da fare in quel momento, anche perché le gomme morbide con cui erano partiti erano ormai degradate. Peccato che per assegnare la giusta penalità, ovvero un "drive through" (un passaggio in corsia dei box a velocità controllata senza sostare) i commissari ci mettano 15 giri, circa 25 minuti. In questo lasso di tempo Vettel e Hamilton avevano preso il largo, avvantaggiati dal fatto che Kobayashi con la Sauber stava facendo da tappo per tutto il gruppo, essendo la sua vettura più lenta e quasi impossibile da superare da parte di Button. Il distacco che si era creato tra Hamilton e il giapponese era tale che dopo aver scontato la penalità l’inglese si è trovato nella stessa posizione di prima, solo che con quasi 20 secondi di gap da Vettel.

Il gran premio procede senza altri palpitamenti, le posizioni rimangono congelate con Button che non riesce a sopravanzare Kobayashi, Kubica che tenta di attaccare Barrichello senza riuscirci e Alonso bloccato dietro a Sutil e Buemi al nono posto. A 13 giri dalla fine la federazione manda un comunicato in cui dice che Button, Hulkemberg (che si ritirerà a pochi giri dal termine per un problema alla gomma posteriore destra), Barrichello, Kubica, Petrov, Sutil, Liuzzi e De La Rosa sono sotto inchiesta per il loro comportamento in regime di Safety Car: avrebbero tutti oltrepassato la velocità media a giro quando la Safety Car è in pista per la fretta di tornare ai box ad effettuare la sosta. Si riaccende quindi qualche speranza per Alonso: se tutte queste auto saranno penalizzate con l’equivalente di un "drive through" (20 secondi circa) e Kobayashi finalmente si fermerà riuscirà ad agguantare il gradino più basso del podio.

Il giapponese della Sauber, dopo aver condotto con autorevolezza ed ottimi tempi praticamente tutta la gara in terza piazza, si ferma a tre giri dal termine per mettere le gomme morbide come da regolamento. Esce fuori dietro ad Alonso, in nona posizione, ma sfruttando i suoi pneumatici nuovissimi riesce a superare lo spagnolo. All’ultima curva corona il suo fantastico gran premio superando anche la Toro Rosso di Buemi, che era in lotta con Alonso. Partito diciottesimo e con un’auto molto poco competitiva, il settimo posto è un gran bel risultato.

Vettel conclude in testa una gara ampiamente dominata respingendo gli assalti di Hamilton, al terzo posto Button, che a pista libera dopo il rientro di Kobayashi ha dimostrato quanto la McLaren andasse forte su questa pista. In zona punti anche Barrichello, Kubica, Sutil, Kobayashi, Buemi, Alonso e De La Rosa. La classifica rimarrà sub-judice però per altre tre ore, alla fine delle quali i piloti sotto investigazione saranno poi penalizzati di 5 secondi sul tempo finale della gara. Questo consente ad Alonso di superare Buemi e arrivare in ottava piazza, e a Rosberg su Mercedes (pessima la gara della scuderia campione del mondo in carica, i piloti sono stati limitati da un grosso problema di surriscaldamento ai freni che non gli consentiva di spingere al massimo, poiché qui a Valencia, con 25 curve a giro, i freni si usano tantissimo) di ottenere un punticino. Inoltre Timo Glock su Virgin verrà penalizzato di 20 secondi per aver ignorato le bandiere blu (gli ordini di doppiaggio da parte dei commissari) durante il duello con Bruno Senna della spagnola HRT.

La scuderia di Maranello contesta alla federazione di avere sbagliato nel fare entrare la Safety Car dopo Vettel, di essere intervenuta eccessivamente in ritardo su Hamilton nonostante le immagini fossero chiare, e di aver dato una penalità troppo esigua alle nove auto che sono andate troppo veloce in regime di Safety Car, essendo i rilievi cronometrici altrettanto chiari. La delusione della Ferrari è palpabile nelle interviste del dopo gara di Stefano Domenicali, Luca Colajanni e Fernando Alonso, il quale si è duramente sfogato alla tv spagnola: ”E’ una vergogna. Non per noi, perché queste sono le corse, ma per tutti i tifosi che sono venuti qui e quelli a casa, che oggi hanno assistito ad una gara manipolata.(…) A questo punto, chi rispetta le regole è nono e chi non le rispetta finisce secondo. Ma è così, purtroppo tutto va contro di noi e sembra che a qualcuno permettano di fare tutto” Inoltre la scuderia del cavallino rampante protesta con veemenza anche sul suo sito internet.

Hamilton, fischiatissimo dai tifosi spagnoli, con il secondo posto finale riesce comunque a mantenere la vetta della classifica iridata con 127 punti. A seguire il compagno di squadra Button con 121 e Vettel con 115, rimangono un po’ più staccati Webber e Alonso con, rispettivamente, 103 e 98 punti, che col nuovo sistema di punteggio di quest’anno non sono uno svantaggio irrecuperabile. La cosa buona che esce fuori da questa gara è quindi una classifica piuttosto corta, che tiene il campionato avvincente e aperto a qualsiasi risultato.

Due piloti inglesi in testa al mondiale su una monoposto inglese, quindi anch’essa in testa nel proprio campionato, sono un ottimo auspicio per i tifosi britannici in vista del prossimo gran premio, quello di casa, sulla restaurata Silverstone. Forse potranno consolarsi e prendersi una piccola rivincita sportiva per la brutta sconfitta di ieri della loro nazionale di calcio contro la Germania, guarda caso patria di Vettel.

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