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Messico, in sei anni migliaia di desaparecidos

In un nuovo rapporto diffuso ieri sera, Amnesty International ha accusato le autorità federali e statali del Messico di aver tollerato o non aver voluto affrontare sul serio le sparizioni così da renderle un fenomeno all’ordine del giorno.

A febbraio il governo federale ha reso noto che dal dicembre 2006 al dicembre 2012 (periodo che coincide con la presidenza di Felipe Calderón) sono scomparse o sono risultate disperse 26.121 persone. Un dato che, la settimana scorsa, il ministro degli Interni si è affrettato a ridimensionare.

In effetti, l’elenco non distingue tra persone che sono state vittime di sequestro da quelle di cui si sono perse le tracce o che si sono volontariamente allontanate da casa. Non è neanche chiaro se l’elenco contenga i nomi dei 700 desaparecidos del ventennio della “guerra sporca” 1960-80. Secondo un’inchiesta giornalisticale vittime di sparizione degli ultimi sei anni sarebbero oltre 20.000.

La discordanza sulle cifre, la mancanza di una strategia federale che coordini gli sforzi investigativi, la collusione delle autorità che, soprattutto a livello locale, pregiudica indagini già di per se carenti (due sole condanne dal 2006!), hanno favorito la diffusione di un clima d’impunità in tutto il paese.

Ne fanno le spese i familiari degli scomparsi, lasciati soli a svolgere le indagini, trattati con disprezzo, minacciati, intimiditi dalle bande criminali o dagli stessi pubblici ufficiali, col classico ammonimento: “Lascia stare, se non vuoi che ti capiti lo stesso!”.

Il governo del presidente Peña Nieto ha riconosciuto l’ampiezza e la gravità del fenomeno delle sparizioni, si è impegnato a porvi fine e a rintracciare le vittime. Tra i primi provvedimenti, un data-base federale affidabile sulle persone scomparse e l’istituzione di un’unità speciale per le ricerche, cui peraltro sono stati assegnati la miseria di 12 ispettori. Ammesso che siano integerrimi servitori dello stato, come potranno svolgere ricerche efficaci su migliaia di scomparsi?

Per combattere davvero le sparizioni, Amnesty International ritiene che occorrano risorse adeguate e la volontà politica, un cui primo segnale potrebbe essere l’ammissione del coinvolgimento delle autorità federali, statali e municipali in molti casi di scomparsa.

Da oggi, Amnesty International prende parte a una serie di incontri con i parenti degli scomparsi nella città di Saltillo, nel nord del paese, per individuare e promuovere misure efficaci per combattere le sparizioni.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.178) 5 giugno 2013 13:40

    articolo interessante ma troppo distaccato e "a-politico"; sarà certamente difficile indagare e scoprire il destino degli scomparsi, ma non dovrebbe essere difficile analizzare le tipologie degli scomparsi: sono oppositori politici? oppositori del narcotraffico? soggetti ad estorsioni mafiose? vittime di guerre fra mafie? vengono poi utilizzati per qualche losco scopo?
    Mi sembra strano che nessuno abbia mai analizzato questi aspetti, certamente i familiari hanno qualcosa da riferire, eppure nell’articolo non se ne fa cenno.

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.27) 5 giugno 2013 15:16

    Gentile lettore,


    il rapporto, linkato al post, si basa sulle testimonianze dei familiari, coi quali proprio in questi giorni Amnesty International sta svolgendo delle conferenze. 

    Cordiali saluti

    Riccardo Noury

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