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Meno tasse e niente moschee: le prime mosse dei sindaci del Front National

Il tempo vola e le elezioni municipali in Francia sono passate già da un mese. Al contrario di quanto si possa pensare in questo breve arco di tempo qualche cosa è successo e le amministrazioni neo-insediate hanno già avuto modo di impostare la loro linea politica. Tra le più osservate, inevitabilmente, ci sono le 11 giunte comunali guidate dal Front National: gli eletti del partito di estrema destra, grande sorpresa delle amministrative, non si sono fatti trovare impreparati ed hanno già iniziato a fare le loro scelte.

In realtà per il momento molti dei nuovi sindaci si stanno attenendo alle direttive che in campagna elettorale erano state emanate dalla direzione nazionale del partito. Dall'ufficio di Marine Le Pen era infatti uscito un fascicoletto appositamente studiato per guidare e conformare alla linea del partito i candidati uan volta eletti. Strutturato in maniera simile alla diffusa serie di manuali "Pour les nuls" (una famosa serie francese, ndr), la Petit guide pratique de l’élu municipal Front national viene ora messa in pratica nei consigli comunali di tutta la Francia.

C'è da dire che forse alla viglia delle elezioni (il vademecum era stato pubblicato in febbraio) nemmeno i dirigenti del FN si aspettavano un tale successo dal momento che dalle righe del fascicoletto si dà quasi per scontato che i neo eletti saranno relegati ad un ruolo di minoranza. Questo è effettivamente avvenuto in gran parte dei comuni francesi in cui il partito si era presentato: in queste città i consiglieri frontisti si impegneranno ad offrire sempre un'immagine di sè compatta ed istituzionalmente autorevole, cercando al contempo di "essere spine nel piede dell'Amministrazione" ogni qualvolta si vada contro i valori del partito.

Cosa è successo invece negli undici comuni in cui il Front National è riuscito a far eleggere il proprio sindaco? Anche in questo caso la fedeltà alla Petit guide è quasi letterale ma i cittadini si sono visti immediatamente portare quel cambiamento che avevano richiesta attraverso le urne. Le tasse municipali sulla casa ad esempio sono state abbassate immediatamente di un 10% in alcuni sia dell'estremo nord (Hénin-Beaumont, nel Pas-de-Calais) sia in area meditarranea (a Béziers nella Linguadoca).

Come vengono bilanciati questi sgravi? Ad essere tagliati in tutti i casi sono i fondi comunali destinati ad alcune associazioni definite dall'opuscolo elettorale come "tendenzialmente ostili al Front National". Si tratta per lo più di associazioni di sinistra o anti razziste come Sos Racisme e la Ligue des droits de l'homme, accusate di essere strumenti politicizzati sovvenzionati dalle finanze pubbliche in cui, secondo gli eletti del FN, trovano lavoro e occupazione figli e parenti di sindaci e consiglieri di maggioranza.

In modo del tutto coerente con l'ideologia (discutibile quanto vogliamo) del partito già in due comuni i sindaci si stanno muovendo per impedire o ostacolare la costruzione di luoghi di culto per la religione musulmana. Nelle Alpi francesi, a Frejus, il sindaco ha già revocato il permesso per la costruzione di una moschea, mentre a Mantes-la-Ville il sindaco sta facedo tutto il possibile per impedire la costruzione di una nuova sala di preghiere dopo che la precedente era stata demolita in quanto non a norma.

Tra le altre cose notevoli da segnalare c'è l'allarmismo sul problema della sicurezza pubblica che ha fatto sì che a Béziers siano state aumentate le puttuglie delle forze dell'ordine e sia stato instaurato un vero e proprio coprifuoco che impedisce ai bambini con meno di 13 anni di girare la notte soli per strada.

Per prepararsi al meglio alle elezioni europee di fine mese, infine, non si può che chiedere un parere a David Rachline, neo sindaco di Frejus, che ha pensato bene di togliere la bandiera blu con le stelle dalla facciata del municipio in quanto "simbolo non significativo". Insomma il tricolore basta ed avanza.

 

Foto: Wikipedia

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.191) 2 maggio 2014 19:01

    Credo che vietare l’uso o la costruzione di luoghi di culto non cristiani, peggiori il rapporto con coloro che li chiedono e quindi aumenti i problemi di sicurezza.

    • Di (---.---.---.116) 3 maggio 2014 20:21

      Sino a prova contraria la Francia come l’Italia è un paese laico , e non vedo perchè si debba costruire con soldi pubblici delle moschee così come delle chiese , che infatti non vengono costruite .


      Se vogliono pregare ci sono tanti posti , ma costruzione di moschee e chiese in uno stato laico con soldi pubblici no 

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