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Meglio un titolo di Stato o un bond bancario?


I bond bancari rendono più dei titoli di stato, ma sono meno sicuri e più tassati. Per ridure il rischio di perdite e gestire meglio i propri risparmi bisogna diversificare gli investimenti e farsi consigliare da un consulente esperto.
 


In questi giorni complicati per gli investitori è difficile orientarsi nel mondo del risparmio e dopo l'euforia del "Btp day" è importante fare un confronto tra un titolo di stato e i bond bancari, massicciamente offerti alla clientela con tassi di rendimento sempre più alti. 

La prima valutazione da fare riguarda la tassazione sulle plusvalenze. La manovra di agosto dell'ultimo governo Berlusconi ha di fatto aumentato, a partire dal 2012, l'aliquota sulle rendite finanziarie (compreso le obbligazioni bancarie, tranne per la quota investita in titoli di stato) dal 12,5% al 20%, lasciando invariato al 12,5% la tassa sui titoli governativi. Quindi sul "risparmio fiscale" il btp vince sul bond da banco: 1-0.

La seconda valutazione è il rendimento ipotizzato a scadenza. Le banche in questo periodo, vuoi per la crisi economica, la difficoltà del credito e soprattutto per gli obblighi imposti sui requisiti di capitale dagli accordi di Basilea 3, hanno disperato bisogno di liquidità (in gergo si chiama "funding") e rispondono con un'offerta aggressiva a tassi elevati, che hanno quasi raddoppiato i Btp. Ad esempio l'ultima obbligazione senior della Banca Popolare di Milano, con scadenza aprile 2013, è stata scambiata ad un rendimento del 12,2%. Un Btp di pari durata oggi renderebbe il 6,54%. 

Anche Unicredit (bond scadenza 02/14 al 9,36%), Monte dei Paschi(04/14 al 9,00%), Ubi (06/14 al 9,00%) e Intesa San Paolo (12/13 al 7,60%) hanno aumentato il costo della raccolta per attrarre sempre nuova clientela e portare denaro fresco in cascina. Quindi, sul piano del rendimento senza dubbio il bond bancario batte il titolo di stato italiano: 1-1. 

 
La terza valutazione, se vogliamo ancora più importante del rendimento a scadenza, è sul "livello di rischio". In questo caso bisogna avere fiducia nell'Italia come paese in grado di onorare il proprio debito pubblico a tassi d'interesse così elevati. È ragionevole ipotizzare che le fondamenta dello Stato risultino più garantite e solide di un singolo istituto bancario, soprattutto se di piccola entità, come le numerose Bcc sparse sul territorio nazionale. Quindi investire sull'Italia può risultare meno rischioso nel medio-lungo periodo rispetto ad un obbligazione bancaria, che spesso non è quotata e contiene una percentuale di strutturati ad alto rischio e poco trasparenti. Sulla sicurezza, allora, il btp batte il bond: 2-1. Vince il titolo di Stato
 
Al di là di tutto, la regola aurea di ogni investimento finanziario è sempre la stessa: diversificare il più possibile la composizione del portafoglio. Per chi possiede una certa liquidità (diciamo da almeno 100.000 euro in sù) potrebbe suddividere l'investimento in un paniere con Btp e titoli a reddito fisso, qualche bond bancario ad alto rendimento (in percentuale minore perchè molto rischioso) e un fondo comune di un'importante casa di gestione internazionale (es. Pimco, Carmignac, Black Rock, Morgan Stanley) che investa soprattutto in obbligazioni europee a rating elevato (Bund tedeschi, titoli olandesi e finlandesi, e anche un pò d'Italia). 
 
Per chi possiede cifre inferiori è sempre importante diversificare e decidere se scommettere sulle sorti del nostro paese o piuttosto sulla filiale sotto casa. In tutti i casi non è consigliabile fare da soli (il trading online diventa quasi un lavoro e se non si segue l'andamento dei titoli tutti i giorni si rischiano pesanti perdite sul conto capitale) soprattutto perchè in questo periodo è meglio stare alla larga dai titoli azionari (anche se è possibile farne incetta a prezzi scontatissimi) finchè non si aprirà uno spiraglio sulla crisi economica attuale (e sempre nell'ottica di una ripartizione equilibrata delle quote). 
 
Meglio rivolgersi dunque ad un esperto, che sia un promotore finanziario, un consulente indipendente o il direttore della vostra banca, che vi segua passo dopo passo nel consigliarvi al meglio su come gestire e valorizzare i vostri risparmi, mai così preziosi di questi tempi. 

 

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