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Meglio un Titolo di Stato o un conto deposito?

Dopo il confronto sintetico tra i titoli di stato italiani ed i bond bancari, Libero Mercato propone ai suoi lettori una breve guida sul risparmio con una rapida analisi tra i Bot-Btp ed i conti deposito, offerti a gran voce dalle banche.

Senza dubbio negli ultimi mesi il classico Bot a 6 mesi offre rendimenti fuori dal comune: tasso lordo al 6,5% che diventa il 5,36% al netto del prelievo fiscale (12,5%) e delle commissioni di acquisto (0,30%). Al confronto anche i depositi vincolati più attraenti, con scadenza 6 mesi, non superano il 4% lordo, che scontando un'aliquota più elevata (dal primo gennaio prossimo al 20%) portano in tasca il 3,2%. 

In pratica il Bot rende il 63% in più sui tassi lordi ed il 66% sul netto. Le banche dovranno rivedere molte strategie di marketing per convincere i clienti ed è probabile una nuova rincorsa per ritoccare i tassi per portare denaro fresco in cascina, ma è difficile prevedere fino a che punto potranno spingersi e soprattutto se un incremento eccessivo dei rendimenti non comporterà problemi di solidità patrimoniale agli istituti di credito di casa nostra, mai come in questo periodo pericolosamente esposti alle intemperie dei mercati finanziari
 
La novità potrà essere il lancio di nuovi strumenti più strutturati, per venir incontro alle esigenza della clientela, ma con il rischio di una minore trasparenza e semplicità sui "collaterali" collegati all'obbligazione bancaria. Per chi vuole il denaro sempre disponibile e non vincolato, la renumerazione dei conti tradizionali o dei buoni fruttiferi postali non supera il 2% netto, per i pronti contro termine il rendimento lordo al 3% diventa nei fatti il 2,40%. 
 
Certo, i conti corrente hanno un vantaggio non indifferente: la garanzia del capitale fino a 100.000 euro offerta dal Fondo interbancario di tutela dei depositi. E' uno strumento garantito dalle stesse banche che però può funzionare soprattutto nel caso di fallimenti isolati o circoscritti. Con l'avvento di un crack generale di sicuro la tutela potrebbe risultare meno incisiva.
 
Insomma, la semplicità e l'immediatezza dei Bot conserva il suo fascino ma bisogna prendere in considerazione l'aumento del grado di rischio percepito sul debito italiano. E' sempre una scommessa sul futuro economico del nostro paese. 
Infine per l'investitore italiano, che ha qualche risparmio da proteggere e valorizzare, resta sempre valida la regola aurea: diversificare il più possibile il proprio portafoglio.
 
Come abbiamo già spiegato più volte in altri articoli, meglio evitare il fai da te ed affidarsi ad un consulente esperto, che possa ripartire la liquidità tra titoli di stato, conti corrente renumerati, polizze vita e fondi comuni di investimento, che propongono una maggiore suddivisione delle quote in aree geografiche e settori economici, diminuendo così il grado di rischio.

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