• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Medici senza frontiere, palazzi senza dovere

Medici senza frontiere, palazzi senza dovere

Quanto è bella la polemica di plastica. Fantastica, avvincente, indispensabile alla comunità. Sia chiaro, la comunità superstite, quella cerchia di fortunati che, per esempio in Calabria, sopravvivono. Che non ci si facciano contro occhiatacce sbalordite: tenersi vivi con una qualsiasi causa buona a un ricovero presso strutture ospedaliere e poter raccontare ai posteri che “meglio al nord” è da considerarsi lusso.

Regione Calabria, in 3 settimane o poco meno sono decedute – per motivazioni ignote e da illuminare a giorno – ben sei persone, l’ultima ieri. 26 anni. Sei persone che hanno avuto la beffa dell’esser presi in strutture che al loro male dovevano porre fine, o quanto meno trovare l’origine. Tropea, Catanzaro, Locri, Cetraro, Acri, segnate dall’onta di morti sospette, vestite di camici bianchi e mascherine fin sopra il naso, gli occhi. Ritmica funesta, da troppo tempo. E l’elenco, lugubre, s’arricchisce con cadenze da sanità di quart’ordine, di terzo mondo.

L’appendicite fatale, la negligenza spensierata, il cerino delle accuse vicendevoli, le responsabilità da accertare, i cadaveri che fanno da spola, portati dal collega amico e ammanicato, che una causa naturale a quel corpo inerme gliela trovano. Silenzi e morte di un intero paese senza salute e rimedi, abbandonato alle leggi della natura perfino dove questa si cerca di combatterla, a sovvertire l’ineluttabile come è lecito aspettarsi. No: il Signore l’ha chiamato a sé, le strutture sono queste e, se si conduce una vita morigerata con allegata alimentazione corretta, si può evitare l’inconveniente. In Calabria la sanità è questo. Fatalismo scientista, la più stupida delle bestemmie.

Il dibattito medico, da quelle parti, pare incentrarsi sull’opportunità che madre terra ha dato alla regione: un territorio saturo di erbe officinali da smerciare via privata a danno delle erbette mefitiche e rinsecchite dei polentoni. Ma da Roma, da Strasburgo, da Jerez de la Frontera o Abu Dabi che sia nessun cucù; se Catanzaro ride, Roma dorme tranquilla, è il senso. Le primarie regionali penseranno al pubblico, baderanno al buco, cambierà 0 e il raffreddore, da qualcuno, sarà guardato con discreto sospetto.

Intanto la plastica invade i dibattiti, i 2 congressoni di plastilina (Cl e Pd) giocano a rintuzzare i temi e ad appiattirsi su un unico asse, lontani dagli obitori. E’ evidente: la strategia è far colpo su chi si può permettere ancora di sopravvivere.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares