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Martino Ferrari

Martino Ferrari

Classe 1990, sono laureato in Giurisprudenza, vivo e lavoro a Trento. La mia passione per la lettura ha fatto nascere, durante gli ultim anni del liceo, quellla per la scrittura. Negli anni mi sono occupato di attualità, cinema e musica - altro mio grande interesse - ed ho scritto alcuni racconti. 

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  • Primo articolo sabato 09 Settembre 2010
  • Moderatore da lunedì 09 Settembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Martino Ferrari (---.---.---.99) 10 gennaio 2011 18:52
    Martino Ferrari

    Lasciamo perdere la Fiom. Ha fatto e fa molti errori, non c’è dubbio. Il mio invito a spalleggiarla deriva esclusivamente dal fatto che si oppone alla visione del mercato come dio di Marchionne e di molti altri. 

    La dignità dell’uomo, che sia italiano, spagnolo, tedesco, brasiliano, polacco o altro, è un limite che non si può mai travalicare. Non in nome del cambiamento, non in nome del progresso o del mercato o della necessità o della globalizzazione. E’ un limite, punto. E ciò che è accaduto a Pomigliano ed accade a Mirafiori va contro la dignità dell’uomo, che è configurata anche, in buona parte, dal suo diritto al lavoro.
  • Di Martino Ferrari (---.---.---.250) 8 gennaio 2011 12:53
    Martino Ferrari

    Poi ovvio che ci sono i fannulloni eh, questo è chiaro. Ma come in tutte le categorie.

  • Di Martino Ferrari (---.---.---.250) 8 gennaio 2011 12:52
    Martino Ferrari

    Dati CEPEJ (Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia): i magistrati italiani devono dare risposta a un contenzioso civile che è il terzo in Europa e quasi il doppio rispetto ad altri grandi paesi europei. Ma l’Italia è terza nella definizione delle cause civili. La produttività è quindi doppia. Stessa cosa per il penale.

    Quindi l’inefficienza della giustizia è da imputare alle riforme disorganiche e dannose, oltre che alle leggi allucinanti che vengono promulgate.

  • Di Martino Ferrari (---.---.---.250) 8 gennaio 2011 11:33
    Martino Ferrari

    La Fiom ha certamente le sue responsabilità, così come i lavoratori di Pomigliano (alcuni), che per anni hanno fatto il bello e cattivo tempo in fabbrica, tra assenteismo e scarso lavoro. E il sindacato si è limitato a difendere, evidentemente sbagliando, questi atteggiamenti, non riconoscendo, o facendolo scarsamente, le colpe dei lavoratori.

    Ma credo che questo dimostri che il problema sta a monte di tutto questo discorso. Il punto fondamentale è infatti il rispetto delle regole, delle leggi. Se si facessero rispettare le leggi, se in Italia fosse diffusa, culturalmente ancora prima che giudizialmente, l’idea che è necessario, vantaggioso e doveroso fare il proprio dovere e obbedire alle leggi, se si facessero effettivamente rispettare le norme, questi problemi sarebbero molto più semplici da risolvere, perchè si presenterebbero in forma meno tragica.
    Detto questo, non è assolutamente accettabile l’idea che, dato il fatto che il mondo economico è cambiato e che i rapporti economici tra stati non sono più quelli di prima, i diritti di chi lavora debbano essere eliminati o comunque messi in discussione in modo così violento. La risposta alla crisi è tornare indietro, al lavoratore senza diritti? No, non è questa la risposta. Ripeto, un riassetto del mondo del lavoro è probabilmente necessario, ma non è questa la via da seguire e non è Marchionne a doversene occupare. In tempi di crisi tutti devono fare sacrifici, ma non rinunciare alla propria sfera di diritti.
  • Di Martino Ferrari (---.---.---.157) 25 novembre 2010 12:03
    Martino Ferrari

    Concordo in pieno.


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