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Manovra: sindacati in ordine sparso, ma la Cgil conferma lo sciopero del 6 settembre

Che il governo tocchi o meno le pensioni, andando ad incidere sul riscatto degli anni necessari al conseguimento della laurea e del periodo di servizio militare, la manovra rimane “iniqua”, e dunque, per la Cgil, il 6 settembre sarà sciopero generale di 8 ore

Niente mega manifestazione unica, ma tante iniziative in diverse città d'Italia. Susanna Camusso sarà a Roma. Il segretario generale del sindacato più grande e battagliero della triade confederale, ha ribadito oggi: “Le ragioni dello sciopero stavano nell'iniquità della manovra, prima della norma sulle pensioni. L'iniquità rimane".

Diversa, naturalmente, la posizione del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha voluto subito riconoscere l'apertura del governo: ''Le pensioni non si toccano. Il Governo ha accolto la nostra richiesta di stralciare la norma che avrebbe causato un danno al personale che aveva riscattato la laurea ed il servizio militare''. Bonanni ha anche aggiunto: ''Ci attendiamo ora ulteriori modifiche alla manovra nel segno dell'equità, della giustizia sociale e del taglio ai costi della politica''. Al momento, tuttavia, non sembra revocato il presidio davanti al Senato di Cisl e Uil, previsto per domani primo settembre.

Ma lo scenario è in continua evoluzione, e bisogna capire come si muoverà il governo nei prossimi giorni, già a partire dal Consiglio dei Ministri di domani. I sindacati confederali rimangono comunque “in stato di agitazione”. Addirittura la timidissima Uil, che non aveva risparmiato critica alla decisione della Cgil, il 16 settembre potrebbe proclamare uno sciopero generale del pubblico impiego, evento ormai rarissimo per l'organizzazione guidata da Luigi Angeletti. Anche se qualcuno potrebbe chiedersi: che senso ha fissare una data così a lunga scadenza per prendere una decisione, già oggi, di estrema importanza? Si mostrano un po' i muscoli per non perdere definitivamente la credibilità?

Ad ogni modo, i dipendenti pubblici hanno di che preoccuparsi, visto che sono una delle categorie più colpite dalla manovra. Basti pensare alle misure sul Tfr – vai in pensione, ma la liquidazione la prendi due anni dopo – all'ulteriore rinvio di un anno del rinnovo del contratto e alla messa in mora delle tredicesime.

Se a ciò si aggiungono, tra le altre cose, il taglio delle agevolazioni fiscali per le cooperative, la possibilità di fare accordi aziendali che deleghino ai contratti nazionali, anche in materia di licenziamenti - leggi, attacco all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori - la scomparsa del “contributo di solidarietà”, si capisce allora il tempismo della Cgil, mai così reattiva, quantomeno negli ultimi anni, nel proclamare uno sciopero generale, il secondo nel giro di pochi mesi.

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