Manifestazioni e balletti di cifre: ecco come si contano le presenze in piazza
Il recente sciopero generale indetto dalla Cgil ha fatto tornare di attualità la lotteria sui numeri dei partecipanti alle manifestazioni e ai cortei di protesta, con i promotori che solitamente lanciano cifre un po' gonfiate e le autorità che invece tendono sempre a ridimensionare le presenze.
L'analisi del magazine americano spiega che esistono due motivi per cui, nella gran parte dei casi, si registra grande variabilità e discordanza nelle stime che vengono riportate sulle presenze a un evento. Da un lato per l'oggettiva difficoltà tecnica a definirle, dall'altro per le forti e contrapposte motivazioni a fornire cifre sbagliate.
Assai spesso, infatti, il calcolo delle presenze è totalmente "sballato" con l'obiettivo preciso di influenzare l'opinione pubblica. Perché, come evidenzia la ricerca, è chiaro che se la partecipazione a una protesta è bassa l'eco della manifestazione sui cittadini sarà certamente debole e quindi meno avvertita.
Gli autori dell'indagine sono giunti alle proprie conclusioni dopo aver direttamente testato il metodo dei punti di ispezione, in occasione della "grande marcia" di Hong Kong del luglio scorso per la libertà e la democrazia. Hanno innanzitutto utilizzato il classico sistema della densità, fotografando la folla di persone assiepate in una zona limitata della piazza individuata per il calcolo; successivamente hanno moltiplicato il dato possibile per l'area totale della piazza stessa. Generalmente, per folle non troppo concentrate si ha una densità media pari a una persona per metro quadro, mentre per quelle molto fitte si arriva anche a 4 persone per metro quadro.
Nel caso delle folle in movimento, ed è questa la tesi definitiva a cui sono giunti i ricercatori, è bene usare la metodologia dei due punti di ispezione perché consente di contare gli individui che scorrono nel corso del corteo e di arginare parzialmente la sottostima dovuta a coloro che entrano o escono a metà del percorso, evidentemente non rilevabili se il monitoraggio viene fatto a inizio e fine corteo.
Insomma, la prossima volta che sentiremo "dare i numeri" in tv sulla partecipazione agli eventi di piazza del nostro Paese, col grande leader politico o sindacale che afferma con disinvoltura che "siamo più di un milione di persone", e col disprezzante dispaccio di agenzia che ribatte il consueto "solo 10 mila secondo la Questura", a parere degli americani (senza con questo voler prendere per buone le loro teorie) sarebbe meglio diffidare.
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