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M5S e Italia: chi siamo? Cosa vogliamo? Dove andiamo?

La situazione politica italiana attuale è sempre in continuo movimento anche se sta sempre ferma, quasi sempre con le stesse faccie e gli stessi fili. Non parliamo poi dei burattinai (o burattini?) che governano questo teatrino del paese affacciato sul mare e al sole, ma sempre più bianco in volto.

Ecco perché mi è sembrato giusto, in questa fase così ibrida della storia repubblicana, rileggere un passo che un "poeta della parola e dell'umanità" quale è Pasolini, scrisse in un suo romanzo.

Il testo è un frammento di "Petrolio" e porta come titolo "Il fascino del fascismo" nel quale si fa un profondo scavo antropologico e sociale nel rapporto tra due generazioni diverse, padre e figlio, del rapporto che intercorre tra passato e istituzione e di altre tematiche attinenti al fascino del fascismo.

Leggiamocelo, perché molto potremmo attingere da questo breve appunto per capire la nostra situazione politica attuale.

Le istante politiche e sociali portate avanti dai giovani non possono essere ascoltate da questa classe dirigente e sappiamo bene i motivi di questa impossibilità di comunicazione: vuoi che la vita di ognuno di noi deve convivere con una parte della vita sul web 2.0, vuoi che la marcescente classe politica ed economica italiana ha fatto quello che ha fatto con il nostro tacito assenso e non, la dialettica politica-comunità si è ridotta ad un finto diritto al voto e ad un inutile diritto di espressione. Sì, perché non si può affermare che in Italia non ci sia democrazia: qui tutti diciamo tutto ciò che vogliamo, tutti condanniamo dai nostri personalissimi alti tribunali il malaffare italiano: semplicemente questo terreno democratico è fine a se stesso perché non c'è nessuno ancora in Italia che possa colmare quel vuoto transoceanico che c'è tra la politica e la realtà cruda del Paese: ci stiamo convincendo che ogni protesta o denuncia sia inutile. Ed è vero, come Pasolini afferma nel testo, che "ciò che è stato vissuto nel corpo dei padri, non può più essere vissuto nel nostro". Ma oggi in Italia noi non dobbiamo più avere padri, non possiamo più permettercelo: cosa sente il nostro corpo oggi se non un un'inedia e un'apatia verso il senso sociale, ma prima ancora civico? Ed è bene sottolineare che per corpo si intende il corpo dell'uomo che vive in Italia con tutte le conseguenze.

Il nostro corpo, sangue e sperma, cerca oggi una svolta, una rivoluzione e mai uno status quo come si verificava nel passato; perché c'era chi difendeva il passato pur constatandone la caducità e il malaffare presente anche lì. Per la prima volta forse, in Italia, questa caducità del passato veramente interessa come non mai anche il futuro, come Pasolini denunciava. Il presente e il futuro dell'Italia sono rimasti intrappolati nella voragine aperta dal passato, senza che qualcuno abbia anche solo provato ad avvicinarsi a questo buco così profondo.

L'inedia e l'apatia politica, sociale e civica dei nostri corpi ha però un risvolto positivo, anche se effimero e a lungo andare inutile: se il Fascismo mette al primo posto la filosofia irrazionale e l'azione, i suoi effetti sono soprattutto visibili nel fenomeno del MoVimento 5 Stelle: sia ben chiaro e sottolineatelo due volte a grandi linee proprio sul vostro schermo, che non sto affatto dicendo che il M5S sia un movimento di tipo fascista (fascista inteso come ideologicamente appartente alla famiglia dei totalitarismi, non sto parlando in particolar modo del fascismo nostrano). Questo movimento apparentemente nato dalla rete per esempio, suscita quei sentimenti che solo il fascismo è riuscito a suscitare nei nostri corpi: azione e reazione al presente, alla classe politica che ci governa e abbiamo noi tutti ragione di criticare le malefatte della classe dirigente.

Che l'obiettivo finale del M5S sia quello di prendere il potere è sotto gli occhi di tutti, è financo scritto tra le righe del programma politico: perché per simili cambiamenti è inevitabile avere rapporti con il Potere, essere Potere, inteso come entità e non come insieme di uomini dal volto misconosciuto; il mistero dei padri è la stabilizzazione del passato e delle istituzioni, quello dei figli è la rottura con il passato. Allo stesso modo oggi in Italia, PD e PDL, le forze politiche diventate acerrime amiche rinnovano il presente stabilizzando ulteriormente il passato, facendolo diventare sempre più violento e pernicioso; noi tutti (anche il M5S?) siamo vittime e perciò ambigue, tutti stretti intorno ai nostri spettri e ad altri (che non riconosciamo più) contro il Potere che tra idee presidenzialiste, finanziamenti ai partiti che entrano dalla finestra e altre vampate di finto cambiamento, riducono lo spazio vitale di una democrazia che c'è, sì, ma che non viene praticata e non è interiorizzata dalla maggior parte di noi, in fondo non è nemmeno studiata a dovere.

Ecco che questa apatia e inedia immunizzano gli italiani da ritrovare il fascino del fascismo perduto: dentro di noi non scorre più il sangue di una volta, quello irrazionale ed eroico, primitivo ed elementare: piuttosto siamo legati a dinamiche appartenenti ad una sopravvivenza consapevole senza però rinunciare all'agiatezza che il passato ha regalato, forse, ai nostri padri, questa casta che vive anch'essa in un'agiatezza economica ma caduca dal punto di vista esistenziale. Non possiamo rivivere ciò che i nostri padri hanno vissuto. Perché se è vero che l'esistenza ha fatto posto all'apparenza, è anche vero che l'apparenza insospettisce; e il fenomeno sociologico, politico e antropologico del M5S insospettisce anch'esso; perché se "si può condannare il potente (per il suo abuso di potere, la sua violenza, la sua aggressività, la sua volgarità)" si possono condannare anche i giovani che, "giunti al momento della scelta, decidono di stare con i potenti, di servirli, con lo scopo di partecipare al potere, e un po' alla volta, magari diventare dei veri potenti anch'essi: ma i tutto questo non c'è niente che insospettisca: è, direi, naturale".

Cosa veramente è il M5S? Cosa vuole essere? Direbbe oggi l'abate Seyès. Perché, sulle orme del testo che ho poco fa citato, realizzo anche io che "è difficile pensare come mai a qualcuno possa venire in mente di fare la scelta contraria: cioè rinunciare a seguire il corso della vita [perpetuazione del passato], che [...] gli assicura [...] potenza e prestigio; e scegliere invece una vita di vittima, esclusa dal gran banchetto paterno del potere: dalla ripetizione gloriosa della vita come Passato che si perpetua".

Insomma, stringiamoci a coorte (ma quale coorte?), siam pronti alla morte?

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