Lupi per agnelli: i preti siciliani fondano un partito e scendono in campo

A Palermo come segnala il Giornale di Sicilia nasce la prima lista di sacerdoti e laici legati all'ambiente ecclesiastico, promossa da una ventina di parroci locali. "Il Lupo dimorerà insieme all'agnello", la frase scelta per il simbolo, depositato dal notaio il 30 luglio e accompagnata dal programma politico del movimento.

E già a qualcuno si accapona la pelle, perché l'immagine riporta alla mente episodi troppo recenti legati al disfacimento di un istituzione in caduta libera, non penso ci sia bisogno di spiegare o ricordare alcune simbologie acquisite che sono ripetute nel tempo in tutte le favole da Esopo ai fratelli Grimm. Quindi, forse, come primo passo sarebbe stato decisamente meglio scegliere qualcosa di più sobrio e meno fraintendibile. Ovviamente non che ci siano collegamenti diretti con la diocesi palermitana, e men che meno, nessuno crede di dover fare di tutta l'erba un fascio, ma quando ti presenti alla comunità come rappresentante di un ideologia legata ad un'organizzazione, devi per forza di cose fare i conti con gli errori (e gli orrori) di chi ti sta tenendo sulle spalle.

Italia paese di navigatori e santi, chissà come reagirà alla discesa in campo diretta di un movimento puramente cattolico. Perché a ben pensarci siamo tutti volenti o nolenti "cattolici", fino a un certo punto. Categorie di pensiero che ci contaminano, fin dalla nostra infanzia e, anche quando pensiamo di essercene liberati, scopriamo che quel piccolo tarlo, in fondo in fondo, in qualche modo, ci condiziona. Ma è quel fino a un certo punto che non convince.

Il movimento, guidato da Felice Lupo, parroco di S. Eugenio papa, "Uomini nuovi per una società di uguali e partecipi", nasce con lo scopo di coinvolgere i cittadini nella vita attiva polica, mantenendo una visione morale, "Nasce un movimento cattolico completamente autonomo e indipendente da qualsiasi vecchia nomenclatura partitica e con liste provinciali senza nessun vecchio politico come capofila". E continua spiegando che non ci saranno sacerdoti nelle liste, ma a loro spetta il compito di "immettere nella politica attiva laici cattolici impegnati nell’itinerario di formazione permanente alla vita buona del Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa". 

Si dovrà attendere ancora qualche tempo per capire se questa rimarrà un'iniziativa isolata o se, sotto una "rinnovata forza" di volontà di tornare ad essere protagonisti della scena politica e quotidiana dell'Italia, altre diocesi imiteranno l'iniziativa. E la domanda sorge spontanea, "saranno famosi?". O è l'ultimo spasmo di un elefante morente?