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Luigi Cesaro indagato per camorra: da Cutolo a Bidognetti. 30 anni di politica all’ombra dei clan

Di oggi la notizia che Luigi Cesaro è indagato per reato di camorra dalla procura di Napoli.

Dalle pagine del quotidiano Il Mattino oggi Rosaria Capacchione, giornalista giù sotto scorta a causa del suo impegno contro la camorra, riporta la notizia che vuole Luigi Cesaro iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Napoli per reati di Camorra. La DDA di Napoli gli attribuisce un illecito riguardante un affare immobiliare nel Casertano. Il Presidente della Provincia di Napoli, tuttavia, dichiara la sua totale estraneità ai fatti. Afferma di non conoscere assolutamente i personaggi chiamati in causa “né questo presunto avvocato dei boss Michele Santonastaso, né tanto meno il pentito Luigi Guida”; e continua dicendo che il corpo del reato non sussisterebbe “perché né io né alcun componente della mia famiglia abbiamo portato a termine alcun affare da 50 milioni di euro su terreni resi edificabili a Lusciano, né ovviamente avremmo conseguentemente pagato alcuna tangente al clan Bidognetti, di cui diffido chiunque a fare accostamenti con la mia persona”. Da alcune affermazioni rilasciate dal boss Michele Santonastaso la lista dei soggetti che avrebbero avuto a che fare con l’organizzazione camorristica vedrebbe presenti anche amministratori comunali, oltre il sopracitato Presidente della Provincia di Napoli. 

Luigi Cesaro ha già avuto a che fare in passato con la giustizia italiana. Nel 1984 fu arrestato nel seno di un blitz contro l’organizzazione Nuova Camorra Organizzata (NCO), fondata dal boss Raffaele Cutolo, negli anni Settanta. Condannato nel 1985 dal Tribunale di Napoli a 5 anni di carcere, fu però assolto l’anno successivo per assenza di prove. L’assoluzione del 1986 fu confermata dalla Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Corrado Carnevale, per non aver commesso il fatto. Fu coinvolto nello scandalo dei rifiuti in Campania nel 2008 a causa di alcune dichiarazione del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, nelle quali Vassallo affermava che Cesaro sarebbe stato un “fiduciario del clan Bidognetti”.

Laureato in giurisprudenza, iniziò la sua carriera politica negli anni ‘80 presso il Comune di Sant’Antimo. In quel periodo la Giunta comunale del paese campano venne sciolta per infiltrazione camorristica. Sfuggito all’arresto, al tempo era assessore al bilancio, viene eletto nel 1990 come consigliere provinciale a Napoli riconfermato successivamente a consigliere nel 1995 dopo essere passato nel ‘94 nelle fila di Forza Italia. La carriera politica avanzava, portandolo, durante le elezioni del 1996, a coprire la carica di deputato italiano e nel 1999 eurodeputato alle europee, motivo per cui lasciò la carica di deputato per dedicarsi al Parlamento Europeo per i successivi due anni. Alle elezioni politiche italiane del 2001 viene rieletto alla Camera, così come nelle elezioni del 2001 e del 2006, prima con il Forza Italia e poi con il Pdl. Nel 2009, con una coalizione di centrodestra, viene eletto a Presidente della Provincia di Napoli.

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