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Luca Ward ricorda Giuseppe Fava ucciso dalla mafia 28 anni fa

Luca Ward interpreterà Giuseppe Fava, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1984: l'importanza della memoria, il senso della democrazia.

Per non dimenticare l'Italia si mobilita e lo fa anche il cinema. Gli attori danno voce, forma e sostanza a persone che per aver scelto di dire la verità, di raccontare questo Paese, di non aver paura, sono state condannati a morte.

Dare loro voce, forma e sostanza li consegna alla Storia e alla Memoria, patrimonio inalienabile, arma contro il tempo che tutto fagocita, cancella e rende trasparente.

E allora il cinema italiano ha deciso che bisogna dar voce alla storia di Giuseppe Fava.

Ma chi era Giuseppe, che tutti conoscevano come Pippo?

Era un giornalista, uno scrittore, un drammaturgo. La sua colpa? L'aver reso il Giornale del Sud, di cui era direttore, un giornale coraggioso, denunciando i traffici di droga, Cosa nostra, le connivenze con la politica. Nato a Palazzolo Acreide nel 1925, è stato fondatore de I Siciliani, secondo giornale antimafia in Sicilia, caporedattore di Espresso sera, ha curato anche la sceneggiatura del film "Palermo or Wolfsburg", vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino nel 1980.

Ad interpretare il suo ruolo, nel cortometraggio di cui cominceranno a breve le riprese in Puglia, sarà l'attore Luca Ward.

"Si tratta di un piccolo scorcio su Fava, ucciso dalla mafia. Era un grande giornalista ed aveva un pensiero libero. Intendeva il giornalismo come grande libertà. Nel corto non vogliamo cercare di capire il perché, il come, o le ragioni della morte ma cerchiamo di raccontare l'uomo, l'artista che ha scritto commedie, sceneggiature, che amava la recitazione e l'arte a 360°.Un uomo che attraverso il teatro, oltre che attraverso i suoi articoli, denunciava. Faceva riflettere, cosa che fa molta paura anche oggi. Perché noi pensiamo troppo. E allora non bisogna pensare... Nel corto vediamo l'uomo artista, giornalista, il padre: bisogna ricordare questi uomini che per il loro credo hanno perso il bene più grande: la vita.

Sono passati 20 anni dalla morte di Borsellino: cosa si aspettava sarebbe successo o cambiato in questi anni?

"Sono i grandi interrogativi e le grandi contraddizioni di questo Paese. Per questo noi facciamo discutere il mondo. Si tratta di vicende che hanno segnato la nostra crescita. Sicuramente aver perso persone così, uomini di Stato e giornalisti fa paura e fa riflettere. Ma ciò che mi chiedo, a 52 anni, con 3 figli, è soprattutto "cosa succederà?", "viviamo davvero in uno Stato libero?". Si parla tanto di democrazia, ma cosa significa realmente questa parola, quando uomini così vengono uccisi in quel modo. Certamente la speranza è che questo Paese riesca a cambiare. Ci deve essere la speranza che questo Paese non nasconda più queste tragedie dietro bugie pazzesche per arrivare poi a scoprire che Falcone non è stato ucciso dalla mafia ma dai Servizi Segreti...".

Peccato che si stia realizzando solo un cortometraggio...

"Purtroppo il cinema ormai non può più essere considerato tale. E riuscire a realizzare anche un corto per riuscire a mantenere viva la memoria è già un passo avanti. Non ci sono soldi, né fondi e si fa fatica a mandare avanti un sistema cinema che, credo, nei prossimi mesi e anni, si arenerà completamente!".

Giuseppe Fava è stato ucciso il 5 gennaio 1984 con 5 colpi di arma da fuoco sparati nella nuca. Per quel delitto sono stati condannati alcuni membri del clan mafioso dei Santapaola.

Questa è la sua ultima intervista, rilasciata ad Enzo Biagi nella trasmissione Filmstory il 28 dicembre del 1983: "Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono Ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante".

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