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Lo chiamavano "rimborso" elettorale

Il finanziamento pubblico ai partiti non esiste più, spazzato via da un referendum del 1993. Ora si parla di "rimborsi elettorali". Rimborsi. Sono andato a leggermi sul dizionario il significato di "rimborso", ero un pochino confuso. Perché qui non parliamo più di "restituzione di denaro" speso per finalità elettorali ed accuratamente documentato, ma di un gigantesco fiume monetario che ogni anno entra nelle casse dei partiti, e che può finire in Tanzania come in lussuosi appartamenti di centro città. 200 milioni l'anno, 1 miliardo a legislatura. 877 milioni nei 19 anni del "finanziamento pubblico" (1974-1993), 2 miliardi e 700 milioni in 18 anni di "rimborsi elettorali" (1994-2012), praticamente il triplo. E meno male che non finanziamo più!

Basta prendersi l'1% ed è fatta: 5 euro per ogni voto, per ogni camera, per ogni legislatura, per ogni tipo di elezione. Soldi che arrivano anche a partiti scomparsi, e che in caso di scioglimento anticipato delle camere - fortunatamente "solo" fino al 2011 - sono stati elargiti due volte. Rimborsi cresciuti del 600% dal 1993 ad oggi, del 1.000% in un solo decennio. Tanti onori, pochi oneri. Troppo cash, e troppa poca trasparenza, tra bilanci gonfiati, segretezza per le donazioni sotto i 50 mila euro ed assenza di controlli. Di media i partiti spendono 100, incassano 500. Quando va bene. Poi ci sono i casi limite.
 
Leggiamo da "I soldi dei partiti", di Veltri/Paola: "Per le elezioni del 2008 il record spetta alla Lega: le spese accertate dalla Corte dei Conti sono state di 2 milioni e 940 mila euro e in base ai voti ottenuti il Carroccio ha incassato 8 milioni e 277 mila euro. In totale 41 milioni 385 mila euro. Dunque 100 euro investiti dalla Lega nella campagna elettorale del 2008 sono diventati 1. 408". Avete capito bene - ed è solo uno dei tanti esempi - la Lega spende 3 milioni, se ne fa "rimborsare" 41. E' tempo di legiferare.

 
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[Clicca per ingrandire - Fonte: La Stampa -
Approfondimenti: Repubblica, Messaggero, Corriere]
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.9) 4 febbraio 2012 12:22

    Giustissimo:

    la doverosa indignazione per queste truffe non deve essere qualunquista, ma volta ad ottenere leggi rispettose del vocabolario, dell’aritmetica e del volere referendario.

    Aggiungo un paio di osservazioni: una piccola ed una enorme.

    La citazione di come la lega riesce a riscuotere 14 volte di piu’ di quanto ha realmente speso andrebbe chiarita, spiegando che gli oltre 8 milioni di rimborso dei meno di 3 spesi si ripete ogni anno, per ben cinque anni.

    Ma se i cittadini riescono ad ottenere che i loro partiti non rubino piu’ cosi’ sfacciatamente, si tolgono una soddisfazione ma non risolvono proprio niente. E qui si arriva al problema grosso.

    Il problema vero e’ quello di avere dei partiti che siano democratici perlomeno al loro interno, e cioe’ in cui gli iscritti e gli elettori possano scegliere la dirigenza del partito, che invece, in tutti i partiti, e’ scelta dall’alto per cooptazione. Soltanto cosi’ si potra’ ottenere una dirigenza pulita e rispettosa degli elettori, invece che dedita a inciuci e intrallazzi con i loro soci pseudo-avversari.

    Per ottenere questo non basta assolutamente la reintroduzione delle preferenze: occorre invece favorire la crescita di partiti diversi da quelli attuali, quindi: nuovi. In termini di leggi elettorali, per i partiti che adesso occupano il potere, la miglior garanzia che questo non possa avvenire sta nello sbarramento al 5%, perche’ un partito nuovo non puo’ nascere

    che piccolo.

  • Di Geri Steve (---.---.---.9) 4 febbraio 2012 12:27

    Giustissimo:

    la doverosa indignazione per queste truffe non deve essere qualunquista, ma volta ad ottenere leggi rispettose del vocabolario, dell’aritmetica e del volere referendario.

    Aggiungo un paio di osservazioni: una piccola ed una enorme.

    La citazione di come la lega riesce a riscuotere 14 volte di piu’ di quanto ha realmente speso andrebbe chiarita, spiegando che gli oltre 8 milioni di rimborso dei meno di 3 spesi si ripete ogni anno, per ben cinque anni.

    Ma se i cittadini riescono ad ottenere che i loro partiti non rubino piu’ cosi’ sfacciatamente, si tolgono una soddisfazione ma non risolvono proprio niente. E qui si arriva al problema grosso.

    Il problema vero e’ quello di avere dei partiti che siano democratici perlomeno al loro interno, e cioe’ in cui gli iscritti e gli elettori possano scegliere la dirigenza del partito, che invece, in tutti i partiti, e’ scelta dall’alto per cooptazione. Soltanto cosi’ si potra’ ottenere una dirigenza pulita e rispettosa degli elettori, invece che dedita a inciuci e intrallazzi con i loro soci pseudo-avversari.

    Per ottenere questo non basta assolutamente la reintroduzione delle preferenze: occorre invece favorire la crescita di partiti diversi da quelli attuali, quindi: nuovi. In termini di leggi elettorali, per i partiti che adesso occupano il potere, la miglior garanzia che questo non possa avvenire sta nello sbarramento al 5%, perche’ un partito nuovo non puo’ nascere che piccolo.


    Geri Steve

     

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