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Libia | Storie di donne che si occupano di diritti umani: Khawtar ha dovuto lasciare il Paese

 

Aggredite, rapite, stuprate, minacciate di morte, definite prostitute e adultere sui social media.

In una sua recente pubblicazione, Amnesty International ha raccolto le storie di alcune blogger, giornaliste e attiviste libiche, usando quando da loro richiesto degli pseudonimi. Dal 5 agosto, ne stiamo raccontando una al giorno.

“Khawtar”, un’attivista di 28 anni, è stata costretta a lasciare la Libia dopo aver ricevuto minacce di morte a causa dei suoi tweet.

Nel 2014, con l’inizio del conflitto armato che ancora oggi divide la Libia in due, aveva iniziato a usare Twitter per raccontare “le cose dal campo”.

Le minacce sono iniziate online: “traditrice”, “agente straniera”. Poi sono seguite quelle telefoniche. Nel 2017 è stata seguita da un’automobile per tutto il percorso a piedi dal lavoro a casa.

Il conducente la seguiva e ogni tanto la affiancava facendole con le mani il gesto di spararle.

Nell’agosto dello stesso anno, “Khawtar” ha lasciato la Libia. Ora è in un paese europeo, in attesa dell’esame della sua domanda d’asilo politico.

I post precedenti possono essere letti dalla pagina generale del blog “Le persone e la dignità” 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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