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Le polizze auto ed Indro Montanelli

Le polizze auto ed Indro Montanelli

Esiste qualcosa che collega i periodici pagamenti delle polizze auto al grande Montanelli? Ebbene sì, il vostro reporter un collegamento l’ha trovato.
 
Chiamato ad amministrare quella sorta di azienda che ha nome famiglia, si è recentemente trovato a pagare l’annuale polizza per una utilitaria di ben poche pretese, giammai peraltro coinvolta in incidenti stradali, anche perché la sua proprietaria e consorte dello scrivente non le fa fare più di un paio di migliaia di chilometri all’anno.
 
Questi i precedenti economici del costo polizza : Euro 428 annui nel 2008, Euro 435 annui nel 2009.
 
Attesa la regolarità del rapporto contrattuale, si aspettava un qualche contenimento del prezzo; ed invece esso è schizzato ad Euro 499. Dinanzi al mancato ritiro della polizza con ipotesi di ricorso alla concorrenza, assoluta indifferenza del broker: un malaugurato aumento dei massimali, statuito ope legis, era il fondato motivo dell’aumento e questo lo lasciava del tutto sereno sulla correttezza del suo operato.
Il vostro reporter ha, allora, contattato un secondo assicuratore; ma qualcosa gli diceva che difficilmente avrebbe trovato un prezzo molto diverso. E, difatti, gli è stato fatto un preventivo di 500 Euro. Il libero mercato ha dato un inequivocabile, univoco responso: l’aumento dei massimali ha comportato nel Paese un brusco aumento del prezzo delle polizze auto.
 
A questo punto, però, il vostro reporter si è ricordato di Indro Montanelli e della sua iscrizione, insieme a Giuseppe Prezzolini, ad una particolare Associazione, detta Associazione degli Apoti, dal greco alfa privativa=nopotos=bere, i cui associati erano appunto caratterizzati da una buona dose di scetticismo, che li portava a non “bersi” tutto quello che gli veniva detto. Ad esempio la storiella del libero mercato delle polizze auto perfettamente funzionante.
 
In effetti il vostro reporter ha avuto subito il sospetto che, fra i vari broker cittadini, il telefonino deve squillare spesso e volentieri; e, magari, può capitare anche che si confidino il desiderio di alzarli, i prezzi di queste benedette polizze; e, per far questo, magari basta essere ben affiatati nel deciderlo. Tanto forze dell’ordine e magistratura hanno tante altre ed importanti cose da fare!
 
D’altra parte pare che qualcosa di simile sia avvenuta persino per il primo prodotto nazionale alimentare, la pasta di grano; altrimenti l’Autority per la concorrenza non avrebbe sonoramente multato i principali operatori economici del settore. E se questo è possibile per la pasta, cibo quotidiano di tutte le mense, come non può accadere per le polizze assicurative, che si pagano solamente una volta l’anno?
 
E c’è persino qualcuno che vorrebbe darci a bere che una gara di pubblica evidenza riesce a scatenare una fortissima concorrenza mercantile fra società che aspirano ad assumere un pubblico servizio, sia esso quello della fornitura dell’acqua potabile, o quello della raccolta dei rifiuti solidi urbani, a quello della gestione di una autostrada, o quella della gestione di un servizio di traghettamento, od altre attività in regime di monopolio ancora.
 
Tempo perso, per quanto riguarda il vostro reporter: nessuno lo convincerà mai che, dietro queste cosiddette gare, combine ed accordi nascosti di vario tipo non regnino sovrani; il tutto a spese del cittadino/utente. E verrebbe voglia di dire, parafrasando Winston Churchill, mai cosi pochi hanno guadagnato con cosi pochi rischi, tanto denaro.
 
Il difficile è difendersi. Non sempre basta fermare un’automobile, la quale fa così pochi chilometri all’anno, che l’uso sostitutivo del taxi è economicamente vantaggioso, oltre che più comodo e meno impegnativo.

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