• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Lansia della morte

Lansia della morte

Viviamo tra cose destinate a morire – Intra peritura vivimus. Lucio Anneo Seneca

 

Una fra le più diffuse forme di ansia del nostro tempo, è senz'altro quella riguardante la paura della morte: vale a dire quella inerente la presa di coscienza della propria mortalità. Non sono infatti poche le persone alle prese con questo subdolo nemico dalle multiformi sembianze e riemergente repentino con sempre nuovi e inattesi volti.

L'esistenza quotidiana presenta svariati simboli di morte: dalla partenza delle persone care, alla dipartita degli affetti più prossimi. Si tratta di congiunture sollecitanti le persone a essere più attente, a evitare gli affaticamenti psicofisici e ad agire con sempre maggiore cautela. Solo che, così facendo, si renda la vita ancor più complicata e pericolosa, tanto da manifestare la paura di morire per quella che essa veramente sia: la paura di vivere. Proprio così: la vera paura di ciascun individuo, è quella di vivere, di non farcela, di non riuscire a tenere il passo della società odierna, di non disporre del tempo necessario per il disbrigo dei propri impegni. Ne consegue l'incapacità di sopportare la quotidiana monotonia, esitante poi nella noia di vivere. Si tratta di comportamenti riguardanti ciascun individuo e conseguenti alla specifica interazione con gli altri e perciò con la vita.

La società odierna illude di poter affrontare, adducendo motivazioni solo virtualmente razionali e scientifiche, una così ancestrale paura dalle origini ben più complesse e profonde. In questo contesto si inscrive il problema della prevenzione. Non tenendo però conto del fatto che, in questo modo, si inducano conseguenze non meno deleterie: da una parte, mediante una serie di condizionamenti come, per esempio, la raccomandazione di non mangiare i grassi animali o i carboidrati; dall'altra, attraverso una serie di rassegnazioni tipo l'accettazione che, in fondo, di qualcosa si dovrà pur morire.

Entrambe queste circostanze non affrontano però l'ansia della morte alla sua origine, visto che, nel primo caso, si concluderà che soltanto comportandosi “bene” si potrà essere compensati con una lunga esistenza, seppure sicuramente noiosa; nel secondo caso, viene invece lanciata una sorta di sfida al destino. Nell'uno e nell'altro caso, si tratta di comportamenti senz'altro liberi, ma indubbiamente nevrotici, esitanti negli illusori effetti di qualsiasi altra droga.

Quanto ai presunti successi vantati dalla medicina “scientifica”, occorre precisare come essi siano soltanto pretesti finalizzati alla elusione del problema di fondo: l'illusione di tranquillizzare la gente mediante il ricorso a esami clinici e strumentali sempre più complessi, ma incapaci di affrontare alla radice la questione della morte. Così si evince come la paura di morire proceda di pari passo con la divulgazione medica, la quale incrementa l'ansia di morire proprio offrendo sempre più fallaci speranze.

Nel passato, la divulgazione delle conoscenze mediche era scarsa e avveniva con cautela. Poi ci si è lusingati ritenendo che la loro più accurata diffusione potesse aiutare la gente: che le potesse cioè conferire una maggiore possibilità di controllo e quindi di libertà. Invece, la si è resa completamente dipendente da un contesto per essa fuori controllo. Tale situazione ingenera un'ansia crescente, accompagnata da una sensazione di vuoto e di impotenza.

La diffusione delle conoscenze mediche, non consente pertanto la rimozione del terrore della morte, né porta alla accettazione della propria mortalità. Questo, perché soltanto se si ama la vita si può accettare la morte. Solo che l'amore per la vita non implica valenze mediche. Piuttosto, succede il contrario. Atteso che, sovente, è proprio la medicina a presentare la vita in un'ottica negativa, generando così ansie e timori.

 

 

 

 

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità