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La tassazione delle rendite o la più grande idiozia dopo il comunismo

C’è un tam tam che aleggia nell’etere. Il rimbombo recita: tassa le rendite, tassa le rendite, tassa le rendite. Il PD, le varie sigle comuniste, i sindacati, la CGIL in primis, tutti a strombazzare quanto siano belle e giuste queste imposte. L’indignazione dei nostri ritrovati anticapitalisti è esibita palpabilmente: è un’ingiustizia tagliare la spesa dello stato (che tante bocche sfama), quando invece si potrebbero tartassare i ricchi! Vendola, il governatore della Puglia, grida con orrore al Berlusconi che protegge l’Italia di Briatore. Ma che sozzura! Che sdegno! Ah la sinistra che difende i deboli dai ricchi prepotenti e arroganti!

Tuttavia le cose non stanno esattamente in questi termini. I grandi patrimoni usano paradisi fiscali e società offshore per non pagare in tutta legalità neppure quel 12,5% attualmente in vigore. Non parliamo poi degli evasori e della criminalità che strutturalmente veicolano i flussi monetari verso paesi come le isole Cayman. Tutti questi soggetti non pagano certo la tassazione delle rendite italiana. Questa viene invece pagata dalle persone comuni residenti in Italia sui loro risparmi investiti in titoli di stato, obbligazioni, azioni o fondi comuni. Guarda caso sono quelle persone che già pagano regolarmente le tasse e che non si possono certo definire paperoni. Sono i ceti medio bassi della popolazione. I piccoli risparmiatori. Il PD, i comunisti, i sindacati stanno chiedendo di aumentare le tasse su costoro pur di non veder tagliata la spesa pubblica. Parlano di punire i ricchi, i Briatore, i furbetti. Ma in effetti chi è nel mirino è il solito cittadino onesto che paga le tasse. Ma allora? Ma è mai possibile che la sinistra sia così ottusa? Possibile che il ridicolo Vendola non si renda neanche un po’ conto delle cacchiate che spara?
 
In effetti il PD sa benissimo che tutto ciò è una buffonata. Le varie cariatidi mummificate del PD sono perfettamente consapevoli che i De Benedetti, gli Agnelli e compagnia bella risiedono fiscalmente in Svizzera. Figuriamoci: i dirigenti stessi del PD di conti cifrati in paradisi fiscali hanno una notevole esperienza. Potrebbero fare da mentori ai vari Briatore di vendoliana memoria. Per carità: non prendiamoci in giro. Ciò che interessa al PD è far vedere che Berlusconi aumenta le tasse. E in particolare al PD interessa che il Berlusca stesso le aumenti al ceto medio, il serbatoio principale di voti del centro destra. In altre parole il PD spera in un miracolo: spera che Berlusconi si cali le braghe e si faccia colpire nel consenso elettorale. Per questo il buon Bersani quando parla di quest’argomento ha la bava alla bocca e prega la Madonna.
 
E dei comunisti che possiamo dire? Beh la prospettiva di espropriare il ceto medio e i piccoli risparmiatori è sempre stata un leit motiv dei comunisti. Loro considerano essere lo stato proletario l’unica condizione virtuosa ed ammissibile per l’essere umano. I comunisti pur di vedere realizzata la loro visione mistica non indietraggiano di certo dall’uso di un po’ di propaganda. Il fatto che i ricchi alla Briatore continueranno a essere tali e a prosperare allegramente non toglie certo il sonno ai comunisti. L’importante è ridurre al salvifico proletariato la grande massa della popolazione. L’importante è mondare i più dallo sterco del demonio (il denaro, per intenderci).
 
E dei sindacati? Ah quelli. Quelli sono i più furbacchioni. Favorendo un maggiore imposizione fiscale sulle varie forme di risparmio essi contano di ottenere vantaggi fiscali per i loro fondi pensione. Non c’è nulla di meglio che un bel vantaggio fiscale per favorire l’espansione e la diffusione dell’attività sindacale di gestione del risparmio previdenziale. E il controllo e la gestione di queste masse di denaro significa poltrone e potere per i nostri cari dirigenti sindacali. Senza contare che piuttosto che vedere tagli alla spesa pubblica gli amici sindacalisti si caverebbero le orbite oculari. Quindi per loro tassare il risparmio dei cittadini italiani significa salvare capra e cavoli.
 
Quindi altro che tassare i ricchi. Altro che difendere la povera gente. In Italia l’arcobaleno della sinistra si confonde nell’unico colore della cacca.
 

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