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Il compagno Casini

Tassa le rendite, tassa le rendite, tassa le rendite! Al coro della sinistra e dei sindacati si aggiunge il buon Casini che finalmente ha trovato la retta via del cattocomunismo.

L’aumento della tassazione delle rendite continua ad essere il leitmotiv e l’argomento principale verso cui punta l’opposizione. Da Di Pietro a Casini tutti uniti per tassare i fantomatici speculatori! Il problema è però che i vari George Soros di questa terra e i grandi patrimoni hanno mille possibilità per eludere legalmente questo tipo di imposte. A riguardo la gamma di opzioni è molteplice: dalle residenze in paesi privi di tasse parimoniali come la Svizzera alle scatole societarie che ne permottono l’elusione.
 
Quindi la tassazione delle rendite in realtà è la tassazione del piccolo risparmiatore: si tratta del risparmio del lavoratore, dell’artigiano, di colui che in genere paga le tasse e risparmia per la sua vecchiaia, per i figli o per un sogno nel cassetto. Questi sono gli "speculatori" detestati dalla sinistra e dal novello discepolo Casini.
 
Ma come mai il brizzolato ex democristiano si è convertito alle menate protasse dei post comunisti, dimentico dei tempi in cui proteggeva "il risparmio delle famiglie" dalle cupide mani dei bolscevichi? Semplice. Ha fiutato l’aria. Ha visto come le quotazioni di Cameron sono in picchiata dopo aver tassato i cittadini inglesi e allora Pierfurby sogna e si immagina un Berlusconi che aumenta le tasse, contraddicendo apertamente il programma con cui sono state vinte le elezioni ("mai in nessun caso aumenteremo le tasse"): fra l’altro parliamo di una tipologia fiscale odiata dall’elettorato di centro destra e su cui Berlusconi ha costruito consenso contro la sinistra.
 
Questo è anche il sogno condiviso di Bersani: un Berlusconi che si prostra di fronte ai voleri di sindacati e opposizione e che pugnala alle spalle i suoi elettori più fedeli. Cosa poteva chiedere di meglio il Labour Party di Gordon Brown. E cosa potrebbero chiedere di meglio il PD e l’UDC desiderosi di riscatto contro un centro destra che non offre segni di cedimento elettorale?
 
Peccato per i sognatori che Berlusconi non sembri molto intenzionato a prestare le beneamate chiappe ai lussuriosi istinti dei comunisti. Una cosa è invece certa. Casini ha finalmente scelto dove portare l’UDC: al tavolo della sinistra dove tasse e spesa pubblica fanno da portate principali. Ci si compiace per la ritrovata unione di vecchi amici dal Buttiglione alla Bindi, dal Franceschini al Follini: il meraviglioso mondo del cattocomunismo in salsa Caltagirone che si sposa perfettamente col post comunismo in salsa De Benedetti.

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