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La strada di Tsipras. L’intervista di Yanis Varoufakis a Presa Diretta

STRALCIO INTERVISTA IN ESCLUSIVA PRESADIRETTA A YANIS VAROUFAKIS, ministro delle Finanze del governo Tsipras in Grecia. 
In onda nella puntata di domenica 8 febbraio su Rai 3, ore 21.45

“Ci troviamo in una situazione da vera e propria crisi umanitaria. Ci sono persone che dormono lungo le strade, che hanno fame, persone che avevano posti di lavoro, case, persino negozi, sino a due-tre anni fa e adesso non hanno niente. Noi dobbiamo occuparci di questa crisi, immediatamente, perché non è giusto, perché una capitale europea che vive una crisi umanitaria così grande non ci porterà in un Europa più democratica. Questa è la prima priorita’”.
“La seconda è che dobbiamo presentare una serie di proposte sul tavolo dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea, del Fondo Monetario Internazionale, per porre fine a questo circolo vizioso che noi stessi stiamo producendo, perché ormai la crisi umanitaria ha superato i confini della Grecia e tocca tutta l’Europa. La terza cosa che dobbiamo fare è presentare un elenco completo di riforme per cambiare questo Paese in maniera radicale, tale per cui se anche superiamo questa crisi, la Grecia non si debba mai più trovare nella situazione in cui si è trovata nel 2010”.
La giornalista di PRESADIRETTA Lisa Iotti chiede: "Voi volete rinegoziare il debito contratto con l’Europa, per investire nell’economia e fare ripartire il Paese. Secondo voi, la Germania perché dovrebbe accettare queste condizioni?"
Il ministro Varoufakis risponde: “Nel 2010, lo Stato greco è andato in bancarotta. E l’Europa ha risposto concedendo alla Grecia il prestito più grande di tutta la storia. Ora, anche un bambino di 8 anni poteva capire che la storia non era destinata a finire bene. Se sei in bancarotta, significa che non sei in grado di ripagare i prestiti che ti sono stati concessi. Non può funzionare. E questo è il motivo per cui la Grecia oggi si trova in uno stato ancora peggiore rispetto al 2010. Il problema non è che l’Europa non ci abbia dato denaro a sufficienza. Il problema è che ce ne ha dato troppo e che meno del 9% di tutti questi soldi è andato alla Grecia. Tutto il resto è andato ad alimentare la finzione che stessimo ripagando il debito che non eravamo in grado di ripagare. Pertanto, ciò che noi oggi vogliamo spiegare ai nostri partner europei è che questa irrazionalità deve essere affrontata, una volta per tutte”.
“E poi gli vogliamo dire che qui è l’integrità stessa dell’Europa che è in gioco. Quando si dice ad un Paese dell’Europa “dobbiamo salvarvi”, “dobbiamo mantenervi all’interno dell’euro”, che si tratti dell’Italia che lo chieda alla Grecia, della Germania che lo chieda all’Italia, perché, diciamocelo, la situazione del debito italiano è insostenibile, quando iniziamo a pensare in questo modo, l’Europa entra in un periodo di de-costruzione. Vogliamo davvero che l’Europa inizi a frammentarsi?”
“E guardate che le uniche persone che alla fine traggono vantaggio da questa de-costruzione sono Marie Le Pen, quelli di Alba Dorata qui da noi, Nigel Farage in Gran Bretagna, tutti quelli che in definitiva odiano la democrazia europea. Io quindi metterei in guardia chiunque si accinga a pensare strategicamente di amputare la Grecia dall’Europa. Perché questo è molto pericoloso. A chi toccherà dopo di noi? Al Portogallo? Cosa succederà quando l’Italia scoprirà che è impossibile restare all’interno della “giacca stretta” dell’austerity?”
La giornalista di PRESADIRETTA chiede ancora: "Avrete messo in conto la possibilità che se voi continuate, tirate dritto per la vostra strada la Grecia rischia di andare fuori dall’Euro? L’avete presa in considerazione questa eventualità?" Il ministro Yanis Varoufakis: “L’uscita della Grecia dall’euro non è una prospettiva che rientra nei nostri piani, semplicemente perché riteniamo che l’Euro sia fragile. È come quando si costruisce un castello di carte. Se togli la carta greca cascano anche le altre. L’Europa nasce per uscire per sempre dagli orrori della guerra e dei conflitti, per esplorare finalmente il terreno dei vantaggi reciproci”.
La giornalista Lisa Iotti chiede ancora: “Tsipras dice che la vostra vittoria è non solo la vittoria non di un partito, ma è una svolta storica per l’Europa. Lei crede che questa voglia di cambiamento ci sia davvero in tutta Europa, pensa che vi sosterranno altri paesi, che altri vi seguiranno, tra cui l’Italia? Oppure alla fine vinceranno gli interessi, l’opportunismo, la sudditanza con la Germania?
Il ministro Yanis Varoufakis: “Dei funzionari italiani, non vi dico di quale grande istituzione, mi hanno avvicinato per dirmi che sono solidali con noi, ma che non possono dire la verità perché anche l’Italia è a rischio bancarotta e temono conseguenze da parte della Germania. Una nuvola di paura negli ultimi anni ha avvolto tutta l’Europa. Insomma, stiamo diventando peggio dell’ex Unione Sovietica. Quindi per rispondere alla sua domanda io dico: noi greci non abbiamo il monopolio della verità. Ciò che possiamo fare per il resto dell’Europa, e specialmente per l’Italia, è aprire una porticina verso la verità. Non possiamo trovare noi stessi la verità, ma possiamo aprire la porta e fare in modo che voi possiate raggiungerci. In questo modo potremo passare tutti dall’oscurità dell’attuale austerity, verso la luce di un dibattito europeo razionale e ragionevole”.
La giornalista Lisa Iotti chiede ancora: "Concretamente, secondo lei, da un punto di vista economico ce la può fare la Grecia?"
Il ministro Varoufakis risponde: “Noi proporremo che l’Europa intraprenda un new deal, come Roosevelt nel 1933, un new deal per l’Europa, finanziato dalla Banca Europea per gli Investimenti che deve aumentare di dieci volte i capitali finora investiti. Sono idee che interesseranno l’intera Europa. Non credo che noi abbiamo il diritto di chiedere per noi stessi delle cose che non chiediamo per i portoghesi, gli italiani o per gli irlandesi. E prima o poi la signora Merkel dovrà sedersi ad un tavolo con noi e spiegarci perché le nostre proposte non vanno bene”.


A questa intervista (e al riferimento sullo stato dei conti italiani) il ministro Padoan ha risposto che i nostro conti sono in ordine. Ci sono gli ultimi dati dell'Istat, ci sono le proiezioni di Confindustria, l'ottimismo di Renzi.

Il Jobs act che creerà posti di lavoro, la bad bank con garanzia dello Stato che permetterà (forse) alle banche di riprendere a fare credito. La flessibilità in Europa non coi sarà ed entro marzo ci faranno sapere cosa pensano della nostra manovra. C'è il piano Juncker da 21 miliardi. 

Insomma, come al solito noi italiani siamo spettatori di una commedia interpretata da altri. La strada di Tsipras, che avrebbe dovuto essere quella di Renzi (all'inizio del semestre sembrava così), è invece questa, quella raccontata dal suo ministro.

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