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La scossa di D’Alema

“Nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse, anche perché Berlusconi non è uomo che accetti il declino politico e umano, animato com’è da un mito dell’eterna giovinezza, miti sempre pericolosi”.

“Scosse?”


“Si, significa momenti di conflitto, difficoltà imprevedibili. Ciò richiede che l’opposizione sia in grado di assumersi le proprie responsabilità e anche che sia nella pienezza delle sue funzioni”.


Gli chiedi l’ombrello e ti dice che piove. Per di più in casa del metereologo di fiducia. E quindi, giustamente, citando l’eversione paventata da B. (che, rammentiamo, dovrebbe portare per bocca di Cossiga e per mano di Repubblica e Murdoch il governatore Draghi a Palazzo Chigi), D’Alema parla di scosse imminenti. Sembra, a rigor di grammatica, un’affermazione possibilista, un’incognita di là da venire. Certo: se a parlarne non fosse chi lo ha fatto. Ciò detto, concepisco – persino – i dubbi tirati in ballo a destra in queste ore. Che sia l’inchiesta di Bari, la scossa? Nell’interludio tra la puntata di In mezz’ora (non è un caso che fossero le navate di casa Annunziata a far da eco alle affermzaioni del controcaudillo) e l’apertura dell’inchiesta non c’è analista che non abbia inumidito i polsini e sudato le carte d’archivi e vocabolari (cosa che, se avessero davvero fatto, avrebbe ricordato loro la presenza di duemila poveri cristi aquilani manifestanti contro il governo): “la scossa”. Aprono il Corriere, due calcoli (quattro per Gasparri), e la pappa stavolta se la trovano servita dall’altro papi. Quello cattivo. Quello, dei due, che non te le da sempre vinta, ma che tira avanti la famiglia e t’accontenta quando proprio l’altro genitore non può dare di più. Mami: una mami dispotica, di principi di salda enunciazione e scarso adempimento, di quelle che ti costringono ad andare in chiesa o al catechismo bestemmiandoti contro. Ecco: mami ne ha regalata un’altra. Avvertimento? Manovra internaleader (al Pd scaldano già i tori da monta)? O sincera e ingenua uscita? Confessione premonitrice? Se fosse, ben vengano altre – inutili – indagini sull’immarcescibilmente delinquenziale esistenza del leader (ultimamente lo si sente chiamare così anche da pezzi che della maggioranza non sono propriamente espressione). Ma non ci si venga a intimare di votare democratico, di chiedere scusa al Pd, di lasciar perdere la povera Serracchiani (che peraltro continua a collezionare mezze figure meschine). Intanto non c’è esponente di Idv che non abbia dato del fascista, razzista e piduista (come un sacrosanto mantra) a questo governo. Vogliamo forse chiedergli il perchè di queste loro affermazioni, cari signori della corte dei miracoli, così come andate gridando per la scossa? Avete avuto il coraggio di chiedere loro come mai sapessero, dato che vi stupite del tempismo delle dichiarazioni d’alemiane? Volete spiegarci, forse, il senso del collegamento che avreste trovato tra queste e l’arresto recente dei tre brigatisti? O avete dimenticato che i poteri forti che tanto vi spaventano portano i colori che papi e mami indossano in tv, quelli che indossate voi tutti? Dal momento che anche dalle vostre parti si congetturava di ipertesti golpisti all’ombra del boss, avete intenzione di giustificare le vostre uscite con l’attenuante classica dell’ignoranza, con l’ipertiroidismo di Capezzone o come risposta a un comodo cuscino-sparring-partner con fiocchetto rosso?

Nel frattempo, D’Alema minaccia querele. Paura folle.

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