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La politica italiana al vaglio della questione libica

Il dramma è vicino e difficile da ignorare; resta il fatto che l'Italia, a livello politico e progettuale, è ferma. Si impone una rapida riflessione sui motivi di questo immobilismo che guarda solo ed esclusivamente da una sola parte. Le vicende del Premier non sono da sottovalutare, come Lui stesso sa bene, e forse, almeno per Lui, tutto il male non viene per nuocere. Editorialisti e politologi si sbilanciano in analisi che sembrano differire da una realtà che invece ha connotati precisi. Si deve fare di tutta l'erba un fascio o la politica italiana ha posizioni più delineate e precise di quanto si voglia fare apparire? Rispunta come d'incanto una "sedicente" sinistra estrema...

La guerra in Libia monopolizza l'informazione, non c'è dubbio che sia così; ma è solo questa la ricaduta che si avverte nel Nostro paese? Non sia scambiato per cinismo o altro del genere ma semmai è cosa diversa. Sembra quasi che l’Italia abbia perso la memoria, che i problemi economici, sociali e quant’altro, siano ormai una storia del passato.

Stefano Folli, editorialista del Sole24Ore sostiene che la politica (bello questo giro di parole, quasi volesse mettere nel mucchio tutti e tutto!) ha tutto l’interesse che la guerra in Libia si concluda al più presto… Beh, ad esser sincero credo che il buon Folli veda la cosa dal punto di vista dell’imprenditoria che bene o male lo sostenta. Ciò significa che ha ragione? Ma anche no! Non sono in grado di giudicare la sua buona o cattiva fede, ma sicuramente sono in grado di sostenere la mia opinione che è opposta a quella dello stesso editorialista. Berlusconi è in un mare di guai; tiene incollata la coalizione di centrodestra attraverso forzature che gli possano far guadagnare tempo e magari consensi, in vista della prossima scadenza elettorale. Sa bene che i numeri finora non giuocano a suo favore, che il piatto piange, e l'Italia è sempre più povera e delusa. Quale miglior diversivo della guerra in Libia? C’è dibattito sulle reali condizioni del Nostro paese allo stato attuale? Tra un cruise e l’altro, un Tornado che parte e un La Russa che litiga con i francesi, la disoccupazione rimane la stessa, i problemi delle famiglie sono gli stessi e le promesse (chi le ricorda più ormai..?) continuano ad essere tali non essendo state tramutate in fatti. 

Di quale politica parla Folli, che addirittura indica spaccature nella “sinistra estrema”? Abbiamo così imparato un nuovo termine, sinistra estrema! Guarda caso, sempre che per sinistra estrema si intenda quella che non è presente in Parlamento, la voce che si leva da queste forze politiche sembra essere pressoché uniforme e condivisa. Vendola, dopo aver riunito il coordinamento nazionale di Sel, ha licenziato un documento in cui si ribadisce la condanna del conflitto bellico con la richiesta perentoria di un cessate il fuoco. La FdS non ha mai avuto dubbi in proposito, anche se la voce dei comunisti uniti nella Federazione, raramente riesce a superare lo sbarramento della “non informazione” di Stato. A chi si rivolge quindi Folli? L’unico che rimane interessato alla questione, sembra essere ancora una volta il Cavaliere, che in questo contesto può diluire il malcontento diffuso nei confronti di una gestione malsana e persino intervallata dalle sue prodezze a sfondo erotico che lo dipingono (avveniristicamente) come novello “highlander”.

Un dato certo invece è che la macchina politica Italiana è ferma, al capezzale di un Governo ondivago che ha perso la faccia non una ma più volte anche di fronte ad Alleati nuovi e “vecchi”. Una coalizione che rischia altre battute d’arresto con una serie di comiche rappresentate prima dal Bossi che vorrebbe restare “alla finestra” e dallo stesso Premier che un giorno si mostra deciso a suonare la carica verso la Libia salvo poi mostrarsi affranto per l’amico Gheddafi.

Mi sorge un dubbio… che il buon Folli intendesse per politica quel nuovo circo itinerante che da anni firma patti in bianco con gli Italiani cambiando un progetto alla settimana? Aspettiamo gli eventi e ragioniamo con i fatti, forse è meglio.

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