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 Home page > Tribuna Libera > La pistola scarica di Renzi

La pistola scarica di Renzi

La riforma del Senato, ovvero del bicameralismo perfetto, la proposta e la discussione di una nuova legge elettorale, la riforma della pubblica amministrazione, quella del lavoro e del welfare (Job's act), costituiscono di per sé un immenso, infinito cantiere di opere per ammodernare l'Italia. Cantiere di opere annunciate da decenni, da un numero immemorabile di governi.

Programma ripreso pari pari dal governo Renzi, la cui realizzazione è data per scontata ed imminente.
Ma intanto noi ci chiediamo che fine hanno fatto i decreti attuativi dei provvedimenti adottati dai due precedenti governi Monti e Letta.
 
Il presidente Renzi non ne parla mai. Desidereremmo saperne qualcosa; così come gradiremmo vedere pubblicate le conclusioni di Cottarelli circa i settori in cui effettuare tagli alla spesa improduttiva, vera iattura del bilancio dello Stato e degli Enti locali. I contribuenti pagano commissari esperti, consulenti, senza che le loro determinazioni trovino accoglienza da parte dei politici.
 
Sono pistole scariche che non impressionano più nessuno. I sindacati di ogni colore, ordine e grado pateticamente continuano a minacciare scioperi generali che non impressionano e non scaldano più i cuori dei lavoratori. Non riescono a riempire neppure una piazza di quartiere e pensano di metter paura ad un governo il cui capo non solo ha per il momento il vento in poppa del consenso popolare, ma ha pure la sfacciataggine di sfidare tutto e tutti, persino la comunità europea e la Germania, ben sapendo che non abbiamo una lira, che le coperture delle riforme di là da venire non ci sono e saranno sostituite dalle clausole di salvaguardia, ossia da nuove tasse, come l'aumento dell'Iva e delle accise sulla benzina ed altri prodotti.
 
Un bluff ed una pistola scarica. Però cominciano a manifestarsi con più frequenza manifestazioni del grave disagio sociale di cittadini esasperati dalle sventure che si abbattono sulle spalle del paese alle corde. Si pensi solo alla disperazione di coloro che nelle ultime alluvioni al nord come al sud hanno perso tutto quel che avevano costruito in una vita e con sacrificio. L'incuria colpevole del territorio, dovuta a decenni di irresponsabile e corrotta condotta della classe politica, dà un'idea del disastro del paese, disastro economico, finanziario e materiale, da cui sarà difficile riprendersi. Eppure con impudenza si sente già parlare da parte di rappresentanti della classe dirigente di presentare la candidatura per l'organizzazione delle Olimpiadi del 2024.
 
Dimentichi di Italia '90, degli Europei di nuoto, dell'Expo, del Mose, del terremoto dell'Aquila, del G8 della Maddalena, del ponte sullo stretto, della variante di valico, della Salerno Reggio Calabria, tutte opere finite o non finite, ma accompagnate da scandali puntuali e da gravi episodi di corruzione, andiamo alla ricerca di altre occasioni per ingrassare con appalti truccati, amici compiacenti, cosche malavitose e lobbies corruttrici e corrotte.
 
Governi che pensano di poter fare tante cose, senza alcuna percezione della realtà effettiva in cui versiamo, sono confusi o in malafede. Il nostro presidente Renzi crede di avere poteri soprannaturali, di poter fare miracoli. Ed invece mi ricorda il cavaliere d'un poema del Berni, che tagliato in due da un colpo secco di un nemico, a sangue caldo e con le due parti del corpo ancora una sull'altra, andava combattendo ed... era morto.
 
 
Foto: Palazzo Chigi, Flickr.
 

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