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La "materia" di Dio

 Il mio precedente articolo "Nel vaso di Pandora" riportava quanto ho ribadito a Giulietto Chiesa sul senso politico/culturale e la praticabilità di una possibile ’opposizione’. Nel successivo articolo "Il senso del centro" ho poi tracciato le linee essenziali della sovrapposizione fra la mia storia particolare e quella più ’universale’ e di ’sistema’ (al cui senso profondo corrisponde la stesura di "CortocircuitOne. Storia di un’astrazione fatale") ed ho individuato il nucleo o l’idea forte attorno a cui si struttura il D-venire. Come promesso, provo ora a delineare la ’religio’ alla quale ritengo occorra ’ispirarsi’ per contrastare l’imperante affermarsi di una versione ed una ’traduzione’ del senso del ’divino’ centro e della ’sua’ verità storica.


Ancora una volta rimando chi fosse interessato a cogliere la ratio complessiva del mio discorso al ’pacchetto’ di articoli fin qui pubblicati su AgoraVox ed a quanto essi globalmente sottendono.

Fedele a quel ’peccato originale’ del quale ho già detto in uno dei miei interventi, continuo a perseverare ed errare in esso facendo qui sotto rilevare alcuni aspetti di carattere nominalistico/formale che, unitamente ai contenuti anch’essi teorici di cui sono portatori, contribuiscono forse a dare l’ ’Idea’ della situazione.

"Ora o mai più" è l’evocativo titolo di copertina della Nuova Rivista di Megachip - Democrazia nella comunicazione.

"Già e non ancora" è invece la denominazione di una collana filosofica dell’editore Yaca Book.

Terzium datur, "La fisica dell’immortalità" è l’esplicito titolo del libro del fisico Frank Tipler, tradotto da Mondadori nel 1995, a proposito del quale sviluppo la riflessione che segue più sotto.

COROLLARIO PSICOSINERGETICO

Sempre a proposito di Reti & Senso e della loro intrinseca ’materia’ o R&S, è del tutto degno di nota che, mentre Tipler tratta in maniera alquanto significativa la relazione fra un certo tipo di interpretazione della ricorrenza in fisica ed il fenomeno storico del Nazismo che di quella sarebbe la diretta filiazione (Cfr. Cap. III pag. 72-83) , il sociologo Antonio Graziano ha scritto più di recente il testo "Hitler ha vinto la guerra" nel quale afferma che è tuttora quella forma mentis che domina la storia. 

Rammento come In ’materia’ si sono cimentati anche il politologo Giorgio Galli che dopo aver sviluppato la riflessione sul cosiddetto "Nazismo magico" ha anche scritto gli interessanti "Appunti sulla New Age", e Jacques Derrida la cui opera filosofica, della detta forma mentis, sembra addirittura averne svelato l’intima cronotopica struttura.

Alla versione dominante di quella dialettica D-veniente struttura è consegnato il destino della storia futura. 




 

L’ESSERE IMMORTALE

Il testo di Frank Tipler "La fisica dell’immortalità" parrebbe costituire a tutti gli effetti una filosofia della storia di tipo neohegeliano che si è altresì ’fatta carico’ delle acquisizioni della moderna fisica quantistica e relativistica, integrandole nella prospettiva di un’evoluzione della storia verso lo Spirito Assoluto.

Il Punto Omega garantirebbe in tal senso un progresso infinito che permetterebbe di scongiurare la funesta prospettiva dell’eterno ritorno. Non a caso Tipler dedica particolare attenzione all’analisi del rapporto fra il teorema di ricorrenza di Poincare e la filosofia di Nietsche che, egli sottolinea, ha poi trovato con Heidegger la sua coerente traduzione nel Nazismo. 

La teoria del P.O. parrebbe anche poter conferire piena legittimità teoretica all’idea shumpeteriana di "distruzione creatrice" che caratterizza la cosiddetta ’bibbia’ del famoso economista. Più in generale la prospettiva di Tipler non sembrerebbe estranea a quello specifico contesto culturale simboleggiato da cerchi e compassi nel quale la P e la O giocano un ruolo del tutto particolare.

Malgrado l’esplicito rigetto della filosofia di Heidegger, Tipler si dichiara tuttavia d’accordo con la famosa dichiarazione che il filosofo tedesco fece in un’intervista rilasciata a Der Spiegel nel 1966 circa la convinzione che "soltanto un dio possa salvarci". Tipler attribuisce in tal senso alla ’concreta’ attuazione del Punto Omega i caratteri di quel dio, anzi dell’unico possibile Dio finalmente liberato dalle distinzioni di chiesa e ricondotto ad una formulazione e ad un’identità entrambe puramente scientifiche.

Ma qual è il senso di questo Dio ’puntuale’ piuttosto dell’Omega che non dell’Alfa e della ’sua’ creatrice distruzione? Qual è la sua intrinseca dialettica? Al riguardo Tipler non ha lasciato inevasa neppure la comparazione fra la teoria del Punto Omega e la trattazione del problema ’classico’ della Trinità e del resto, per coerenza ed onestà intellettuali, non avrebbe potuto fare altrimenti. 

Tuttavia, visto che il discorso di Tipler ha un’esplicita valenza che è al contempo riduzionistica ed ontologica, viene da chiedersi come si caratterizza lo scontro storico più essenziale fra la prospettiva più o meno esplicita di un Dio che si vuole al futuro e quella dello stesso Dio che si vuole già interamente ’in Essere’ anche al presente. Non si daranno forme estreme del suo manifestarsi e tradursi storico? Non si prospettano in tal senso guerre più o meno infinite e più o meno simboliche in ’materia’? E, a questo ’punto’, qual è la materia di cui invero si tratta?

In ’materia’ Tipler ribadisce più volte che nulla sarebbe più veloce della luce, omettendo però in tal modo di considerare la cosiddetta non-località che caratterizza certi fenomeni quantistici sincronici nei quali l’informazione risulta istantanea a prescindere dalla distanza ed è messa in discussione anche la causalità (Cfr. il relativo paradosso EPR). A tale prospettiva è legato in particolare il nome di David Bohm che, mentre nel libro di Tipler non è nemmeno citato, compariva invece in un articolo su "Le Scienze" corredato da un’interessante fotografia che lo ritraeva insieme ad agenti della CIA in ’ragione’ del presunto legame fra la sua interpretazione fisica del mondo ed il comunismo. 

A proposito del detto re-settaggio, alla luce della dialettica opposizione fra un consolatorio Dio a remotissima ’futura memoria’ ed il suo contraltare già assoluta-mente presente, sembra che possa delinearsi e probabilmente di fatto si stia strutturando la nuova forma storica del contrasto più essenziale fra l’idea di conservazione e quella di progresso o le sue nuove più o meno ’ri-convertite’ versioni.

E dunque fra l’ontologia del "già e non ancora" di un (non)tempo a venire e quella dell’ "ora o mai più" di un immediato diffuso (non)tempo reale. 
Questa è in ’realtà’ la materia di Dio alla quale s’ispirano invero tutte le altre.

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