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La gente odia la cultura. Che sia ora di un elitismo illuminato post-demagogico?

La "gente comune" considera cialtronate le opere d'arte e non vuole dare "soldi dello Stato" ai musei. Nella sezione commenti di un articolo su Corriere.it, c'è stato un plebiscito in tal senso.

Il 18 aprile 2012, sul sito web del Corriere della Sera, è stato inserito un articolo sul Museo d'Arte Contemporanea CAM di Casoria e sulla CAM Art War, una guerra contro l'indifferenza delle istituzioni e della società verso l'arte e la cultura, combattuta bruciando una ad una le magnifiche opere d'arte ospitate nell'eroico museo di Terra di camorra. In varie altre parti del mondo, artisti di ottimo livello si sono uniti alla protesta e hanno bruciato alcune loro opere per solidarietà, come è documentato sul blog del museo.

Ma veniamo alla sezione commenti dell'articolo. Praticamente non c'è divergenza di opinioni fra i commentatori. Fra la "gente comune" vige un Pensiero Unico. Quello secondo cui l'arte contemporanea è una gran cialtronata e sarebbe meglio se le istituzioni la lasciassero morire. Agghiacciante, ma è esattamente il comune sentire.

Ecco alcuni esempi:

«Ce n'è uno a Rivoli [lo straordinario Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, ndr], in una sede più che degna, e quando sono andato a vederlo mi è venuto da ridere. Se quella è arte io sono Raffaello. Lo Stato fa bene a risparmiare i nostri soldi...»;

«Quella è arte? Un disegno del genere io lo facevo alle medie!!»;

«Un "Museo dell'Arte Contemporanea" a CASORIA ? Ma fatemi ridere.........»;

«L'arte moderna è in crisi perchè tanti pseudo artisti si credono Raffaello, Picasso, Van Gogh e realizzano quadri incomprensibili che nessuno va a vedere...»;

«...c'è ancora qualcuno nella torre d'avorio che vuole i soldi per l'arte...».

Così la pensa la gente comune. Gente anche leggermente sopra la media, trattandosi di chi commenta un articolo nella sezione Cultura del Corriere.it. È triste, ma è la verità.

Qualcuno penserà che forse c'è del vero, in certe convinzioni popolari. Che forse è un po' vero che l'arte contemporanea è una cialtronata. Faccio notare che le stesse cose le dissero di Matisse, di Mondrian, di Klee. E oggi, proprio a causa della volgarità delle istituzioni e della società civile, nelle sale da concerto di tutta Italia è un evento rarissimo anche l'esecuzione di musica di György Ligeti, che è considerato quasi unanimemente (da coloro che si intendono di musica) il più grande compositore del secondo Novecento. Cialtrone anche Ligeti? Basta un'analisi della vertiginosa struttura (frutto di una capacità tecnica mostruosa) dei suoi lavori, per mettere in ridicolo i sostenitori di una simile ipotesi.

È chiaro che se c'è un problema non è la cialtroneria di "certa arte". Per molti è difficile ammetterlo, ma il punto è un altro. Il problema è un altro. Il vero problema è la volgarità della società civile e delle istituzioni che degnamente la rappresentano. La quasi totalità della classe intellettuale non ci vuole credere e si ostina e far riferimento a un popolo potenzialmente consapevole che esiste soltanto nei sogni. Un popolo capace di vera autocoscienza, capace di leggere Gramsci e ascoltare proficuamente la musica di Luigi Nono. Un popolo che non esiste, sebbene sia quello a cui fanno idealmente riferimento quasi tutti i nostri professori universitari e intellettuali vari.

E il vero popolo? Il vero popolo è quel 99% della popolazione che non solo se ne frega dell'arte e della cultura, ma preferirebbe che le istituzioni le lasciassero morire. Perché quello che gli interessa è il telefonino nuovo, il SUV da 11 mila euro da comprare a rate, i pomeriggi al centro commerciale, i sabati sera nei soliti locali. Altro che arte contemporanea! Altro che CAM! Ma chissenefrega se György Ligeti non viene eseguito quasi mai! Chissenefrega se scompaiono i pochi esempi di cultura vicina al nostro tempo! Chissenefrega se il Museo MADRE fallisce!

C'è chi pensa ancora che questa gente - che è il 99% - possa essere educata, resa consapevole. Che possa essere Popolo e non massa. Pia illusione. Perché la verità è un'altra. E voglio avere il coraggio di dirla, con la consapevolezza di fare il contrario del giornalismo. Il popolo puzza di escrementi. Escrementi morti, escrementi di corpi morti purtrescenti...

Non c'è nessun ottimismo possibile. L'unico ottimismo è nel prendere atto della realtà e capire che un elitismo illuminato, colto e responsabile è l'unica soluzione.

In fondo, quello del Presidente Napolitano, in quella circostanza ben nota, è stato appunto... un élitismo illuminato, colto e responsabile. L'idea rivoluzionaria (e post-demagogica) è che sarebbe meglio se si trattasse non di una parentesi, ma di un inizio.

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.208) 26 maggio 2012 22:42

    La signorina Nappi non ha ancora capito che anche se scrive in modo perfetto ma sta vendendo merda, sempre merda rimane. Magari nel lettore può venire il dubbio che sia merda migliore, ma è sempre merda. Faccio L’istituto tecnico, non vado bene perchè non ho frequentato il liceo (stupida), però il tuo articolo lo commento comunque.

  • Di (---.---.---.185) 26 maggio 2012 20:49

    Titolo del commento: Coito, ergo sum (si, ho scritto proprio coito).


    Cara Valentina, ti scrivo per analizzare due questioni o meglio per renderti edotta sulle critiche che ti faccio. Premetto che la analisi che faccio riguarda il tuo articolo, il secondo la tua persona (e non mi accusare di fallacia ad hominem, il perchè te lo spiego dopo).

    Analisi n.1: quello che tu affermi nell’articolo, mi dispiace dirlo, è totalmente sbagliato! Parti subito con una generalizzazione: "la gente comune". Ma cos’è quest’amalgama di persone indistinte? Ci sono criteri per classificarle?
    Parli di un plebiscito di questa gente comune contro l’aiuto delle istituzioni verso i musei. Voglio farti rendere conto dell’errore grottesco che hai fatto nell’incipit e nel titolo (la gente odia la cultura): il c.d. plebiscito è riferito soltanto all’arte contemporanea! Una cosa che hai specificato soltanto in seguito. E già qui ci troviamo di fronte ad una fallacia induttiva. Quindi la gente non odia la cultura, ma solo l’arte contemporanea. La cosa divertente è che prima fai una generalizzazione indebita della gente e poi una specificazione particolare del tipo di arte.
    E da una campionatura (molto esigua) di commenti ne deduci che la c.d. gente comune ha un "pensiero unico" (e qui c’è un altro tipo di fallacia che è quella pseudo-statistica).
    Ma non sono queste le vere critiche che ti muovo, questo serviva solo per farti rendere conto del tuo modo di esporre i concetti in modo generale ed astratto, totalmente avulso dalla realtà.
    Sicuramente c’è una parte di popolazione che snobba la cultura, ma anche la cultura, che cos’è? I gusti sono soggettivi e lo stesso concetto di cultura, nonchè di arte, è frammentario e relativo. Letteratura, musica, arte, cinema, fotografia, fumetto; tutte queste sono arte! Molto più difficile è tracciare i confini della cultura, soprattutto ai giorni nostri dove siamo bombardati di informazioni. Tu vedi la cultura quasi come un’arma di fantomatica elitè che si estranea dalla plebe. Io credo che si debba tornare a un concetto più umile e forse più vero di cultura, ossia come continua formazione culturale, un processo in potenza con cui ciascuno, se vuole, esercita il proprio intelletto per poter formare in modo individuale un pensiero critico.
    Posso essere d’accordo con te solo sul fatto che (purtroppo) molta gente snobba la cultura, intesa come processo continuo di apprendimento e di uso di facoltà intellettive, ma sono completamente in disaccordo su ciò che tu, secondo i tuoi personalissimi canoni, intendi per cultura e arte. Mi ritengo una persona colta e amante dell’arte in tutte le forme con cui si può esplicare, ma ad esempio ritengo una totale baggianata (o come hai scritto tu: cialtronata). Per me l’arte deve rappresentare qualcosa. E l’arte contemporanea significa tutto meno che rappresentazione. Molto eloquentemente, per me è solo "merda d’autore", nè più nè meno.
    Quindi puoi anche scendere dal piedistallo dei tuoi criteri assolutistici di ciò che è cultura e cosa no.

    Analisi 2: riguarda la tua persona. Cartesio aveva utilizzato un termine latino, "Cogito, ergo sum", per fondare tutta la sua filosofia e metodologia del dubbio. A me piace interpretarla reinterpretarla anche in un’ altro modo; "Cogito, ergo facio" (Penso, quindi agisco). Nonostante tu ti circondi di belle parole e voli pindarici, alla fine le tue azioni sono totalmente contraddittorie rispetto ai tuoi pensieri. Giri film porno (e sia chiaro non ti critico per questo, non faccio il bigotto), e adesso ti chiedo, dov’è l’arte? E’ una forma d’arte? E chi pensi che vedrà le tue "opere"? L’elitè culturale di cui tanto (almeno a parole) vuoi circondarti? Quasi sicuramente lo vedrà solo la gente che tu tanto disprezzi. Leggevo sul tuo blog che dopo i 28 anni si diventa stupidi, bigotti, ecc ecc; bene vuol dire che non mancherà molto prima che tu ti renda conto della tua vera posizione.
    Perdonami, l’unica frase filosofica adeguata a te è "Coito, ergo sum".

    - John Locke -

  • Di (---.---.---.47) 26 maggio 2012 17:45

    Concordo solo in parte con questo articolo, penso sia vero che gli italiani non siano avvezzi all’arte e alla cultura in generale(anche se l’Italia è ricca di arte, artisti e intellettuali , o almeno lo era..)... ma non amo l’assolutismo di pensiero, la rigidità e ,soprattutto, le categorizzazioni, che sono euristiche di pensiero funzionali ad una sintesi della complessità, ma nel lungo periodo inutili quanto superficiali se si vuole approfondire chi siano davvero , ad esempio,gli italiani...personalmente quando scrivo la frase : " gli italiani non sono avvezzi alla cultura", mi pare ovvio che non mi riferisca a TUTTI gli italiani, ma nemmeno ad un’elité, amo pensare, infatti, alle persone che aldilà del retroterra culturale sono fornite di un cervello e di una personalità specifica,che prescinda da una certà italianità che sicuramente esiste, mi spiego meglio...Non è che l’operaio, o chi si è fermato in terza media, non possa apprezzare un’opera d’arte al pari o addirittura meglio di una persona culturalmente più elevata, anzi, conosco operai e persone estremamente semplici, che possiedono, una sensibilità, una curiosità infinitamente superiore a tanti laureati e pseudointellettuali che, ahimé, sono costretta a frequentare, poi esistono operai non interessati a questo genere di cose, ovvio, ma il punto è che non divido il mondo in due categorie secondo miei parametri del tutto soggettivi: ignoranti: popolo versus acculturati e illuminati: tutto il resto del mondo, così come non penso che chi non sia interessato alla musica classica o all’arte contemporanea per esempio, sia un ignorante e mediocre ... poichè io non detengo le chiavi del sapere e della verità assoluta.Carmelo Bene sosteneva: "La verità è una puttana...", è proprio vero! anche l’arte e la cultura sono relative, infatti io non pretendo che tutti conoscano" l’infant observation", o la trilogia di Kieslowski solo perchè per me è basilare conoscere ciò!!!Questo modo di pensare è estremamente infantile e tipicamente adolescenziale, senza sfumature e alquanto noioso...l’adolescente infatti pensa secondo un pensiero puramente dualistico: odio/amore, nero/bianco, dentro/fuori,poi in genere si cresce e si struttura un pensiero complesso, in cui rientrano anche altri aspetti e con cui si comprende che i numeri e le statistiche non sono un punto d’arrivo, ma un punto d’inizio per riflettere su cosa c’è dietro i numeri, e analizzare seriamente alcune tematiche, questa non è demagogia, si chiama maturità , indipendenza di giudizio e onestà intellettuale...

    Persefone

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